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La copertura della Finale di Coppa del Mondo a Riyadh nella bufera etica

La copertura della Finale di Coppa del Mondo nella bufera etica
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17 aprile 2024

Questo weekend la Finale della Longines FEI Jumping World Cup™️ 2024 prende il via a Riyadh, in Arabia Saudita. Questa Finale è uno degli eventi principali dell’anno per la Federazione Equestre Internazionale, e l’Arabia Saudita è stata scelta come sede attraverso un’assegnazione del Consiglio della FEI stesso, già nel 2019. Diverse Testate giornalistiche nel mondo hanno però scelto di non coprire l’importante evento; vediamo perché.

Non coprire la Finale di Coppa del Mondo di quest’anno, e nemmeno pubblicare i comunicati stampa della FEI relativi all’evento: World of Showjumping, Eurodressage, The Horse Magazine sono tra le testate che hanno annunciato forfait, rispetto alla regolare prassi di comunicazione e divulgazione dei risultati sportivi, come la nostra, specie degli eventi maggiori. La motivazione è seria, e vede una presa di posizione importante e significativa che si dibatte tra etica, dovere e rischio di noncuranza.

La reputazione dell’Arabia Saudita nello sport equestre – ma non solo – e come paese di sportwashing non è particolarmente brillante. Tristemente nota, ripetutamente, come trasgressore dei diritti umani, nel caso di questa Finale di Coppa del Mondo c’è anche sul tavolo il Montepremi più alto mai visto prima, con 400.000 euro in palio nel dressage e 2,6 milioni di euro nel salto ostacoli.

Uomini e donne che competono alla pari è uno degli aspetti unici dello sport equestre, come nel salto ostacoli e nel dressage, le due discipline delle finali a Riyadh. La FEI promuove l’uguaglianza di genere e l’inclusione come alcuni dei valori fondamentali degli sport equestri, e esprime sostegno alla comunità LGBTQ+. Tuttavia, nel 2019 il Consiglio della FEI ha scelto di assegnare la Finale della Longines FEI Jumping World Cup™️ 2024 all’Arabia Saudita (decisione “sorprendente” per la maggior parte delle persone), un Paese dove le donne sono soggette a molte restrizioni discriminatorie in diversi ambiti come documentato da numerose organizzazioni e istituti per i diritti umani. Inoltre, l’Arabia Saudita è nella lista di Amnesty International dei ‘7 Paesi discriminatori (o pericolosi) per le persone LGBT+’. Un recente articolo su The Guardian, scritto da Lina al-Hathloul, responsabile del monitoraggio e della difesa presso ALQST for Human Rights, offre un’illuminante lettura sulla realtà delle attiviste femminili in Arabia Saudita. “La comunità internazionale deve chiedere conto all’Arabia Saudita per le gravi violazioni dei diritti umani, al fine di non permettere che il lavaggio di immagine sportivo e le partnership con celebrità distraggano dalla realtà della vita per i cittadini del regno,” scrive l’autrice.

A fronte di questo, i colleghi hanno semplicemente trovato eticamente difficile promuovere e divulgare a cuor leggero tutto ciò che riguarda la Longines FEI Jumping World Cup™️ di Riyadh di quest’anno, dove anche le assegnazioni dei candidati idonei sono state oggetto di molte discussioni, viste le molte rinunce tra i primi “titolati”. “L’unica ragione per cui i sauditi spendono miliardi di dollari in determinati sport è cercare di migliorare la loro reputazione sulla scena mondiale. Quindi, se copriamo le finali della Coppa del Mondo, aiuteremo direttamente i sauditi con il loro repulisti di condotta tramite lo sport. Non va proprio bene” (C. Hector / The Horse Magazine).

La redazione di Equestrian Insights, che peraltro è al 100% femminile, è stata a sua volta nel dilemma circa il da farsi; abbiamo scelto di procedere comunque nel lavoro dei prossimi giorni di informazione e divulgazione dei risultati per rispetto degli atleti che concorreranno in Coppa del Mondo, che nulla c’entrano con la scelta della location per questa Finale. Resti però forte il nostro sostegno ai colleghi che hanno deciso di non farlo e la condivisione della critica di cui sopra. Ogni nostro articolo relativo alla Coppa del Mondo dei prossimi giorni porterà in calce proprio questo messaggio: stop sportwashing & discrimination.

© B.Scapolo – riproduzione riservata; foto X FEI Global

Redazione EQIN
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