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Cavalli e gestione del cibo: una dinamica da non sottovalutare

Cavalli e gestione del cibo: non è cosa da sottovalutare 1
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Per tutti gli animali, cavalli compresi, il cibo è necessità ma anche interesse primario, non solo in quanto risorsa essenziale per la sussistenza, ma anche come fattore di supremazia, controllo, individuazione e mantenimento del proprio posto/ruolo nella gerarchia della vita in branco. Non cambiano di molto le dinamiche quando i cavalli sono scuderizzati e dipendono dall’uomo per alimentarsi: proprio dato l’alto potere del cibo per la vita in natura che riguarda la loro essenza sociale, gregaria e competitiva, vi sono degli errori da evitare in scuderia e delle accortezze da seguire. Le andiamo a scoprire insieme a Giulia Gaibazzi:

Il momento della distribuzione del cibo è più importante di quanto si creda. Come per altri animali, l’approccio alle risorse alimentari è un momento in cui
si stabiliscono le dinamiche gerarchiche tra gli individui: ignorarlo può mandare in confusione e stress il cavallo, oppure farci percepire come un sottoposto che cede la propria risorsa davanti a minacce di cui neppure si rende conto.

Quando il fieno è lasciato a disposizione le dinamiche sono più tranquille e rilassate, più la risorsa è limitata o appetibile e maggiore è il livello di stress al momento della somministrazione. Ecco perché dobbiamo ridurre i motivi di ansia durante la distribuzione della razione, facendo in modo che non sia eccessivamente limitata e frazionata. Anche il personale deve essere istruito su mettere in atto questa operazione correttamente. Lo stesso vale per i proprietari, nel momento in cui danno integrazioni o premi sotto forma di cibo ai cavalli. Il cibo può essere una motivazione formidabile durante l’insegnamento, ma è un’arma a doppio taglio se non facciamo attenzione alle modalità con cui lo forniamo.

Se abbiamo del cibo con noi, anche se è destinato al cavallo, è da considerarsi di nostra proprietà fino a quando non decidiamo di cederglielo. Se è una risorsa abbondante come il fieno o un secchio di mangime, potremmo anche decidere di riprendercelo e il cavallo dovrebbe accettare questa decisione senza mettere in discussione la nostra leadership. Questo è il motivo per cui, se non siamo in grado di fare rispettare il nostro spazio o la risorsa che stiamo cedendo, sarebbe meglio sistemare le razioni quando i cavalli sono lontani o esclusi dallo spazio in cui stiamo lavorando“.

Le indicazioni suddette sono oltremodo fondamentali e troppo spesso sottovalutate: infatti il cibo (fieno, pietanze ma anche ricompense) non dovrebbe essere mai, per nessuna ragione, elargito al cavallo con leggerezza, magari sulla base esclusiva delle sue troppo insistenti (a volte anche stravaganti e buffe) modalità di richiesta: va amministrato nel modo più coerente e regolare possibile. Nel caso delle somministrazioni ordinarie di cibo in scuderia, la puntualità quotidiana e la frequenza (più intervalli di somministrazione sempre agli stessi orari) sono le prassi sicuramente migliori da seguire, utilissime anche per evitare problemi di salute: il cavallo in quanto erbivoro è infatti una “macchina digestiva” strutturata per mangiare praticamente tutto il giorno (poco alla volta ma di continuo), dunque più saranno frequenti i passaggi in scuderia con fieno, pietanze ecc., meno problemi vi saranno, anche magari connessi alla competitività tra i cavalli presenti – che ovviamente vorrebbero tutti esser serviti/ mangiare per primi: più si riduce la necessità / attesa con passaggi frequenti di alimenti durante il giorno, più diminuirà anche lo stress e il nervosismo dei cavalli nei momenti in cui capiscono che sta per arrivare il cibo.

Le ricompense (zuccherino, carote, biscotti ecc.) meriterebbero un discorso a parte, ma va da sé che quello che comunemente può venire utilizzato ad hoc come rinforzo positivo nel training non deve arrivare a trasformarsi in un’arma ricattatoria da parte del cavallo nei confronti del proprietario troppo disponibile a viziarlo: non si dovrebbero confondere i tempi delle ricompense (“ti ricompenso quando hai eseguito e/o quando hai finito il lavoro”, non: “ti do lo zuccherino in anticipo così magari sei ben disposto”), perché talvolta queste leggerezze, sebbene ingenuamente compiute a fin di bene da proprietari dal cuore troppo tenero, possono involontariamente generare problemi comportamentali anche seri, tutti connessi al grandissimo valore che il cibo ha per il cavallo nella sua vita sociale (con uomini o altri cavalli che sia), cosa che spesso non si conosce o si sottovaluta.

Bibliografia: Giulia Gaibazzi, “GUIDA AL RISPETTO DEL CAVALLO. Garantirne il benessere psicofisico: gestione, relazione, equitazione“, EQUITARE EDIZIONI, pp. 85-87.

(23 febbraio 2022) © Redaz.; riproduzione riservata; foto © EqIn

 

 

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Redazione EQIN
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