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Francesco Vedani (Ars Equitandi) si racconta

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06 maggio 2016

CavalDonato Communication #approfondimenti
13120578_1544108982552305_2086250808_oVedani non è uno qualunque: prima di tutto, non è semplicemente un trainer tra i tanti. Personalità complessa e carismatica, ricco di talenti, amante delle “sfide impossibili”, molti lo chiamano “il Maestro” per le sue enormi capacità tecniche e di comunicazione con i cavalli, più volte mostrate apertamente, sul campo, di fronte al pubblico (specialmente durante eventi come il Resolution Day, su cui torneremo). Non mancano i detrattori della sua attività, certo, ma quelli si incontrano ovunque… spesso basta saper far bene qualcosa, e subito si è oggetto di critiche, è arcinoto. 13140699_1544107625885774_2001057873_nTuttavia, il lavoro che Francesco svolge con la sua Accademia Ars Equitandi (che esercita presso le Scuderie il Poggio di Fagnano Olona – VA, con la fondamentale collaborazione di Giulia Barberis e Gaia Ondei) ci interessa perché porta con sé un obiettivo più alto e prezioso rispetto ad un semplice lavoro di stages: Vedani ha infatti finora dimostrato di essere diversamente capace di lavorare con cavalli e cavalieri soprattutto affinando in quest’ultimi una nuova sensibilità, quella verso un’equitazione più armoniosa e rispettosa del cavallo, rispondendo al crescente desiderio di molti cavalieri di approfondire le loro conoscenze nell’ambito della cultura equestre. Il fulcro dell’attività di Francesco e del suo insegnamento si ispira ad un ideale classico di leggerezza e si rivolge non solo alla riabilitazione e al riaddestramento di cavalli problematici, ma anche, in generale, al miglioramento del lavoro quotidiano del binomio con cavalli già avviati nelle attività e nelle competizioni agonistiche. Il lavoro dell’Accademia Ars Equitandi merita pertanto una certa attenzione. Per questa ragione, abbiamo raggiunto Francesco con l’obiettivo di farci raccontare la sua esperienza, dagli albori…
B.S.: Francesco e i cavalli: a quando risale il tuo primo incontro con loro?

13106012_1544108762552327_1446254542_o[F.V.]: Li ho sempre amati, fin da bambino. Dopo i 19-20 anni ho iniziato a far qualche lezione con Stefano Cesarani che allora aveva in Italia, vicino a Pavia, forse l’unico Centro dove si faceva Monta Classica in un certo modo: ho trascorso tantissime ore ad osservare come si lavorava lì, le mie risorse economiche all’epoca non mi permettevano di fare tutte le lezioni che avrei voluto, ma la voglia di imparare ed affinare la mia conoscenza e sensibilità equestre era tantissima, per cui ogni volta che potevo cercavo di esserci comunque, anche se non potevo stare in sella, e non solo da lui: ho cercato di essere ovunque, sono finito pure da Nuno Oliveira per vederlo all’opera, cercavo di “rubare” con l’osservazione un po’ all’uno un po’ all’altro quel che non potevo praticare direttamente come avrei voluto, finchè ho avuto chiaro un certo, semplicissimo metodo…

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B.S.: In Italia e nel mondo troviamo diverse Scuole di formazione in equitazione/doma classica: più o meno tutte si rifanno ai principi e ai risultati della ricerca della leggerezza a partire dalla tradizione dell’Alta Scuola (sia essa del periodo classico, neoclassico o moderno: F.R. De La Guerinière, F. Baucher, N. Oliveira ecc.) con l’obiettivo di ottenere prima di tutto una profonda intesa tra cavallo e cavaliere, capace di aumentare le potenzialità del binomio… per raggiungere questo obiettivo serve un cavallo ben ginnasticato, leggero, decontratto, con una preparazione muscolare ed una fiducia tali da raggiungere un buon equilibrio, sia mentale, sia fisico. Come nasce l’idea della tua Accademia Ars Equitandi? Puoi descriverci brevemente com’è organizzato il lavoro che svolgete con cavalli e cavalieri ma anche l’attività di formazione degli istruttori Ars Equitandi?

13101207_1544109132552290_1423287707_n [F.V.]: Ars Equitandi (che la si chiami Accademia o Scuola poco importa in realtà) nasce perché ad un certo punto mi sono reso conto che sarei stato davvero incompleto e mi sarebbe veramente dispiaciuto se, col normale trascorrere del tempo, si fosse definitivamente perduto tutto quello che ho imparato negli anni, essendone l’unico depositario. Allora ho deciso di iniziare a trasmettere le mie conoscenze, insomma ho semplicemente deciso di condividere il mio metodo (metodo che in realtà, considero semplicissimo: sono perfettamente d’accordo con Oliveira) e quel che ho a mia volta imparato da (grandi) uomini e cavalli: ho iniziato quindi a formare delle persone che stanno e vivono con me 364/5 gg all’anno, dalla mattina alla sera (questa è Ars Equitandi, realmente) con l’obiettivo di completare il loro percorso di formazione, che dura circa 3 anni. 2mQuesto iter non porterà loro un riconoscimento ufficiale, credo e spero però che l’aver lavorato con e imparato da me possa essere una buona carta di presentazione… Insegno loro tutto quel che so: dal gestire una scuderia (box, cavalli, zoppie, mascalcia, alimentazione…), al domare un cavallo che non sia mai stato a contatto con l’uomo (avvicinarlo, incapezzarlo ecc.), all’addestrare un cavallo giovane (sia nel lavoro in piano, sia nell’avviamento al salto ostacoli) fino ad arrivare alle modalità con cui affrontare, gestire e risolvere le problematiche di cavalli considerati “difficili”, visto che in Ars Equitandi ci occupiamo anche del loro recupero.

