COVID-19 e cavalli: finalmente un chiarimento scientifico sulla trasmissibilità

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Ci sono nuovi sviluppi per ciò che riguarda la trasmissibilità di infezioni tra uomini e animali a stretto contatto: in particolar modo un team di studiosi americani composto da Lawton K.O.Y., Arthur R., Moeller B. C., Barnum S. e Pusterla N., che si occupa dell’indagine sul ruolo degli equidi sani e malati nella pandemia COVID-19 attraverso test sierologici e molecolari, non ha dubbi circa il fatto che persone con Covid-19 dovrebbero evitare il contatto ravvicinato con (non solo i propri) cavalli; questi infatti possono essere a loro volta infettati da Covid-19 e diventare vettori, anche se ad oggi sembrano non mostrare segni clinici (asintomatici).
I risultati, riportati sulla rivista scientifica Animals, si basano su un’analisi di campioni di oltre 1200 cavalli. “Similmente a cani e gatti, i cavalli non sembrano sviluppare un’infezione clinica da SARS-CoV-2″, hanno riferito Kaila Lawton e i suoi colleghi ricercatori dell’Università della California, Davis. “Tuttavia, i cavalli possono agire da vettori accidentali e sviluppare un’infezione silenziosa a seguito di incontri con uomini infettati da Covid-19”. Per questo “le persone positive per SARS-CoV-2 dovrebbero evitare il contatto ravvicinato con gli equidi durante il periodo della loro malattia”, hanno affermato.
Il team ha rivelato che sempre più studi stanno evidenziando la trasmissione naturale di SARS-CoV-2 tra gli esseri umani con Covid-19 e i loro animali da compagnia, in particolare cani e gatti. Comprendere la gamma di soggetti capaci di ospitare il virus è importante per controllare la pandemia e per proteggere le popolazioni.
I cavalli, ha osservato il tema di studio, sono suscettibili all’infezione da SARS-CoV-2 in base alle somiglianze tra il recettore ACE-2 umano ed equino, ossia la proteina cellulare che fornisce il punto di ingresso al coronavirus, per agganciarsi e infettare le cellule. Tuttavia, nessuna infezione clinica o subclinica per fortuna è stata ancora segnalata nelle specie equine.
Per studiare il possibile ruolo clinico del virus SARS-CoV-2 negli equidi, le secrezioni nasali di 667 cavalli con insorgenza acuta di febbre e segni respiratori sono state testate per la presenza del virus. I campioni sono stati raccolti da gennaio a dicembre 2020 e inviati a un laboratorio di diagnostica molecolare per la rilevazione del virus dell’influenza equina, dell’herpesvirus equino, del virus della rinite equina A e B e dello Streptococcus equi subspecies equi.
Nessun cavallo è risultato positivo per SARS-CoV-2, mentre il 36% degli animali malati era positivo per almeno uno dei comuni patogeni respiratori.
Nella seconda parte dello studio, sono stati analizzati campioni di siero da 587 purosangue da corsa sani in California il cui personale di pista era risultato positivo al virus.
In tutto, 35 purosangue, ovvero il 5,9% dei cavalli da corsa, avevano anticorpi attivi contro SARS-CoV-2.
Gli studi che valutano la sieroprevalenza negli animali da compagnia che vivono in famiglie con proprietari infetti hanno riportato tassi di sieropositività per SARS-CoV-2 dal 3,4 al 23,5% per ciò che riguarda i cani e dal 4 al 43,8% per quel che concerne i gatti.
“Questa percentuale relativamente alta di sospetta sieropositività nei cavalli potrebbe essere correlata al gran numero di cavalieri infetti (in particolare, i fantini sotto esame per questa indagine mirata) e lavoratori nelle scuderie in oggetto che hanno contatti con i cavalli da corsa”, hanno sottolineato gli autori.
Discutendo i loro risultati, i ricercatori hanno notato che nessun focolaio di malattie respiratorie è stato segnalato nei cavalli da corsa nella seconda fase dello studio, suggerendo che i cavalli con anticorpi contro SARS-CoV-2 probabilmente hanno subìto un’infezione subclinica. La suscettibilità allo sviluppo di Covid-19 negli animali da compagnia è una complessa interazione tra vari fattori virali e quelli del corpo ospitante.
“Sebbene i dati siano limitati sulla suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2 negli animali domestici, sembra che gli equidi siano vettori accidentali del virus a causa dell’occasionale ricaduta per SARS-CoV-2 dagli esseri umani. “Tuttavia, è necessaria una sorveglianza continua per monitorare la possibile trasmissione dell’infezione da SARS-CoV-2 negli equidi. Dal punto di vista della biosicurezza, è altamente raccomandato che gli esseri umani con infezione clinica e asintomatica da SARS-CoV-2 evitino il contatto ravvicinato con qualsiasi animale da compagnia.”
“Da un punto di vista epidemiologico”, hanno proseguito, “è importante continuare a monitorare la possibile trasmissione dell’infezione da SARS-CoV-2 negli equidi e in altri animali domestici e sottolineare il rischio di trasmissione di SARS-CoV-2 da esseri umani con infezione asintomatica da SARS-CoV-2 ad animali sensibili”.
Bibliografia di riferimento:
Lawton, K.O.Y.; Arthur, R.M.; Moeller, B.C.; Barnum, S.; Pusterla, N. Investigation of the Role of Healthy and Sick Equids in the COVID-19 Pandemic through Serological and Molecular Testing. Animals 2022, 12, 614. https://doi.org/10.3390/ani12050614
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(04 marzo 2022) © S.Scatolini Modigliani; riproduzione riservata;