L’intelligenza ancora inesplorata dei cavalli
22 agosto 2024 #News
I cavalli sono animali molto intelligenti: ce lo dimostrano sia vivendo allo stato brado, tra i loro simili, sia e soprattutto, quando vengono addestrati in una scuderia. Nuovi e recenti studi hanno confermato che sono animali molto più intelligenti di quanto si possa immaginare. I cavalli hanno inoltre capacità cognitive evolute essendo in grado di comprendere ed interpretare il significato delle indicazioni umane.
L’intelligenza di questi grandi erbivori era già un concetto abbastanza diffuso tra le nuove generazioni di appassionati e di addetti ai lavori. Se fino alla metà del secolo scorso il rapporto tra esseri umani e cavalli era tutto basato sulla coercizione e su meccanismi premio-punizione (carota o bastone?), con l’affermarsi della doma naturale il mondo equestre ha subito una vera e propria rivoluzione.
Monty Roberts, famoso addestratore statunitense e pioniere della nuova interazione tra umano ed equino, nel suo libro “L’uomo che ascolta i cavalli” scrive che il cavallo è una delle creature più intelligenti che abbiamo su questo pianeta, ed è in grado di percepire cose che noi non possiamo nemmeno cominciare a comprendere. Il segreto è osservare i cavalli in natura, nelle relazioni con i loro simili, in modo da comprenderne il loro linguaggio.
Una ricerca condotta nel Dipartimento di scienze veterinarie dell’Università di Pisa ha dimostrato come i cavalli possiedano capacità cognitive evolute e memoria a breve termine. I risultati della ricerca, svolta da Paolo Baragli e Claudio Sighieri dell’ateneo pisano in collaborazione con Paola Lovrovich dell’Italian Horse Protection Association, sono stati pubblicati sull’ultimo numero della rivista internazionale Applied Animal Behaviour Science.
Si è scoperto che i cavalli sono anche in grado di cambiare la propria strategia nel momento in cui si rendono conto che l’informazione ottenuta non è fondamentale per raggiungere l’obiettivo, soprattutto se può essere conquistato più velocemente in altro modo; in altre parole, possiedono sofisticate capacità di trovare rapidamente soluzioni diverse ad uno stesso problema, basandosi sull’esperienza fatta.
E’ stato effettuato un test su 24 cavalli divisi in due gruppi. In entrambi i casi gli animali avevano di fronte tre secchi uguali e capovolti e dovevano indovinare sotto quale secchio si nascondesse un pezzo di carota. Ma in un caso dovevano trovare la carota senza alcuna indicazione o aiuto, mentre nell’altro potevano vedere la persona che si avvicinava al secchio, nascondeva la carota e poi se ne andava. Durante il test i cavalli hanno dimostrato di saper cambiare la propria strategia di ricerca per raggiungere il loro obiettivo, cioè la carota, nel più breve tempo possibile, a prescindere anche dagli indizi forniti dall’uomo.
In altre parole, i cavalli del gruppo che vedevano la persona nascondere la carota all’inizio sfruttavano questa indicazione ed erano più precisi, cioè andavano verso il secchio giusto, ma impiegavano più tempo. Con il succedersi delle prove gli animali hanno cambiato strategia e sono diventati meno precisi ma più veloci, capovolgendo anche tutti i secchi, sicuri comunque di trovare la carota. Sostanzialmente si può dedurre facilmente che le loro capacità cognitive sono nettamente superiori a quanto si credesse in passato e, soprattutto, che sanno mettere in atto furbizia e strategia per massimizzare le ricompense con il minimo sforzo.
Un altro interessante studio è stato condotto in Gran Bretagna dall’etologa Louise Evans. Insieme al suo team hanno messo alla prova un gruppo di 20 cavalli con un gioco semplice in apparenza: toccare un bersaglio per ottenere una ricompensa. Quando il bersaglio veniva mostrato insieme ad una luce, la ricompensa non veniva elargita. La luce doveva rappresentare un segnale di “stop”, ma i cavalli hanno continuato imperterriti a toccare il bersaglio, divorando le ricompense una volta che la luce si spegneva.
Successivamente i ricercatori hanno introdotto una “penitenza”: 10 secondi durante i quali i cavalli non potevano ottenere alcuna ricompensa se toccavano erroneamente il bersaglio mentre la luce di “stop” era accesa. A questo punto i cavalli, che fino a quel momento avevano toccato i bersagli indiscriminatamente, hanno immediatamente modificato la loro strategia. Hanno dimostrato di comprendere perfettamente le regole del gioco fin dall’inizio, ma di aver scelto deliberatamente di ignorarle fino a quando il costo degli errori non è diventato troppo alto.
© L. Badulescu – Riproduzione Riservata; fonti: focus.it tech.everyeye.it repubblica.it; Foto: © EqIn