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Alla ricerca del cavallo “in accordo”: all’Università Cattolica grande affluenza per il Convegno sulla relazione tra uomini e cavalli

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23 marzo 2016 – CavalDonato Communication con Cavallo2000

La relazione millenaria uomo-cavallo fra passato e futuro

La relazione millenaria uomo-cavallo fra passato e futuro

Si è svolto lunedì 21 marzo 2016, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, il convegno “La relazione millenaria uomo-cavallo fra passato e futuro“, organizzato da Cavallo 2000 (Maria Lucia Galli) e dall’Asom – Cavalli in Carcere (Associazione Salto Oltre il Muro: Claudio Villa e Francesca Manca), con la collaborazione di CavalDonato Communication nella presentazione e divulgazione dell’evento (clicca qui).

Nonostante alcune assenze tra i relatori (per impedimenti personali Sara Morganti e Giancarlo Mazzoleni; Luca Maria Moneta, in rientro domenica 20 marzo dal Sunshine Tour 2016, è purtroppo rimasto bloccato in Spagna per uno sciopero dei voli), questo primo appuntamento di approfondimento e dibattito sulla relazione tra uomo e cavallo è stato certamente un successo, con un ampio e vivo riscontro del pubblico (gremita l’Aula Manzoni della Cattolica, con circa 280 posti, per tutta la giornata), molto attento e partecipe. Sara Morganti (amazzone e campionessa paraolimpica) ha voluto presenziare ugualmente inviando una nota scritta, della quale i contenuti, per importanza, non possono che essere divulgati: la troverete riportata nella sua interezza a piè di pagina di questo articolo. In rappresentanza dei cavalieri relatori, era presente al Convegno milanese l’amazzone internazionale di dressage Ester Soldi (Polizia Penitenziaria), che ha portato testimonianza della sua pluriennale esperienza personale con i cavalli.

Da sx, Maria Lucia Galli, Ester Soldi, Gianni Gamberini

Da sx, Maria Lucia Galli, Ester Soldi, Gianni Gamberini

In mattinata, durante la prima parte del Convegno, il focus delle comunicazioni dei relatori (appartenenti ad ambiti professionali diversi – biologia, psicologia, etologia) ha riguardato soprattutto i principali bisogni etologici del cavallo: tutti concordi nell’indicare come solo un equide perfettamente “in accordo” psico-fisico (con se stesso e con l’ambiente in cui vive) possa diventare un cavallo davvero equilibrato, capace di svolgere serenamente ogni attività e soprattutto di stabilire con l’uomo un rapporto veramente armonioso. Comune a tutti i relatori, pur nella differenza di approccio specialistico al tema, è stato anzitutto il rilevare la necessità di imparare a vedere il cavallo primariamente come un essere vivente che realmente pensa, ha delle emozioni e dei desideri. Bisogni a cui l’uomo, nel rapporto che stabilisce con l’animale, deve imparare a corrispondere. Da questo diverso punto di vista, i metodi “classici” dell’equitazione (dalla gestione dell’equide al suo addestramento/lavoro tramite sottomissione o coercizione) sono emersi essere spesso carenti sotto tanti aspetti: servono allora una nuova sensibilità, nuove prospettive di ricerca, nuovi saperi che siano capaci di osservare/interpretare/corrispondere adeguatamente al cavallo, con l’obiettivo primario dello sviluppo di un consistente rapporto con l’uomo, in totale armonia.

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Maria Lucia Galli


Con l’introduzione della Prof.ssa Mariateresa Cairo (Università Cattolica) e di Maria Lucia Galli (Cavallo 2000) qui soprattutto nelle vesti di moderatrice, si sono susseguite le relazioni dei due etologi (Prof. Michele Panzera – Università di Messina – e dott.ssa Rachele Malavasi), unite dall’intento di spiegare e mostrare tutte quelle situazioni che sono per il cavallo l’anticamera di una vera condizione di sofferenza, stress, alienazione (ad esempio un’inadeguata scuderizzazione e/o l’impossibilità di espletare i propri bisogni sociali), con tutti i problemi che ne conseguono.

