Herning 2022, focus sul benessere del cavallo e l’attenzione al clima

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Herning 2022 [recente sede – lo scorso agosto – dei FEI World Championships per le discipline del salto, ostacoli, dressage e para dressage] ha voluto creare un modello per la sostenibilità nei grandi eventi sportivi. L’obiettivo è lo sviluppo di una nuova mentalità che vede la sostenibilità come opportunità, innovazione e valore aggiunto. Vediamo il resoconto fornito via Comunicato stampa dall’IJRC – International Jumping Riders Club.
L’approccio di Herning 2022 alla CO2 (anidride carbonica o biossido di carbonio) è stato quello di ridurre al minimo le emissioni, ove possibile, insieme ad altre iniziative: “Il maggiore impatto sul clima deriva dal trasporto da e verso la sede, ma è impossibile organizzare un evento senza cavalieri, cavalli e visitatori. Per questo motivo abbiamo deciso di offrire la possibilità di compensazione. Questo è il nostro pianeta e tutti noi dobbiamo essere parte della soluzione”, ha dichiarato il comitato organizzatore.
Anche la FEI e diverse federazioni equestri nazionali hanno aderito al progetto di protezione del clima insieme a Herning 2022 e in collaborazione con First Climate. Si tratta di un progetto di energia eolica nella Turchia nord-occidentale. Il parco eolico si trova sulle colline lungo la costa del Mar di Marmara, un’area che presenta le condizioni ideali per la produzione sostenibile di energia elettrica derivante dal vento. Il progetto dispone di 35 turbine eoliche che forniscono elettricità pulita a più di 100.000 persone all’anno.
Herning 2022 ha, inoltre, alzato l’asticella del welfare dei cavalli nei concorsi. Ottima la scuderizzazione e la gestione dei campi in tutte le discipline. Ogni 20 cavalli era prevista una pausa per la sistemazione dei terreni. Inoltre, il giorno precedente alle gare in notturna è stata data la possibilità a tutti di entrare nel campo gara illuminato per abituare i cavalli alle luci. Non ultimo, nell’ordine di partenza venivano indicati, con i nomi dei cavalli, oltre alla genealogia e al proprietario, anche il nome del groom. L’ulteriore passo ora sarebbe quello di aggiungere anche il nome del relativo allevatore.
La partnership uomo-cavallo
Il salto ostacoli, il dressage e il completo sono discipline sportive che risalgono a ben prima dello sviluppo degli studi sulla teoria dell’apprendimento – formatisi intorno agli anni ’60 e ’70 – e molti praticanti queste discipline sono riluttanti a introdurre modifiche ai propri metodi tradizioniali a favore di nuove ricerche etologiche.
Eppure l’opinione pubblica sta cambiando, e lo sta facendo molto velocemente, quindi bisogna esserne consapevoli e stare al passo con i tempi se vogliamo che il nostro sport e tutte le sue discipline sopravvivano o, meglio ancora, crescano ed evolvano. Per noi è innanzitutto necessario evolvere e acquisire una maggiore conoscenza dei cavalli, dei principi che ne regolano la vita in natura, del loro modo di comunicare e della loro psicologia dell’apprendimento. I segnali di stress sono più difficili da interpretare nei cavalli rispetto, ad esempio, ai cani, ma oggigiorno grazie a strumenti fotografici e riprese sempre più sofisticate e precise, è diventato possibile catturare anche le loro espressioni di disagio. La conoscenza dell’equitazione ha fatto immensi progressi e grazie a Internet e ai social media, le persone in generale stanno imparando rapidamente, e il nostro sport dovrà adattarsi al cambiamento e a questa nuova consapevolezza.
Muoversi verso il cambiamento
Bisogna anzitutto pensare all’armonia tra cavallo e cavaliere nonché al comfort del cavallo piuttosto che mirare ad ottenere risultati fugaci che provocano sforzi eccessivi o coercizione, che chiaramente causano stress agli animali. Si tratta di voler conoscere questa alternativa e applicarla, oltre ad essere aperti al cambiamento.
Oggi disponiamo di tutti i mezzi scientifici e delle conoscenze necessarie per garantire una convivenza armoniosa tra cavallo e cavaliere. In primo luogo, dobbiamo farlo consentendo ai cavalli di affrontare gli sport agonistici sulla base delle proprie potenzialità e senza obbligarli a fare ciò che non sono in grado di fare. Bisogna tenere a mente le principali fonti di stress: in primis i viaggi lunghi e spesso senza sosta da un capo all’altro del pianeta. Poi, show infiniti. Circuiti che coinvolgono tutti i livelli del nostro sport e nei quali spesso si osservano prestazioni poco dignitose. Competitività a tutti i costi. Una vita del genere non è adatta ai bisogni naturali dei cavalli. Non c’è vita sociale per loro. E l’elenco potrebbe essere molto più lungo.
Dobbiamo essere tutti creatori, sostenitori e agenti del cambiamento. Cominciamo con tutto ciò che è straordinariamente bello negli sport equestri. Ci sono tanti buoni esempi da seguire: cavalieri, groom, allenatori, istruttori che, indipendentemente dalla disciplina che hanno scelto o dal metodo che rappresentano, sanno ‘come si deve fare’ nel nome di una monta buona e leale. La lista è certamente lunga, per fortuna. Seguiamo gli esempi davanti ai nostri occhi. C’è un serio bisogno di un approccio equilibrato al nostro sport, oltre a una grande dose di buon senso.
Cavalli al centro
“C’è bisogno di riportare i cavalli al centro del nostro sport come soggetti e non come oggetti come invece sta accadendo adesso”. Queste le parole che, poco tempo prima della sua morte, Piero d’Inzeo pronunciò parlando con la direttrice dell’IJRC, Eleonora Ottaviani, mentre i due riflettevano insieme sulla situazione che stava vivendo il salto ostacoli e sul ‘big business’ che ora è al centro del nostro sport. E’ infatti sempre più evidente che è questa la direzione assunta dallo sport a cavallo, ed essere in grado di dare sempre priorità allo sport e alla meritocrazia sembra essere diventato estremamente difficile, se non impossibile. La priorità assoluta deve essere data alla vera abilità e allo sport puro in cui atleti, cavalli e cavalieri sono sempre al centro degli interessi delle federazioni nazionali e di tutti gli enti e le organizzazioni coinvolti. Qualcuno potrà naturalmente obiettare che è anche vero che è difficile rinunciare a ingenti introiti in nome della salvaguardia dell’integrità dello sport e in nome di ideali oggi spesso tristemente sottovalutati, come lo sono l’etica sportiva che differenzia il nostro sport in quanto l’unico a coinvolgere due atleti, cavallo e cavaliere/amazzone.
Quali sono gli ideali a cui dovrebbero tendere gli sportivi e quali sono i principi a cui dovrebbero ispirarsi? Una volta individuate le risposte è sempre opportuno approfondire le varie criticità dello sport, tenendo conto della realtà e dei tempi in cui viviamo, cercando di determinare regole e standard da seguire sulla base di quanto stabilito, nel rispetto non solo dei regolamenti ufficiali, ma anche con i principi morali sia collettivi che individuali, che, nel caso del nostro sport, coinvolgono sia i cavalli, sia i cavalieri.
(13 ottobre 2022) © Trad. it. a cura di S. Scatolini Modigliani; riproduzione riservata. Testo e foto © IJRC