Cavalli insellati (lordosi): tutto quello che c’è da sapere
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Guardando cavalli con una schiena incurvata in maniera anomala, ossia, per dirla clinicamente, affetta da lordosi, potremmo persuaderci di individuarne il motivo nella mala gestione dell’uomo o pensare che la patologia sia invalidante per i soggetti colpiti, ma la causa e la conseguenza di quel che si vede non è affatto questa. Anche quando la deformità spinale è veramente marcata ed evidente, il cavallo colpito si comporta come se fosse normalmente conformato.
“Una delle caratteristiche uniche della lordosi nei cavalli è che la deviazione spinale non ha un effetto invalidante”, osserva Patrick Gallagher, PhD, specialista di studi sulla lordosi presso l’Università del Kentucky. “Anche i soggetti più gravemente colpiti possono essere addestrati e montati e possono partecipare a gare e concorsi. Segnalazioni di deviazioni spinali in altre specie, come persone e cani, identificano invece un drastico deterioramento neurologico, nei casi più gravi. Questi includono perdita di coordinazione, paralisi e rischio di morte”.
Per quanto gli effetti siano evidenti, sono pochi gli studi scientifici sulle origini della lordosi equina. Con meno dell’1% della specie colpita dalla condizione funzionalmente benigna, la pressione per lo sviluppo di studi e ricerche non è stata molta. L’interesse investigativo di Gallagher è stato guidato dal suo coinvolgimento personale con i cavalli da American Saddlebred, razza americana che deriva dall’incrocio di cavalli Galloway, di origine scozzese, e Hobby, di origine irlandese, arrivati in Nord America con i coloni, direttamente dalle isole britanniche. Da bambino accompagnava suo padre, proprietario ed espositore di Saddlebred, alle fiere e da giovane lavorava in estate come stalliere per una scuderia: fu in queste prime occasioni che Gallagher osservò l’incidenza di lordosi superiore rispetto alla media della razza. Più tardi, mentre studiava con il genetista del Kentucky Ernest Bailey, PhD, Gallagher si concentrò sulle basi strutturali e genetiche della lordosi ad esordio precoce che colpisce i giovani cavalli durante il loro sviluppo scheletrico. Le sue scoperte aiutano a chiarire la causa, gli effetti e le implicazioni per la gestione nella vita quotidiana dei cavalli insellati.
La ricerca di Gallagher ha come punto di partenza lo sviluppo di una misura per determinare la curvatura posteriore in modo da poter quantificare le variazioni della linea superiore in un ampio gruppo di cavalli. La tecnica, che si è dimostrata altamente affidabile e ripetibile, è piuttosto semplice. I punti più alti del garrese e della groppa del cavallo sono contrassegnati con nastro adesivo, e la distanza in linea retta e la distanza della superficie posteriore tra questi due punti vengono misurate e confrontate. La differenza tra le due lunghezze serve come misura del contorno posteriore.
Un totale di 394 dorsi di cavallo (305 Saddlebred, 40 arabi e 49 incroci Saddlebred-Arabian di prima generazione) hanno fornito i dati che Gallagher ha utilizzato per definire la linea tra normale e anomale nella curvatura della linea superiore della schiena. Le differenze tra le due misurazioni in questo campione variavano da meno di mezzo pollice a quasi cinque pollici, ma la più comune, indipendentemente dalla razza, era di 1 pollice e mezzo (quattro centimetri). Il 75% dei cavalli presi in esame aveva una differenza di lunghezza da 3 a 5 cm (da 1 a 2 pollici). Gallagher e i suoi colleghi ricercatori hanno originariamente identificato 24 dei cavalli come soggetti colpiti da lordosi semplicemente “osservando” le linee superiori dei cavalli. Con le misurazioni della schiena in mano, hanno scoperto che, statisticamente, l’anomalia iniziava con contorni superiori a 6,5 / 7 cm. Quattro cavalli con misurazioni leggermente inferiori sono stati riclassificati nel range normale, lasciando 10 maschi e 10 femmine nel gruppo degli insellati. Dei 14 cavalli sotto i 20 anni, nove erano castroni. Dei sei di età pari o superiore a 20 anni, cinque erano fattrici, che potrebbero o meno aver sviluppato la deformità spinale da giovani. Tutti gli insellati erano Saddlebred. Il 7% dei 305 Saddlebred misurati ne era affetto e almeno il 5% del gruppo aveva sviluppato la deformità da giovane.