Sulla stessa linea di ricerca di un rapporto “simpatetico” (dal greco συμπάθεια – sympatheia – parola che significa “patire insieme”, “provare emozioni con”) col cavallo anche Chaterine Senn (Saumur, France), amazzone, pedagogista e istruttrice di equitazione, che ha dettagliatamente illustrato la tecnica nell’addestramento dell’utilizzo della voce opportunamente modulata, la quale, intervenendo sulle emozioni del cavallo, può portare ad una profonda interazione/comunicazione nel binomio.

Al Centro della giornata è stato il grande interesse per l’operato di Claudio Villa (supportato da Francesca Manca) dell’Associazione ASOMCavalli in carcere (2a Casa di Reclusione Bollate – Milano)¸ primo esperimento in Italia e in Europa con cavalli che vivono all’interno di un carcere. Villa ha illustrato l’attività dell’Associazione che offre una seconda opportunità ad uomini e cavalli, insieme. Prezioso è infatti l’ausilio del cavallo come risorsa emotiva/soggetto relazionale e come veicolo per imparare una professione (sia interna, sia, nel futuro dei detenuti, esterna al carcere). Durante il Convegno, ha commosso il pubblico l’intervento del detenuto romeno Marius, che ha raccontato la sua bellissima esperienza con i cavalli (Marius ha inoltre imparato a Bollate la professione di maniscalco). Non da ultimo, l’attività di Asom è  risultata essere importantissima anche per la seconda chance donata dal Carcere a cavalli a fine carriera, sequestrati, destinati al macello, che a Bollate oggi vivono sereni con alti parametri di qualità della propria esistenza.

È stato inoltre accolto con grande interesse il lavoro dell’associazione Cavalli Maestri, presenti al Convegno con la Biologa e Istruttrice equestre Roberta Camoni e con la dott.ssa Alessia Giovannini (a cui CavalDonato Communication ha in precedenza dedicato un approfondimento: clicca qui). La Camoni in questa sede ha proposto un nuovo concetto di relazione con il cavallo che prende interamente le mosse dal mai scontato presupposto secondo il quale montare a cavallo non è un diritto, ma prima di tutto una responsabilità. La prospettiva dell’istruttrice equestre diplomata all’ “Ecole de Légèreté” di Philippe Karl ruota tutta intorno allo sviluppo della nostra affidabilità dal punto di vista del cavallo, e dunque sulla reale reciprocità che possiamo essere in grado di stabilire con il nostro compagno. Alessia Giovannini ha parlato invece della sua esperienza come psicoterapeuta specialista nella relazione di aiuto e del fondamentale ruolo dei cavalli quali co-facilitatori di consapevolezza. Ha descritto i numerosi benèfici utilizzati da tutte quelle pratiche che, nel lavoro con i cavalli, rientrano nel termine generale di “Equine facilitated/guided learning” (letteralmente: “Apprendimento guidato/facilitato dai cavalli”).

Numerose altre Associazioni hanno testimoniato la loro esperienza come operatori nel mondo equestre nella seconda metà della giornata: ricordiamo Andrea Montagnani con la Scuola di Equitazione Etica (SEE – approfondimento: clicca qui), che ha portato un importante contributo sulla variazione della funzione del cavallo nella sua millenaria presenza accanto all’uomo, mostrando come il passaggio dalla cultura rurale a quella urbana abbia indelebilmente modificato il ruolo dell’animale al nostro fianco: mancando oggi contesti di vera condivisione con la vita quotidiana dell’uomo (un tempo, impiegato nel lavoro e/o nella guerra, il cavallo era una risorsa oltremodo preziosa ed era dunque pienamente valorizzato), bisogna evitare il rischio di cadere in un’eccessiva antropomorfizzazione o reificazione dell’animale, si deve dunque primariamente cercare di stabilire con lui un rapporto pienamente consapevole dei suoi bisogni e delle sue necessità di equide (non è un oggetto, va considerato in quanto essere vivente, prima di tutto). Importante anche la testimonianza portata dalla dott.ssa Beatrice Garzotto per l’Associazione milanese Fienile Animato, che si occupa di programmi terapeutici psicologici rivolti a persone con problemi relazionali/affettivi/comportamentali ecc. con l’aiuto di diversi animali domestici, tra cui il cavallo (Equine Therapy). Presente al Convegno anche Gianni Gamberini dell’Associazione senese Cavalgiocare, impegnata a fondere gioco e addestramento equestre (oltre ad un’educazione motoria specificamente rivolta ai più giovani), con l’obiettivo di aumentare il livello di sensibilità e conoscenza pratico/teorica dei cavalieri di domani nel loro rapporto con i cavalli. Manuela Trovato ha fatto le veci di Giancarlo Mazzoleni, presidente della Società Italiana di Arte Equestre Classica (S.I.A.E.C.: per info, clicca qui), presentando l’operato dell’ormai celebre Scuola di Formazione, attiva dal 1998 nella diffusione di una cultura equestre classica in difesa del benessere del cavallo: si tratta infatti di pratiche di formazione (Metodo di Equimozione e Isodinamica – M.E.I.)  che vedono come risultato dell’addestramento non solo l’eleganza dei movimenti del cavallo, la sua più facile manovrabilità, la sua collaborazione, ma anche il miglioramento del suo stato fisico e psichico.

