Dimmi come preferisci trottare, e ti dirò chi sei…

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Trotto seduto o sollevato? A seconda della disciplina si tende a privilegiare un metodo piuttosto che un altro, ma indipendentemente dalle tradizioni o dalle mode di uno sport, dobbiamo considerare l’impatto della nostra forza / peso sulla struttura fisica del cavallo, non meno che la nostra bravura e scioltezza nel seguirne l’andatura. Nel complesso, la schiena di molti cavalli soffre gli effetti di un trotto seduto prolungato (e magari malamente condotto). Le andature del cavallo possono sempre essere migliorate, i muscoli rinforzati e l’energia ripristinata trascorrendo più tempo sollevati.
Al fine di sviluppare un assetto equilibrato e indipendente che non intralci il cavallo, ma che piuttosto gli consenta di muoversi con la massima facilità ed efficienza, il cavaliere deve avere flessibilità nelle gambe, nei fianchi e nella parte bassa della schiena (colonna lombare), stabilità nel bacino e forza nel “core” (il core rappresenta il complesso muscolare coxo-lombo-pelvico ed è la zona da cui dipende l’efficienza e l’efficacia statica e dinamica del corpo umano; in sintesi è un raccordo di muscoli che ha due funzionalità: quella di stabilizzare e di fungere da vero e proprio “link” per il trasferimento di forze dagli arti inferiori agli arti superiori e viceversa). Queste qualità consentono al cavaliere di mantenere una postura eretta, ferma ed elastica, non rigida, poiché lo stare in sella è una condizione dinamica e richiede una serie costante e ripetitiva di contrazioni muscolari.
Uno studio condotto da ricercatori statunitensi e olandesi lo ha recentemente confermato, utilizzando telecamere per l’analisi del movimento e cuscini/sottosella elettronici utili a valutare la pressione della sella per studiare gli effetti del peso dei cavalieri. Sebbene ovviamente ci sia sempre un certo grado di pressione sulla schiena del cavallo da quando il cavaliere sale in sella, le forze esercitate sono parimenti significativamente inferiori durante il trotto sollevato rispetto a quando si è seduti. Il messaggio generale qui è che il trotto seduto crea il massimo impatto e forza sulla schiena del cavallo, mentre l’inforcatura – e le variazioni di seduta più leggere – ne creano molto meno. Va da sé, quindi, che senza un assetto ben calibrato e quasi esperto, il trotto seduto può nuocere alla mobilità della schiena del nostro compagno di sport.
Inoltre, gli stessi ricercatori hanno evidenziato come la schiena del cavallo si estenda di più (le vertebre si allontanano l’una dall’altra) quando viene caricata al trotto seduto. Tuttavia, durante il trotto sollevato, la schiena si flette di più. Questi risultati convalidano la convinzione di lunga data di molti addestratori che battere la sella sia molto meglio per la schiena di un cavallo giovane, al fine di consentirgli di arrotondarla e fletterla (avvicinando le vertebre). Questa modalità di trotto non dovrebbe, tuttavia, essere riservata ai soli cavalli giovani, ma mantenuta nel tempo come esercizio anche per cavalli più esperti e adulti.
Quello che possiamo dedurre da questo studio è che, anche con un cavallo ben muscolato e maturo, i periodi sull’inforcatura al trotto gli permettono di lavorare con la schiena flessa e meno carico, pur essendo il trotto seduto ovviamente indispensabile anche per sviluppare le capacità di un cavaliere. Tuttavia, non bisogna dimenticare di intervallare i due periodi di lavoro al trotto: ciò permetterà di mantenere le andature di un cavallo più fresche e farà sì che la sua schiena adotti uno schema esteso o crei muscoli forti e tesi per accogliere un impatto di forza costante.
È interessante notare che la ricerca preliminare ha anche indicato che la gamma totale di flessione laterale è maggiore durante il trotto in sollevato rispetto al trotto seduto. Sono necessarie ulteriori ricerche, ma per ora ciò potrebbe indicare che il sollevarsi al trotto durante gli esercizi laterali (cessione della gamba, ecc.) può offrire indiscutibili vantaggi al cavallo. Lo studio basato su dati scientifici arriva a sdoganare l’idea radicata, in particolare nella disciplina del dressage, che i movimenti laterali debbano essere richiesti principalmente al trotto seduto.
(03 maggio 2023) © S. Scatolini Modigliani – riproduzione riservata; fonte principale: horsejournals.com; foto: © EqIn