Colla scaccia chiodo: una valida ferratura alternativa
CavalDonato Communication #approfondimenti
Partendo dal punto di vista che nella ferratura tradizionale il chiodo, attraversando la muraglia, causa sempre e comunque un danno meccanico, le cose possono ulteriormente complicarsi quando ci si trovi nella tutt’altro che rara circostanza di dover ferrare giovani cavalli (puledri) o cavalli che hanno subìto danni alla porzione tra i ribattini dei chiodi ed il ferro, o di soggetti i cui zoccoli abbiano subìto una recisione importante o, ancora, in presenza di equidi affetti da patologia che renda lo zoccolo particolarmente fragile (ad esempio nei purosangue) e/o gravemente compromesso (come, a titolo di esempio, in casi di laminite). Ferrare in maniera tradizionale a questo punto diventa difficile, se non impossibile o comunque sconsigliabile.
Per far fronte a queste ed altre situazioni, in epoca recente la ricerca di nuovi sistemi di protezione del piede del cavallo che prescindano dall’uso dei chiodi è progredita, approdando a due diverse modalità con cui procedere alla conservazione di questa fondamentale parte anatomica del nostro cavallo: le cosiddette “scarpette” (che sono allacciabili, rimovibili) e i vari sistemi di ferratura incollati alla muraglia (ovviamente inamovibili).
Ci concentriamo su quest’ultimo sistema, e ne parliamo con il maniscalco Mattia Rongoni, che ricorre da tempo e con successo a questi avveniristici sistemi:
[MR]: “Nella mia attività utilizzo questo tipo di ferratura non solo in presenza di patologie o lesioni accidentali del piede del cavallo; non dimentichiamoci infatti che in presenza di uno zoccolo con muraglia particolarmente fine il chiodo può sempre accidentalmente andare a lesionare il cheratoforo sottostante la muraglia o il cheratogeno della suola; sta quindi al maniscalco individuare questa particolare situazione e consigliare un tipo di ferratura non tradizionale.
La tecnica, pur essendo ormai più che collaudata, presenta alcune difficoltà specie in fase preliminare; occorre infatti “preparare” in maniera opportuna il piede del cavallo a ricevere una ferratura con questa modalità. Tutto il materiale sfaldabile va infatti attentamente individuato e rimosso dalla muraglia così da poter contare su una solidità della base ove andremo ad operare“.
“La parete verrà irruvidita attraverso l’uso della raspa (nel caso in cui la colla che andremo ad adoperare fosse piuttosto densa), mentre, in presenza di colla più fluida, occorrerà limare in modo tale da rendere la parete più liscia possibile. In entrambi i casi la zona da trattare andrà primariamente sgrassata con dei solventi.
Non dimentico mai di proteggere la corona con una idonea fasciatura, così da evitare che entri a contatto con la colla (cosa che infastidirebbe il cavallo). La fasciatura va applicata previo riscaldamento.
La posa dei ferri è naturalmente piuttosto laboriosa rispetto alla ferratura tradizionale; diciamo che occorre molta concentrazione e precisione visti i materiali che si adoperano, ma vale la pena ricordare che l’elasticità che questi “ferri” conferiscono al piede li rende altamente raccomandabili in presenza delle problematiche a cui facevamo riferimento prima.
Tra i principali “difetti” di questa particolare ferratura, certamente vi è il costo e una durata più breve rispetto ad un intervento di mascalcia tradizionale. Questa critica deve però assolutamente tenere conto del fatto che tali ferrature, come abbiamo visto, vengono solitamente applicate su zoccoli molto fragili e danneggiati e quindi con naturale limitata resistenza della muraglia residui; è ovvio che non si possa paragonare ad una ferratura tradizionale con chiodi, ma rimane il fatto che, proprio nei casi citati, questa non potrebbe essere effettuata. Inoltre, in presenza di equide affetto da gravi infiammazioni del piede, ferrare applicando chiodi risulterebbe traumatico e nella maggior parte dei casi verrebbe sconsigliata anche dal veterinario curante.