Importante la presenza al Convegno milanese di Progetto Islander e Italian Horse Protection (con Susi Cottica e Sonny Richichi), impegnati ad offrire tutela e salvaguardia a cavalli diversamente maltrattati, abbandonati a se stessi, vittime di abusi umani più o meno consapevoli. IHP è infatti una Onlus che opera per la tutela dei cavalli e degli altri equidi e gestisce il primo centro di recupero in Italia per equidi sottoposti a maltrattamenti nella tenuta Montericco, a Montaione (FI), più di 270 i cavalli salvati durante i sequestri. Sulla stessa linea Progetto Islander, associazione no profit nata nel 2012 con l’intento di promuovere una serie di iniziative volte alla difesa del cavallo e alla sensibilizzazione verso la triste realtà dei maltrattamenti. L’associazione si impegna attivamente nel portare alla luce dinamiche spesso tenute nascoste e si prodiga nella ricerca di fondi che supportino il recupero e la riabilitazione dei cavalli maltrattati. I cavalli recuperati vengono ricoverati e riabilitati presso il centro di recupero dell’associazione sito a Truccazzano (MI) presso le Suderie del Leon d’oro.

Il Convegno “La relazione millenaria uomo-cavallo fra passato e futuro“, organizzato da Cavallo 2000 (Maria Lucia Galli) e dall’Asom – Cavalli in Carcere con la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è stato dunque un appuntamento importante, si annuncia il primo di una lunga serie, anche in virtù della felice accoglienza del pubblico all’iniziativa.

Per tale ragione, come è stato detto in chiusura del Convegno milanese, invitiamo fin d’ora tutti gli interessati ad inviare a CavalDonato Communication (info@cavaldonatocommunication.com) e/o a Cavallo 2000 (info@cavallo2000.it) suggerimenti, consigli, indicazioni, preferenze per poter ideare e sviluppare insieme le future tappe di approfondimento sulla relazione uomo-cavallo. La vostra opinione #conta!

In conclusione, riportiamo la comunicazione di Sara Morganti letta pubblicamente in aula Manzoni lunedì 21 marzo 2016:

