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Jonty Evans & Art, il cavallo della gente: 5 regole per il suo benessere

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28 dicembre 2017 #focus

Vi ricordate di Jonty Evans e di Art, il cavallo della gente? Per il binomio olimpico formato dal campione completista irlandese e dal castrone ISH di 11 anni Cooley Rockers Drift (alias Art), l’estate scorsa si è mossa la potente macchina della solidarietà, che ha permesso ai due compagni di rimanere insieme nonostante l’improvvisa necessità della sua proprietaria di vendere il baio, compagno inseparabile della vita quotidiana e sportiva di Jonty (+info: clicca qui). Jonty e Art sono diventati la dimostrazione di come un sogno che sembra impossibile, se rincorso con il cuore e con il supporto di tante persone unite per uno scopo comune, possa diventare realtà.

Ma tenere accanto a sé il partner sportivo con il quale Jonty Evans ha conquistato la nona posizione ai Giochi Olimpici di Rio 2016 e vinto la Nations Cup a Boekelo era solo il primo dei sogni del cavaliere. Il secondo, forse ancora più importante, è quello di garantire per lui una vita sana e serena, così come dovrebbe essere nei desideri di ogni cavaliere, professionista o amatore. Evans durante la sua carriera ha lavorato per quattro anni con Andrew Nicholson, uno degli eventers di maggior successo del panorama equestre, convocato per sette volte ai Giochi Olimpici sotto la bandiera neozelandese, detentore del record per il maggior numero di partecipazioni portate a buon fine al completo più importante del mondo: Badminton (ben 37), in cui trionfa nell’emozionante edizione di quest’anno, 2017, e da Nicholson ha imparato molto. Tra le tante cose, un assunto fondamentale: man mano che i cavalli invecchiano la gestione deve cambiare. Condizione di cui si parla spesso, a conoscenza probabilmente di tutti, ma che non sempre si applica.

Tra le regole che appartengono ad un vasto e prezioso bagaglio di conoscenze, 5 sono quelle di cui il cavaliere irlandese ha deciso di fare tesoro per la gestione a lungo termine di un cavallo e, in particolar modo, per preparare al meglio Art in vista dei WEG 2018 (World Equestrian Games) e delle Olimpiadi di Tokyo 2020:

  1. I programmi di allenamento di cavalli giovani devono prevedere pause regolari; i cavalli di 5-6 anni di Jonty sono impegnati nelle competizioni sino al periodo autunnale. Successivamente, tolti i ferri, trascorreranno due mesi al paddock, per quello che sarà un recupero totale. Un periodo questo durante il quale, secondo Evans, un cavallo giovane ha occasione di maturare.
  2. Anche i cavalli più anziani hanno bisogno di pause, ma che siano moderate. Infatti, anche i cavalli più maturi, come Art, necessitano di periodi di riposo, i quali devono essere di molto più alternati al lavoro e si riconducono generalmente a circa due giorni di relax a settimana.
  3. La medicina veterinaria è da considerarsi un “pacchetto completo”. Grazie al progresso scientifico che ha caratterizzato la medicina degli ultimi decenni disponiamo di tutto ciò che occorre per prenderci cura al meglio dei nostri cavalli, ma non si tratta solo di rimetterli in salute dopo un infortunio o un singolo episodio traumatico, è necessario invece affrontare la tematica in modo più olistico. Occorre osservare il cavallo nel suo insieme, piedi, gambe, articolazioni, schiena, valutare i suoi punti di forza e suoi elementi di debolezza.
  4. Attenzione ai luoghi di lavoro e competizione. Le superfici e le strutture nelle quali ci troviamo a lavorare quotidianamente o a competere con il nostro cavallo sono senz’altro migliori di quelli di un tempo e continuano nel processo di miglioramento, ma non è sempre stato così. L’attenzione per i luoghi che decidiamo di frequentare è d’obbligo.
  5. Occhio ad una buona gestione del peso. Art, ad esempio, tende ad ingrassare. Da questo punto di vista è importante semplicemente cercare di non superare il limite oltre il quale il cavallo può tornare in forma. Sono le piccole cose come questa che ci consentono di avere più a lungo cavalli atleticamente performanti.

Avete letto consigli preziosi, non banalità: accortezze di cui è importante tenere conto quando cerchiamo, così come dovrebbe essere fatto, di capire e vedere il mondo dal punto di vista del cavallo. Con la stessa frase che ha dato inizio alla campagna di sensibilizzazione che ha portato Jonty a sancire l’unione definitiva con il suo Art, noi lo ribadiamo fermamente: it’s more than sport.

© M.C. Bongiovanni; – riproduzione riservata; fonte principale articolo: nfstyle.com; foto di copertina Jonty Evans and Cooley Rorkes Drift (Art) 2016 Rio Olympic Games / ©Lindsay Berreth per The Chronicle of the Horse

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Redazione EQIN
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