CAITPR: allevatori custodi
04 aprile 2023 #news
Quella dell’agricoltore e dell’allevatore è una figura fondamentale non solo nel mondo agricolo. E nonostante il riconoscimento sia già normato localmente dalle singole Regioni, è al vaglio del Senato un disegno di legge che unifichi a livello nazionale la figura, estendendo la propria funzione non solo alle risorse genetiche, ma anche all’ambiente e al territorio. Nello stesso testo è inoltre prevista l’istituzione della Giornata Nazionale dell’Agricoltura.
L’Associazione PASSIONECAITPR, molto attenta fin dalla sua costituzione ai temi legati alla sostenibilità e all’impatto ambientale, aiuta i propri associati ad iscriversi negli elenchi dedicati, secondo le modalità previste nelle diverse regioni. Inoltre, proprio in virtù di questa visione etica dell’Allevamento del CAITPR (ma non solo), contemplata sia nello statuto sia nelle varie progettualità legate alla conservazione e valorizzazione della razza attraverso il proprio “Centro Studi per la Biodiversità” (art. 4 comma XXIX), molte sono le attività di supporto dedicate affinché il profilo del “Custode” assuma sempre più un valore morale, al pari della valenza tecnica.
La presenza sul territorio porta infatti gli Allevatori Custodi ad avere un ruolo di primo piano nella cura dello stesso, nel contrasto degli effetti dell’abbandono e dello spopolamento delle aree marginali, nella prevenzione di molti eventi calamitosi che devastano le zone montane, le campagne e i centri urbani, e nella protezione della biodiversità, svolgendo quindi non solo un “compito agricolo” ma anche ambientale ed ecologico.Negli ultimi anni molte Regioni sono intervenute per riconoscere ad allevatori e agricoltori il loro importante ruolo di custodi dell’ambiente e del territorio. Gli Allevatori CUSTODI, se chiedono di essere iscritti negli appositi elenchi tenuti dai Dipartimenti regionali competenti in agricoltura, devono impegnarsi a svolgere opere di conservazione, protezione, manutenzione e prevenzione dei territori ove operano come agricoltori e a provvedere a:
- manutenzione del territorio attraverso attività di sistemazione e salvaguardia del paesaggio agrario, montano e forestale e di pulizia del sottobosco, oltre che cura e mantenimento dell’assetto idraulico e idrogeologico e della difesa del suolo e della vegetazione da avversità atmosferiche e incendi boschivi;
- custodia della biodiversità rurale intesa come conservazione e valorizzazione delle varietà colturali locali;
- allevamento di razze animali e della coltivazione di varietà vegetali locali;
- conservazione e tutela di formazioni vegetali e arboree monumentali;
- contrasto all’abbandono delle attività agricole e al consumo del suolo.
Le città metropolitane, le province, i comuni e le comunità montane e isolane, da soli o costituiti in unioni o associazioni, oltre alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, possono promuovere accordi, progetti e protocolli d’intesa per valorizzare al massimo il ruolo sociale, agricolo e ambientale di questa figura, coinvolgendola nel modo più incisivo possibile nelle azioni di prevenzione idrogeologica e di protezione del paesaggio agrario, montano e forestale, e nella manutenzione delle rispettive circoscrizioni territoriali.
La conservazione e la valorizzazione delle risorse genetiche animali e vegetali, locali, rappresenta una delle priorità della politica agricola e ambientale dell’Unione europea e in questo ambito gli allevatori hanno un ruolo chiave. Mantenere in vita l’allevamento estensivo di razze locali significa preservare l’eccezionale patrimonio di biodiversità, flora ed insetti impollinatori, che i pascoli custodiscono.
Il pascolo ha un valore di capitale naturale che rende unici sia il paesaggio delle praterie sia i prodotti dell’allevamento. Oggi, in molte aree, le praterie stanno scomparendo a causa di due fenomeni contrastanti: l’abbandono dei pascoli, dovuto alla riduzione delle attività pastorali, che provoca l’invasione di specie arboree e arbustive che ne degradano il valore naturale e paesaggistico, e dal fenomeno opposto, l’intensificazione delle attività produttive e il sovraccarico animale che può portare a fenomeni di erosione e deterioramento del manto erboso, quasi sempre irreversibili. Le buone pratiche di conduzione del bestiame sui pascoli da parte dell’allevatore consentono di preservare l’equilibrio naturale delle praterie e dell’intero ecosistema.
Pascolando gli animali puliscono la macchia e le estensioni boschive, mantenendo la vegetazione libera dall’avanzamento della boscaglia, riducendo così anche il rischio di incendi e di dissesto idrogeologico. L’allevatore è quindi di estrema importanza per la conservazione delle praterie e delle razze autoctone e come figura di custode del territorio attraverso:
- l’allevamento estensivo di razze autoctone;
- la conservazione della biodiversità mediante il monitoraggio e il ripristino di uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat naturali e semi-naturali e della flora e della fauna;
- il contrasto all’abbandono delle attività pastorali attraverso la valorizzazione e la sostenibilità economica ed ambientale dell’allevamento;
- la manutenzione del territorio attraverso attività di sistemazione volte alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura e mantenimento dell’assetto idrogeologico e alla difesa da avversità atmosferiche e incendi boschivi specie nei territori montani.
Un progetto importante per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria, atto a garantire un “presidio di biodiversità e baluardo contro lo spopolamento e il rischio idrogeologico e dell’erosione dei suoli, il mantenimento dell’agricoltura marginale” ma non solo: tutto ciò diviene un contributo “alla protezione dell’ambiente e un esempio virtuoso di adattamento ai cambiamenti climatici.” L’obiettivo è costruire un circolo virtuoso che, partendo dal riconoscimento della figura dell’agricoltore e dell’allevatore custode, attraverso la creazione di comunità regionali, mette in campo azioni concrete per la tutela delle risorse, l’educazione e la sostenibilità ambientale. Inoltre, con il riconoscimento a livello istituzionale la figura del CUSTODE, è possibile connettere la qualità intrinseca delle produzioni zootecniche con i territori e la propria ruralità. In questo modo non solo riconosciamo il valore del nostro patrimonio ma lo tuteliamo in un percorso che, arricchito anche degli strumenti dell’agricoltura sociale, dà valore alle specificità locali, alle produzioni tipiche e al paesaggio.
Link d’interesse: www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/358623.pdf
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