Scavi Pompei, una scoperta eccezionale: la sagoma intera di un cavallo
11 maggio 2018 #news
Nello scavo di Civita Giuliana, nei pressi di Pompei, il ritrovamento di una stalla con resti equini ha restituito per la prima volta, attraverso la tecnica dei calchi in gesso, la sagoma intera di un equide. Un’operazione resa possibile da una circostanza favorevole molto rara: infatti, grazie a un vuoto causato dal deperimento di materiale organico, è stato possibile effettuare un calco in gesso dell’equide.
L’esemplare, poggiato a terra sul fianco sinistro, riporta segni visibili dell’attività dei tombaroli, a cui si deve per altro il ritrovamento. Nonostante la loro attività, i resti scheletrici dell’animale sono rimasti intatti e, data la buona ossificazione, riconducono ad un esemplare adulto. Informazioni più complete sull’animale, come lo stato di salute, potranno essere acquisite con l’esame radiologico. Anche se l’attribuzione della specie non è certa al 100%, dall’analisi preliminare condotta sulla morfologia, sulle proporzioni, dell’altezza al garrese e, soprattutto, dall’esame autopico dell’impronta dell’orecchio sinistro, l’ipotesi più probabile è che l’esemplare sia proprio un cavallo (Equus Caballus).
L’altezza rilevata al garrese, di circa 150 cm, tenendo conto delle dimensioni ridotte dei cavalli dell’epoca, suggerisce l’esistenza di individui altamente selezionati nell’area di Pompei nel 79 d.C. La presenza, nella zona del cranio, di finimenti in ferro con borchie lavorate in bronzo lascia pensare a un ruolo di rappresentanza di questo animale nelle parate dell’epoca. La sua appartenenza alla razza nobile (Columella, De Re Rustica, IV, 27), viste le dimensioni e il pregio dei finimenti, indica l’appartenenza del suo proprietario a una categoria nobile o benestante.
©Diana Migliaccio; riproduzione riservata; fonte e foto: amalfinotizie.it