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Come fanno i cavalli siberiani a sopravvivere a -70° ?

I cavalli siberiani che sopravvivono a -70°
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09 febbraio 2024 #news

Nonostante la regione della Yakutia, nella Siberia settentrionale, sia considerata una delle zone più fredde del pianeta, alcune razze di cavalli resistenti sono in grado non solo di sopravvivere, ma anche di prosperare in queste condizioni estreme. 

Grazie al loro folto mantello invernale, corpi compatti e gambe corte, i cavalli indigeni di Yakutia si sono incredibilmente adattati al clima gelido della regione. Ma non tutti sanno che possiedono anche un’altra abilità notevole. In risposta alle temperature estremamente basse, che nella Siberia Orientale possono arrivare fino a -70°C durante l’inverno, questi cavalli hanno sviluppato la capacità di ridurre il loro metabolismo e abbassare la loro temperatura corporea interna, in modo simile a quanto fanno gli animali che vanno in letargo. La differenza principale è che mentre gli animali in letargo rimangono inattivi durante questo periodo di torpore, i cavalli della Yakutia continuano a svolgere le loro normali attività quotidiane, quindi questo fenomeno è stato definito “letargo in piedi”. Non è noto se esistano altri cavalli nel mondo che abbiano questa capacità.

La velocità con cui i cavalli hanno sviluppato le loro caratteristiche metaboliche, anatomiche e fisiologiche legate alle basse temperature dell’Artico è impressionante. Uno studio del 2015 ha descritto questa rapida evoluzione dei cavalli, definendola “uno dei casi più veloci di adattamento alle temperature estreme dell’Artico”. Gli autori hanno analizzato i genomi dei cavalli della Yakutia attuali, così come campioni risalenti all’inizio del XIX secolo e a circa 5.200 anni fa. Questi genomi sono stati poi confrontati con quelli dei cavalli del Pleistocene superiore e dei moderni cavalli di Przewalski.

I risultati hanno mostrato che i cavalli della Yakutia attuali non discendono dai cavalli nativi che abitavano la regione fino al medio Olocene. Invece, sembra che siano stati introdotti dalla migrazione del popolo Yakut alcuni secoli fa. Un gruppo di cavalieri di lingua turca si stabilì nella regione insieme ai loro cavalli tra il XIII e il XV secolo. Questo significa che gli adattamenti alle temperature estreme si sono sviluppati in poche centinaia di anni, un periodo molto breve in termini evolutivi.

Gli studiosi hanno identificato, inoltre, evidenze di evoluzione convergente tra i cavalli della regione di Yakutia, le comunità umane autoctone e i mammut lanosi. L’evoluzione convergente è quel fenomeno riscontrabile quando diverse specie che occupano nicchie ecologiche simili, sviluppano adattamenti simili in risposta alle pressioni ambientali. Tale constatazione suggerisce che solo poche strategie evolutive riescono a garantire la sopravvivenza in ambienti estremamente freddi.

In sintesi, i cavalli di Yakutia hanno raggiunto un notevole successo adattativo. Secondo un recente studio sulla diversità genetica delle razze equine autoctone in Russia, essi rappresentano la specie indigena più resiliente alle basse temperature. Dotati di un mantello folto, corporatura robusta ed un metabolismo affine a quello degli scoiattoli, essi sono in grado di mantenere il tepore corporeo anche di fronte a bruschi crolli termici.

Il documento scientifico del 2015, pubblicato sulla prestigiosa rivista PNAS, ha messo in luce l’unicità e il valore del patrimonio genetico dei cavalli di Yakutia. La loro rapida evoluzione e la capacità di adattarsi a un ambiente così estremo, costituiscono un esempio straordinario di come le specie possono modificarsi in risposta ai cambiamenti climatici e ambientali. La loro storia funge anche da monito sull’importanza della conservazione delle razze autoctone e della biodiversità.

In sintesi, i cavalli di Yakutia rappresentano un eccezionale esempio di adattamento e sopravvivenza. La loro vicenda ci offre preziose lezioni sull’evoluzione e sottolinea l’importanza di preservare le specie uniche che abitano il nostro pianeta. Con il loro fascino innegabile e la robusta resistenza al freddo, questi equini continuano a incantare e a ispirare sia i ricercatori che gli appassionati di tutto il mondo.

© L. Ruffino – riproduzione riservata; foto: © Facebook Katja Cobb

Redazione EQIN
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