Le apparenze ingannano anche con dorsi che all’occhio appaiono “normali”. Il familiare salire e scendere e rialzarsi della linea dorsale equina non descrive il percorso seguito dalla colonna vertebrale sottostante: le vertebre, dal petto all’attaccatura della coda, si susseguono in una linea retta quasi orizzontale. Le curvature sulla parte esterna del cavallo sono create da proiezioni simili a pinne, chiamate processi spinosi dorsali (kissing spine), sulle superfici superiori delle vertebre.
Mal di schiena dei cavalli: uno studio dimostra l’ereditarietà delle “Kissing Spines”
I processi spinosi sono più lunghi al garrese, più corti sotto la sella e di nuovo più lunghi verso le anche. Quelli che producono il garrese diventano più alti man mano che i cavalli passano dall’infanzia alla maturità, quindi l’approfondimento del contorno posteriore è un normale sviluppo della conformazione. I cinque cavalli non adulti nello studio di Gallagher, che sono stati rimisurati dopo la valutazione iniziale, hanno mostrato un aumento medio di un terzo di pollice nei loro misure in un intervallo di un anno.
La caratteristica più significativa della porzione del tronco della normale colonna vertebrale equina è la sua rigidità. Quella fila di vertebre appena flessibile è il punto fermo attorno al quale si fanno le andature dei cavalli e su cui si appoggiano i cavalieri. Fornisce inoltre un condotto essenzialmente immobile e altamente protettivo per il midollo spinale all’interno. I corpi vertebrali sono fissati in posizione da legamenti e altri tessuti molli e la colonna vertebrale del cavallo è tenuta in tensione dai muscoli del ventre.
La trasformazione della linea della schiena associata alla vecchiaia si verifica con l’allentamento delle inserzioni dei tessuti molli e la perdita del tono muscolare nella pancia e nella schiena che consentono alla colonna vertebrale di incurvarsi leggermente. Anche con questi cambiamenti legati all’età, che sono tutt’altro che universali, la schiena dei cavalli anziani è ancora considerevolmente più rigida di quella di altre specie.
La lordosi ad esordio precoce studiata in altri animali comporta deformità nelle vertebre stesse, non solo problemi con le strutture di supporto. Per stabilire un simile difetto strutturale nei cavalli lordotici, Gallagher fece radiografare dal petto ai lombi un castrone Saddlebred di 12 anni estremamente insellato. Come previsto, la colonna vertebrale era tutt’altro che diritta. Tre delle vertebre all’inizio della sequenza erano a forma di cuneo. Queste emivertebre, cosiddette per il loro “mezzo” sviluppo, erano più corte nella parte inferiore, provocando in quel punto un incurvamento della colonna vertebrale. Le vertebre seguenti mostravano l’ottundimento delle superfici frontali superiori mentre si adattavano al segmento arcuato che le precedeva. Inoltre, c’erano indicazioni che potrebbe essersi verificato un impatto, o contatto, dei processi dorsali verso l’estremità della linea.
Con tutte le sue anomalie, tuttavia, la colonna vertebrale deformata mostrava una caratteristica chiave: seguiva un percorso curvo regolare, cosa che non accade con le specie che sperimentano effetti neurologici dovuti a lordosi. I “piegamenti” in altre spine lordotiche esercitano una pressione sul midollo spinale, producendo paralisi e altri terribili conseguenze. Nei cavalli, il flusso regolare delle vertebre deformate, fissate saldamente in posizione dai forti attacchi vertebrali, sembra proteggere il midollo spinale da danni e i cavalli stessi da gravi conseguenze. “La rigidità relativamente estrema della spina vertebrale dei cavalli potrebbe proteggerli dalle principali disabilità e dalle condizioni di pericolo di vita sperimentate dalle specie con spine vertebrali più flessibili”, afferma Gallagher.
“Solo nei casi più gravi un puledro appena nato mostra segni di lordosi”, afferma Gallagher. “L’anomalia della schiena di solito progredisce con la crescita scheletrica e diventa evidente nei primi 18 mesi di vita. Quindi poi si stabilizza e rimane di quell’entità”.