Mi presento per chi non mi conoscesse: sono Sara Morganti e sono un’atleta affetta da sclerosi multipla che pratica equitazione paralimpica a livello internazionale.
Ho iniziato a montare all’età di tredici anni e mi sono subito innamorata di questo splendido animale che si chiama cavallo.
Dopo essere entrata in contatto con questo meraviglioso essere, non ne ho potuto più fare a meno, tanto che mentre i miei coetanei privilegiavano passare le ore andando in giro per negozi, io sbrigavo velocemente i miei doveri per poter passare il maggior tempo possibile assieme ai cavalli.
Non era per forza necessario montare per essere felice. A me bastava spazzolarli, pulire i box, dare loro da mangiare. Ero felice anche solo del fatto che mi riconoscessero.
Passavo le mie estati dalla mattina alle sette alla tarda serata ad aiutare in una scuderia per poter avere il piacere, fine a se stesso, di stare con loro e di poter montare un pochino. Andavo in passeggiata e facevo lavoro in piano, salto ostacoli e cross country. Facevo anche qualche gara e sognavo un giorno di avere un cavallo mio, fare gare e magari diventare istruttore e avere un proprio centro ippico da poter gestire.
All’età di diciasette anni mia sorella maggiore e i miei genitori hanno acquistato una puledrina appena nata per me. Non aveva alcun valore economico e nessun possibile futuro agonistico, ma rappresentava la realizzazione del mio sogno di bambina di avere un cavallo tutto mio.
Essendo nata prematura le davo il biberon, sono stata io la prima a girarla alla corda, la prima a metterle la sella, la prima a montarla ed è rimasta con me finché non si è spenta all’età di 21 anni.
I cavalli hanno sempre rappresentato una sorta di via di fuga dalla realtà. Loro donano tantissimo e in cambio in realtà vogliono proprio poco.
Quando a diciannove anni mi è stata fatta la diagnosi di sclerosi multipla, ho pensato che la mia vita con i cavalli fosse a repentaglio. La prima cosa che ho chiesto alla neurologa è stata se io avrei potuto continuare a montare e se avrei potuto continuare a fare le gare. Lei mi disse che dovevo valutare io se fossero maggiori i pro o i contro. La risposta per me era senza ombra di dubbio che i pro non erano neanche comparabili ai contro.
Ho continuato a montare a cavallo e con il progredire della malattia ho dovuto trovare strategie diverse per poter comunicare loro quello che volevo chiedere. Penso che la difficoltà nella quale mi sono trovata a causa della patologia mi abbia regalato la possibilità di affinare certe sensibilità.
Con il progredire della malattia e la perdita di sempre maggiori funzionalità fisiche, ho cercato di sopperire alle mancanze attraverso lo studio di come funzionano i cavalli e di come si relazionano tra loro. Ho avuto la possibilità di fare un lavoro etologico per diverso tempo e ho avuto il piacere di poter girare il cavallo alla corda dalla mia sedia rotelle dirigendolo praticamente solo con lo sguardo.
Per poter migliorare tecnicamente nonostante la disabilità crescente, ho approfondito gli studi teorici per cercare le idonee strade alternative per poter richiedere l’esecuzione di determinati movimenti attraverso le mie abilità fisiche residue. Questo mio studio, l’impegno e soprattutto la forza di volontà alimentati dalla passione per quello che faccio, mi hanno condotto a dei risultati che io non avrei mai sperato, ma che non sarebbero stati possibili se il cavallo non fosse l’essere generoso e sensibile che è.
I cavalli riescono a venirci incontro attraverso una comunicazione che diviene sempre più invisibile. Molti dimenticano quanto siano sensibili questi esseri. A causa della loro natura di predati percepiscono, odono e vedono molto prima di noi e proprio su questa loro immensa sensibilità dovremmo tutti lavorare di più.
Oltre a essere sensibili sono generosi e hanno una grande capacità di adeguamento alle diverse situazioni. Riescono persino ad abituarsi a cavalieri che a causa delle distonie hanno movimenti involontari di arti superiori e inferiori. Nonostante che la comunicazione tra cavaliere e cavallo sia disturbata da tali movimenti involontari, i cavalli portano a termine imperturbabili, grafici vincenti in Paradressage a livello Internazionale.
Trovo che tutto questo sia semplicemente meraviglioso.
Grazie all’estrema sensibilità di questi grandi animali io e molti miei colleghi, sia qui in Italia sia nel mondo, nonostante le disabilità, abbiamo potuto realizzare i nostri sogni.
Grazie al cavallo ho potuto partecipare alle Paralimpiadi e vincere numerose medaglie molto importanti.
Nessuno ci crederà, ma per me il rapporto con il cavallo resta la parte più importante perché sono consapevole del fatto che le medaglie non arriveranno sempre, ma che il rapporto che ho con loro rimarrà.
La mia cavalla quando entro nella scuderia di ventisette box riesce a distinguere il suono non udibile della mia carrozzina e mi chiama. Si abbassa al livello della carrozzina per farsi mettere la cavezza e se la conduco alla longhina con la sedia a rotelle modula la velocità per stare al mio fianco. Quando monto riesce a percepire quando il dolore diventa troppo forte e si ferma mentre dal mio respiro capisce se deve aumentare o diminuire l’attività.
E io ho una certezza: tutto questo resterà sempre perché fa parte di una relazione infinita instaurata tra noi”.

Cavallo2000 comunica inoltre ai suoi lettori che a breve verranno pubblicati sul canale you tube del giornale tutti gli interventi dei relatori e che sono in corso di pubblicazione gli Atti del Convegno (Equitare Casa Editrice). Sarà nostra cura tenervi informati!

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