© Riproduzione riservata
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Partendo dal punto di vista che nella ferratura tradizionale il chiodo, attraversando la muraglia, causa sempre e comunque un danno meccanico, le cose possono ulteriormente complicarsi quando ci si trovi nella tutt’altro che rara circostanza di dover ferrare giovani cavalli (puledri) o cavalli che hanno subìto danni alla porzione tra i ribattini dei chiodi ed il ferro, o di soggetti i cui zoccoli abbiano subìto una recisione importante o, ancora, in presenza di equidi affetti da patologia che renda lo zoccolo particolarmente fragile (ad esempio nei purosangue) e/o gravemente compromesso (come, a titolo di esempio, in casi di laminite). Ferrare in maniera tradizionale a questo punto diventa difficile, se non impossibile o comunque sconsigliabile.
Per far fronte a queste ed altre situazioni, in epoca recente la ricerca di nuovi sistemi di protezione del piede del cavallo che prescindano dall’uso dei chiodi è progredita, approdando a due diverse modalità con cui procedere alla conservazione di questa fondamentale parte anatomica del nostro cavallo: le cosiddette “scarpette” (che sono allacciabili, rimovibili) e i vari sistemi di ferratura incollati alla muraglia (ovviamente inamovibili).
Ci concentriamo su quest’ultimo sistema, e ne parliamo con il maniscalco Mattia Rongoni, che ricorre da tempo e con successo a questi avveniristici sistemi:
[MR]: “Nella mia attività utilizzo questo tipo di ferratura non solo in presenza di patologie o lesioni accidentali del piede del cavallo; non dimentichiamoci infatti che in presenza di uno zoccolo con muraglia particolarmente fine il chiodo può sempre accidentalmente andare a lesionare il cheratoforo sottostante la muraglia o il cheratogeno della suola; sta quindi al maniscalco individuare questa particolare situazione e consigliare un tipo di ferratura non tradizionale.
La tecnica, pur essendo ormai più che collaudata, presenta alcune difficoltà specie in fase preliminare; occorre infatti “preparare” in maniera opportuna il piede del cavallo a ricevere una ferratura con questa modalità. Tutto il materiale sfaldabile va infatti attentamente individuato e rimosso dalla muraglia così da poter contare su una solidità della base ove andremo ad operare“.
“La parete verrà irruvidita attraverso l’uso della raspa (nel caso in cui la colla che andremo ad adoperare fosse piuttosto densa), mentre, in presenza di colla più fluida, occorrerà limare in modo tale da rendere la parete più liscia possibile. In entrambi i casi la zona da trattare andrà primariamente sgrassata con dei solventi.
Non dimentico mai di proteggere la corona con una idonea fasciatura, così da evitare che entri a contatto con la colla (cosa che infastidirebbe il cavallo). La fasciatura va applicata previo riscaldamento.
La posa dei ferri è naturalmente piuttosto laboriosa rispetto alla ferratura tradizionale; diciamo che occorre molta concentrazione e precisione visti i materiali che si adoperano, ma vale la pena ricordare che l’elasticità che questi “ferri” conferiscono al piede li rende altamente raccomandabili in presenza delle problematiche a cui facevamo riferimento prima.
Tra i principali “difetti” di questa particolare ferratura, certamente vi è il costo e una durata più breve rispetto ad un intervento di mascalcia tradizionale. Questa critica deve però assolutamente tenere conto del fatto che tali ferrature, come abbiamo visto, vengono solitamente applicate su zoccoli molto fragili e danneggiati e quindi con naturale limitata resistenza della muraglia residui; è ovvio che non si possa paragonare ad una ferratura tradizionale con chiodi, ma rimane il fatto che, proprio nei casi citati, questa non potrebbe essere effettuata. Inoltre, in presenza di equide affetto da gravi infiammazioni del piede, ferrare applicando chiodi risulterebbe traumatico e nella maggior parte dei casi verrebbe sconsigliata anche dal veterinario curante.
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