Gallagher ha utilizzato studi genealogici per determinare l’influenza dell’ereditarietà sull’incidenza della lordosi nei Saddlebred. Dei 14 stalloni rappresentati da tre o più figli nel gruppo di studio, cinque apparivano nei pedigree lordotici. Il fatto che la deformità non sia apparsa uniformemente in tutte le 14 famiglie ma sia apparsa con la stessa frequenza statistica in tutti i 12 allevamenti indica che i geni, non l’ambiente, sono l’influenza determinante.
“Possiamo sicuramente affermare che esiste un’importante componente genetica nella lordosi”, afferma Gallagher. “E data l’osservazione dell’unico caso radiografato in un cavallo, oltre agli studi sulla lordosi umana e canina, probabilmente la causa è un’emivertebra nella colonna vertebrale toracica. Il puzzle è come un singolo gene o una combinazione di due o più geni possono influenzare le singole vertebre”.
Gallagher ipotizza che la deformità derivi da un singolo gene recessivo o da un piccolo gruppo di geni nel pacchetto da 30.000 a 40.000 geni della specie. Affinché il tratto emerga in un individuo, sia il padre che la madre dovrebbero contribuire con i geni portatori di lordosi. Se solo un genitore contribuisse al tratto recessivo, il gene dominante nella coppia prevarrebbe e la colonna vertebrale si svilupperebbe normalmente. Il ricercatore sospetta anche che la ragione dell’insolita presenza di lordosi nei Saddlebred si sia data perché gli allevatori hanno selezionato la caratteristica positiva e dominante collegata al tratto recessivo. Le ossa fini della razza e la corporatura snella sono altre possibili caratteristiche collegate.
“Sembra che ci possa essere stato un qualche tipo di selezione per il gene o i geni che influenzano la lordosi”, dice Gallagher. “Non credo che gli allevatori abbiano selezionato per la lordosi in sé, ma per un effetto positivo alternativo dei geni. Se la lordosi è un carattere recessivo, la selezione è stata per l’effetto eterozigote [dominante] accoppiato con esso; ma con l’aumentata presenza della caratteristica nei riproduttori Saddlebred, c’è più possibilità per la prole di ricevere due geni recessivi e quindi essere affetta da lordosi”.
I geni specifici coinvolti nella lordosi non sono stati identificati, quindi non è attualmente disponibile un test basato sul DNA per lo screening della caratteristica recessiva. Né è stata effettuata un’analisi genealogica esaustiva dei riproduttori per identificare i portatori del tratto. Tuttavia, con la base genetica della deformità indicata, gli allevatori devono essere particolarmente cauti nella selezione degli stalloni da accoppiare con fattrici che hanno già prodotto puledri con lordosi precoce. Gli stalloni senza prole nota affetta dalla deformità sono ovviamente scelte sicure.
La lordosi colpisce cavalli di tutte le razze: né la varietà ad esordio precoce, né la forma ad insorgenza tardiva hanno un’influenza particolare sulla salute o sulla solidità dei cavalli. Le fattrici con il dorso insellato non hanno ulteriori problemi nel concepire, trasportare o partorire i loro puledri. I cavalli da prestazione non sono compromessi in misura significativa dalla lordosi.
“La lordosi è stata in qualche modo una questione controversa perché i cavalli colpiti sono in grado di essere montati, e con una sella la deformità non è particolarmente evidenti”, afferma Gallagher. “I cavalieri hanno opinioni diverse sull’effetto della lordosi sull’andatura, che può essere affrontato con la ferratura e l’allenamento”.
L’unica area di preoccupazione per i cavalli con curvatura spinale anomala è l’appoggio della sella, essendoci la possibilità di lesioni alla schiena. Un arcione che fa da ponte da una parte all’altra dell’incurvatura della schiena, esercitando una pressione estrema su quattro piccole aree, o concentrando il peso del cavaliere dietro al garrese, può causare molto disagio al cavallo. Il tono anormale dei processi dorsali di un cavallo con il dorso insellato può anche causare un doloroso conflitto tra osso e osso.
Gallagher non ricorda di aver visto un cavallo lordotico con evidenti lesioni alla schiena causate dalla monta a sella, ma ha osservato cavalli affetti che mostravano un discreto disagio sotto la sella, cosa che potrebbe essere stata associata a dolore. Un’attenta selezione della sella e un’adeguata imbottitura sono le considerazioni principali nell’equipaggiamento dei cavalli affetti da lordosi.
(16 aprile 2023) © S. Scatolini Modigliani; riproduzione riservata; fonte principale: equusmagazine.com; foto: via facebook