Che cos’è la sindrome navicolare nei cavalli?

08 ottobre 2020 #focus
La Sindrome Navicolare è una delle patologie più diffuse quale causa di dolore e zoppia nei cavalli. Vediamo di cosa si tratta, partendo dalla descrizione di base dell’apparato navicolare del piede equino: noto anche come apparato podotrocleare, comprende l’osso navicolare, la borsa navicolare, il legamento sospensorio dell’osso navicolare e il tendine flessore digitale profondo (FDP). Un lato dell’osso navicolare (la superficie flessoria) confina con il FDP. La borsa navicolare “ammortizza” il contatto tra le due strutture, aiutando a ridurre l’attrito mentre il FDP si sposta sull’osso navicolare.
Di che cosa si tratta?
La patologia, di solito, colpisce entrambi gli arti anteriori, anche se in maniera differente. L’origine è da localizzarsi nella parte posteriore del piede; le strutture anatomiche colpite sono l’osso navicolare, la borsa podotroclerae del navicolare ed il flessore digitale profondo che, come abbiamo detto sopra, vanno a costituire l’apparato podotrocleare insieme ai legamenti sesamoidei (l’osso navicolare si chiama anche sesamoide distale) ed al legamento anulare digitale distale.
Solo quando si possono riscontrare radiologicamente alterazioni, che si considerano permanenti, si parla di disease, vera e propria malattia; negli altri casi, di sindrome (ossia di un insieme di sintomi e segni clinici che rappresentano le manifestazioni cliniche di una o diverse alterazioni indipendentemente dall’eziologia che le contraddistingue).
Mentre la sindrome è sempre associata a sensibilità o dolore, le alterazioni permanenti subite dalle ossa che ad essa possono seguire ed accompagnarsi possono essere “mute” se il resto della struttura (i tessuti circostanti molli) riescono a recuperare la funzione e seppur nell’aterazione, l’insieme dell’apparato si è stabilizzato ed adattato. Da ricordare il ruolo fondamentale svolto dalle strutture dei tessuti molli che circondano l’osso navicolare: lo sostengono durante la posizione eretta e il movimento.
Quali sono le principali alterazioni dovute alla sindrome navicolare?
Le strutture anatomiche interessate dalla sindrome navicolare vanno incontro ad alterazioni degenerative quali la sclerosi dell’osso subcondrale, lesioni litiche (perdita di matrice ossea), erosioni, entesiofiti (vegetazioni ossee che originano in corrispondenza delle inserzioni muscolari tendinee e legamentose) ed aderenze tra il tendine del digitale profondo e l’osso navicolare. Se una o più di queste strutture vengono compromesse, uno sforzo eccessivo sull’osso può portare a degenerazione o rimodellamento.
E’ per questo motivo, ossia un ritardo nel coinvolgimento e la diversa capacità di recupero dei vari tessuti (tendini, borse, vasi, ossa), che cavalli con evidenze radiografiche alla navicolite possono comunque risultare asintomatici mentre soggetti apparentemente integri manifestano dolore e zoppia. Da evidenziare che cavalli con evidenze radiografiche minime hanno grandi speranze di riprendere la vita sportiva. Casi più “avanzati” vengono trattati “tradizionalmente” secondo i canoni della mascalcia correttiva, realizzando di fatto la possibilità di impegnare immediatamente o a brevissimo termine l’equide.
La soluzione sta nel recupero delle funzioni grazie all’”esercizio adeguato” di tutto ciò che è recuperabile, ma nessuna terapia è da intendersi come totalmente risolutiva.
Fattori scatenanti:
Cause genetiche, difetti di conformazione del piede ed il lavoro su terreni duri che stressano l’articolazione sono fattori predisponenti la sindrome navicolare. La ferratura è ritenuta, insieme ad un errato pareggio, la causa primaria di navicolite. Il dolore a sua volta viene gestito dall’animale con posizioni, movimenti ed appoggi che aggravano il quadro.
Sintomi:
Possiamo renderci contro del problema osservando alcuni comportamenti del cavallo: inciampa, cerca di deviare il suo peso in modo da non gravare sui talloni, posa prima le punte degli zoccoli, presenta zoppia degli arti anteriori, manifesta dolore dopo l’esercizio, ha un’andatura strascicata o a passo corto, sposta frequentemente il peso da un piede all’altro.
Se ad un cavallo viene diagnosticata la navicolite è importante che proprietario, veterinario e maniscalco lavorino in stretta collaborazione. La frequente prassi di sferrare il cavallo e farlo riposare al prato scalzo è molto discussa tra gli specialisti: soprattutto perché vanno valutato bene i terreni sui quali si muoverà il cavallo sferrato; oggi esistono molti trattamenti e terapie che possono sortire risultati significativi, e per questa ragione si raccomanda sempre di affidarsi al proprio veterinario.
© Serena Scatolini Modigliani; riproduzione riservata; fonti principali: thehorse.com; renvet.com; bitlessandbarefoot-studio.org/; foto © EqIn