Con la clonazione, un cavallo è per sempre! Tuttavia…
15 dicembre 2020 #focus
“Salve! Siamo la XYZ, la nostra azienda è specializzata nella clonazione del cavallo e nell’editing genetico. Forniamo i seguenti servizi:
1. Servizio di clonazione del cavallo, che consente di possedere i cavalli d’élite per un periodo più lungo rispetto alla loro vita naturale.
2. Servizio di editing genetico del cavallo, che aiuta ad individuare rapidamente i tratti genetici desiderati e necessari.
Non esitate a contattarci per qualsiasi dettaglio se interessati.
Cordiali saluti,
XYZ”
Questo il testo di una e-mail ricevuta recentemente: sarà forse spam? La tentazione di risolvere la cosa con il tasto “freccia+canc” è latente, eppure qualcosa ti trattiene, avverti una sorta di “prurito da indagine” e, sapendo che il tema è tutt’altro che scontato, decidi di approfondire; ed ecco aprirsi un mondo (reale?) di fronte a te.
Avevamo affrontato il tema della clonazione dei cavalli in precedenza, ed era già emerso che questa pratica sia già una realtà, utilizzata specie nel mondo del polo [+ info clicca qui] e anche connessa a nascite di specie in via d’estinzione, come nel caso del clone dal cavallo di Przewalski o pony della Mongolia, catalogato come l’ultima specie di cavalli selvaggi e preistorici, avvenuta lo scorso 6 agosto in Texas [+ info clicca qui].
Precisiamo che “clone” è una parola che deriva dal greco Klón e si traduce con “germoglio”; con il termine clonazione di un organismo vivente si intende farne una copia identica. In altri campi si parla di clonazione quando si realizzano copie uguali di vari prodotti, ad esempio telefoni, carte di credito, programmi informatici, etc. In generale in tutti questi campi la clonazione ha un’accezione negativa proponendosi sempre come qualcosa di non lecito. Per animale clonato si intende un animale con un patrimonio genetico identico ad un altro, ma ovviamente non si tratta di gemelli naturali poiché tale identità deriva da un esperimento artificiale con il quale l’animale viene prodotto in vitro.
Forse è proprio per le numerosi implicazioni etiche che la clonazione porta con sé (il dibattito è aperto sin dagli anni Sessanta) che ricevere direttamente un’offerta per un servizio di clonazione, via e-mail, quasi fosse un prodotto per la toelettatura o un paio di nuove paranocche, fa decisamente un altro effetto. Questa azienda parrebbe offrire dei servizi totalmente all’avanguardia che ricordano molto da vicino situazioni cui sino ad oggi solo la cinematografia (e di fantascienza) ci aveva proposto. La mail è “mirata”, l’offerta giuntaci è per clonare un equide, ma costoro sono attrezzati per “multi-pet”, ossia clonano dal gatto al cagnolino, con totale nonchalance: da Fuffy a Fido passando per Fulmine.
In natura esistono organismi che si riproducono naturalmente per clonazione attraverso una procedura tecnicamente chiamata partenogenesi, gemmazione e scissione, in ogni caso si forma un organismo identico al genitore; il caso più eclatante e diffuso nel nostro pianeta di organismi che possono essere riprodotti per clonazione sono le piante e si ritrovano cenni storici a partire dagli antichi greci in cui veniva usata la tecnica dell’innesto di una pianta all’interno di un’altra pianta. Altra cosa è la clonazione applicata a esseri umani e animali, in
questo caso nascono, come già detto, implicazioni di ordine bioetico, morale e politico. Lo ricorderete: il 5 luglio 1996 nasceva Dolly, il primo clone ufficiale e questo segna un punto di svolta, sorprendendo sia il mondo scientifico sia l’opinione pubblica.
Clonare animali in provetta è un metodo di ricerca sviluppato soltanto da pochi anni (metodo è studiato per la prima volta nel 1938 da Hans Spemann): si tratta di inserire una cellula madre all’interno di una cellula figlia proveniente da un altro organismo, nel momento in cui questa si sviluppa si ottiene la creazione di un nuovo organismo con un patrimonio genetico uguale a quello della cellula madre. L’esemplare clonato è identico solo alla madre o al padre al momento della nascita. Come nell’allevamento naturale, per ciò che riguarda il temperamento/il carattere di un cavallo, la clonazione può certamente essere un successo, ma saranno poi l’addestramento e l’ambiente in cui vivrà a produrre “il soggetto finale”, e a quel punto sarà diverso dalla base genetica del cavallo da cui è derivato.
Ma, operativamente, come funziona questo servizio che ci hanno proposto, ci siamo chiesti? Previo firma di un “Contratto di servizio” con la Corporation, un medico veterinario autorizzato ritirerà un campione presso un laboratorio affiliato di un ente terzo. I campioni eventualmente raccolti non presso il laboratorio “fiduciario”, dovranno comunque essere consegnati al laboratorio “madre” entro 48 ore. A campione ricevuto i nostri provvederanno ad una serie di azioni: “separazione cellulare, coltura, trasferimento del nucleo, clonazione dello sviluppo dell’embrione, clonazione del trasferimento dell’embrione, gravidanza dell’animale “surrogato” ed infine la nascita del “soggetto” appena clonato”.
Due mesi dopo la nascita dell’animale clonato ecco che questo verrà consegnato al cliente con il suo certificato di identificazione genetica redatto da un istituto “indipendente”. I “nostri” tengono inoltre a fare una precisazione non da poco: “La conservazione genetica manterrà i geni del tuo animale. Offriamo un servizio di conservazione genetica che preserva le cellule del tuo animale per la successiva clonazione“.
Signore e Signori è fatta! A questo punto, parafrasando il noto slogan indirizzato al diamante ideato da De Beers, potremmo concludere affermando che: un cavallo è per sempre!
Per ora, il mondo sportivo dei cavalli è diviso; all’accettazione entusiasta del polo si oppone il fermo no delle corse. Le regole del Jockey Club stabiliscono che “la clonazione o qualsiasi altra forma di manipolazione genetica non è idonea alla partecipazione alle gare”. Bob Curran, portavoce del Jockey Club, afferma che questo divieto è stato imposto principalmente “per la salute a lungo termine della razza”. Inoltre, la perfezione trovata nella clonazione può avere un prezzo molto alto. Sebbene il clone sarà una replica esatta nell’aspetto e forse nell’atletismo, un cavallo clonato non garantisce una salute impeccabile o un temperamento prevedibile. Senza diversità genetica, i cavalli clonati hanno limitate possibilità di sopravvivenza in caso di malattia a rapida diffusione.
In merito a questa spinosa questione voi, cari lettori, cosa ne pensate?
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