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EQUESTRIAN INSIGHTS Salute e benessere del cavallo

Prestiamo attenzione: le principali piante velenose per i nostri cavalli

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22 agosto 2017 #focus

L’appagamento e il benessere di un cavallo passano certamente per il pascolo, ma anche per le distensive passeggiate con il suo cavaliere: insomma, mediante tutti i momenti fondamentali da trascorrere all’aria aperta. Tuttavia, una particolare attenzione è da prestare anche in questo caso dove, tra le tante specie vegetali amate dai nostri compagni, se ne celano alcune tanto pericolose quanto comuni, ampiamente diffuse sul nostro territorio e i cui effetti negativi non sono forse a conoscenza di tutti. In natura il cavallo sa identificare le piante nocive ed evita di mangiarle, ma un soggetto scuderizzato, appena viene portato al paddock o a brucare un po’ d’erba (vuoi anche durante il trekking), nella foga può non prestare attenzione a quel che mangia. Massimamente importante perciò è imparare a riconoscere le piante velenose per evitarle e salvaguardare la salute del nostro amico.

Riportiamo allora una piccola guida raccontando delle piante / alberi più comuni e velenosi per i cavalli, delle loro caratteristiche, quali sono i sintomi che comporta la loro ingestione e le precauzioni da adottare per evitarne il contatto:

Erba di S. Giacomo in un campo di grano

Erba di San Giacomo

Immediatamente riconoscibile per i fiori gialli a forma di stella, l’Erba di San Giacomo, scientificamente conosciuta come Jacobaea vulgaris, è un’erbacea perenne largamente diffusa sul territorio nazionale che cresce con facilità nei campi e nei prati aridi, assumendo talvolta per questo il carattere di specie infestante. Solitamente poco appetibile per i cavalli a causa del suo gusto amarognolo, diventa invece gradevole quando secca e, una volta ingerita, attacca rapidamente il fegato. A causa della sua pericolosità in alcune realtà europee, come ad esempio quella britannica, regolamenti applicati sul territorio sanzionano i proprietari che permettono o favoriscono la diffusione dell’Erba di San Giacomo su superfici dedicate a pascolo.

I sintomi: un segno precoce dell’avvelenamento da Jacobaea vulgaris è la perdita di peso nonostante la normale alimentazione. Agendo per tempo, gli effetti possono essere trattati con steroidi, diversamente il cavallo rischia la cecità e infine il collasso.

Precauzioni da adottare: controllare regolarmente il paddock e in caso di presenza di Erba di San Giacomo rimuoverla alla radice e bruciarla.

Foglie di sicomoro

Falso Platano o Sicomoro

Storicamente i sicomori non erano considerati dannosi per gli equidi, ma recentemente la condizione muscolare spesso fatale conosciuta come Atypical Myopathy (AM), diventata molto più comune nei paesi anglosassoni e innescata dall’ingestione di semi di sicomoro, foglie e piantine, ha portato l’attenzione su questa pianta. L’AM è un killer veloce, con un tasso di mortalità compreso tra il 75 e il 90% e per il quale non esiste attualmente un trattamento specifico.

I sintomi: letargia, sudorazione, rigidità muscolare, alta frequenza cardiaca, urina scura e difficoltà a permanere in piedi. I cavalli che ne sono affetti vengono spesso trovati sdraiati.

Precauzioni da adottare: la condizione di pericolosità si presenta nella stagione autunnale, quando i semi e le foglie cadono dai rami degli alberi. La precauzione principale consiste dunque nel procedere alla loro rimozione, sia in tale periodo che in primavera, alla comparsa. È opportuno poi recintare gli alberi eventualmente presenti all’interno del paddock e garantire ai cavalli l’accesso ad alimenti supplementari sufficienti per ridurre al minimo il rischio di alimentazione alternativa.

Quercia – particolare

Quercia

Alcuni animali selvatici si nutrono di ghiande per soddisfare le proprie esigenze nutrizionali, ma il cavallo non è tra questi. Gli acidi tannici e gallici contenuti nelle ghiande possono causare gravi danni al sistema gastrointestinale e ai reni. Non sono solo le ghiande, tutte le parti della quercia sono tossiche per i cavalli. Una particolarità: esistono prove aneddotiche che dimostrano come alcuni di loro sembrano diventare dipendenti dal frutto nutrendosene fino al punto di ammalarsi.

I sintomi: costipazione, perdita di peso, colica, sangue nelle urine e accumulo fluido nelle gambe (edema) possono indicare questo tipo di avvelenamento, ma la diagnosi specifica può essere difficile.

Precauzioni da adottare: evitare il pascolo in spazi dove dimorano piante di quercia, soprattutto in autunno quando le ghiande cadono al suolo. Il carbone attivo, che assorbe le tossine dall’intestino e ne consente il successivo smaltimento, è noto per essere un trattamento efficace se somministrato immediatamente dopo l’ingestione, previo parere veterinario.

Tasso – particolare

Tasso

Le foglie, i rami e la corteccia di questo albero sono interamente tossici per i cavalli e la dose letale può essere estremamente piccola. Gli alcaloidi tossici della pianta, le taxine A e B, sono estremamente veloci: cavalli sono stati trovati morti con ancora le foglie dell’albero in bocca. L’ingestione di componenti di questa pianta, anche se dal gusto amaro, è una delle cause più comuni di avvelenamento in Francia e Belgio.

Sintomi: il cavallo muore per arresto cardiaco, preceduto da mancanza di coordinamento, difficoltà respiratorie, ritardi cardiaci e convulsioni.

Precauzioni da adottare: non esiste alcun trattamento. Impedire ai cavalli l’accesso a prati e pascoli con presenza della pianta o dove è presente il rischio che i rami tagliati vengano gettati.

Felce

Felce

Tipica di prati e brughiere non è comunemente appetibile per il cavallo, a meno che il pascolo non sia particolarmente povero. Dannosa solo se ingerita in grandi quantità, come potrebbe avvenire nel corso di un paio di mesi.

Sintomi: l’avvelenamento da felce provoca sintomi neurologici che possono includere nervosismo, scosse, spasmi muscolari, cecità e convulsioni. Può essere trattato con supplemento di tiamina prescritto da un veterinario se riscontrato tempestivamente.

Precauzioni da adottare: i cavalli di solito evitano la felce, ma se ne risultano particolarmente attratti è bene rimuovere le piante eventualmente presenti nel paddock. Su una superficie dove è consentito all’erba di crescere in abbondanza il cavallo non avrà motivo di interessarsi a questa specie vegetale.

Oleandro

Oleandro & Co.

Per quanto riguarda gli arbusti, in generale è bene cercare di evitarli e quindi di eliminarli dal pascolo se frequentato dai nostri cavalli. Alcuni nomi pericolosi: la tuja, il lauroceraso, l’oleandro, il bosso, il maggiociondolo. Le conseguenze dell’ingerimento sono gastroenteriti, problemi respiratori, digestivi e nervosi. Purtroppo, essendo queste piante molto belle e assai decorative, si finisce per incontrarle anche nei centri ippici: ne siamo stati testimoni diretti (incredibile ma vero)! Prestiamo pertanto molta attenzione, specie durante le trasferte.

©Maria Cristina Bongiovanni – riproduzione riservata; fonte principale Horse&Hound; foto alberi/erbe/arbusti fonte web; copertina: ©EqIn

 

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