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B.S.: Approfondiamo quindi questo aspetto dell’attività di Ars Equitandi che so starti molto a cuore (so che non esagero affermando che, su questo particolare aspetto della tua attività, la tua è una vera e propria missione…): il recupero/riaddestramento di cavalli problematici, spesso scartati in quanto considerati inutili, inutilizzabili dal mondo equestre… 

13120760_1544108139219056_1094892557_o[F.V.]: Ars Equitandi si dedica al 90%, anzi no, oggi facciamo un 74%, al recupero di cavalli “difficili”: dai cavalli per passeggiate a quelli per le competizioni (qualsiasi disciplina): a me fondamentalmente piace ed interessa questo animale, quale sarà poi la sua funzione non è influente per me, il cavallo è sempre un cavallo, li amo tutti allo stesso modo. Sulla base della mia esperienza posso dire che il cavallo “difficile”, quello che crea delle resistenze e delle difese, in realtà non esiste. Esiste il cavallo difficile in quanto meno collaborativo, come accade per le persone. 10aTuttavia, se questi animali fin da puledri fossero avvicinati dall’uomo e quindi addestrati/montati in modo adeguato, posso garantire che nessun cavallo presenterà poi quelle difese che talvolta possono persino sfociare anche in comportamenti pericolosi. Tutti i casi che arrivano da noi in Ars Equitandi o che vediamo quando ci muoviamo per risolvere certi problemi (cavalli rigidi, riottosi, in perenne difesa, che non si fanno montare, mai sereni e chi più ne ha, più ne metta) sono tutti cavalli creati dall’uomo, ossia sono il frutto e il risultato di una somma di interventi negativi, sbagliati che l’uomo ha compiuto su di loro, in un lasso di tempo più o meno lungo.

B.S.: Un discorso a parte dev’essere riservato al Resolution Day, evento di tua ideazione (ultima edizione: 20 marzo 2016). Raccontaci come funziona e quali sono le tue impressioni sul suo andamento, indubbiamente molto seguìto e partecipato…

5a [F.V.]: Il Resolution Day è secondo me il modo migliore per far vedere “live” che cosa faccio io con i cavalli difficili: la formula scelta ha incontrato finora un ottimo riscontro di pubblico, vuoi anche per la sua spettacolarità (a volte i cavalli che arrivano sono davvero molto riottosi e complessi): io stesso, parlando e intrattenendo il pubblico, spingo molto sul tasto sia della cultura equestre, sia della formula dell’intrattenimento… durante il Resolution Day si ride, si scherza e ci si diverte anche, perché negarlo? È un evento concepito come una sorta di festa. 13141059_1544107675885769_844881835_nIo poi sono un narcisista megagalattico, mi piace mettermi in mostra, mi diverto molto e mi piace far divertire gli altri… anche i cavalli sembrano d’accordo, mi pare che a loro non dispiaccia affatto il clima di festa che cerchiamo di instaurare. Tuttavia e soprattutto, i presenti in quell’occasione possono davvero, con i loro stessi occhi, vedere arrivare un cavallo che io non ho mai visto, vedere come mi avvicino a quel cavallo; durante la sessione, spiego continuamente ai presenti quel che sto facendo, come interpreto il suo atteggiamento e come sto cercando di capire la sua problematica, per poi quindi passare al lavoro, da terra o in sella, per cercare di approcciare il cavallo e quindi mostrando con i fatti – non solo con la spiegazione – come la problematica di quel cavallo sia in realtà risolvibile, ovviamente con i modi e i tempi opportuni.

B.S.: Hai messo a disposizione gratuita del pubblico alcuni video dei tuoi stages, hai scritto un libro (“Equitazione e leggerezza. Racconti equestri di un viaggio verso la leggerezza”, per info clicca sul link) , esistono dvd acquistabili dei tuoi corsi, mantieni continuamente informati i tuoi followers sull’attività di Ars Equitandi tramite i social network… non è dunque un mistero che tu creda fermamente nella comunicazione e nell’importanza della condivisione di certe reali conquiste ed effettivi successi con i cavalli. Molti vedono in questo esclusivamente un efficace piano di promozione della tua attività (che nessuno nega, visto che in virtù della sola passione nessun professionista riesce a campare…), va anche detto però che divulgare cultura equestre e la possibilità concreta di ottenere buoni risultati tramite mezzi non coercitivi e violenti sui cavalli è prima di tutto un nobile intento… In molte occasioni ti sei ritrovato a dover rispondere in prima persona non solo a curiosità ed informazioni da parte del pubblico, ma anche ad accuse, illazioni ecc. Hai una certa notorietà, sei brillante, simpatico, e “senza peli sulla lingua”: recentemente hai sostenuto che “tutto questo fa parte del gioco […] sostenere il peso di essere, nel bene e nel male, popolare in questo ambiente implica un grande lavoro su se stessi”. Vogliamo parlarne? Sei sempre disponibile al dibattito e al confronto, Francesco? Entro quali limiti?

20[F.V.]: Io ho fatto dei social network, in particolare Facebook e Youtube, il trampolino di lancio della mia attività: come tu giustamente dici, ho messo a disposizione gratuitamente molti materiali video e questa idea è nata prima di tutto perché mi ero stufato di vedere cose fatte in modo raffazzonato (ad esempio, di vedere istruttori che spiegavano le cose sempre a metà nel loro lavoro con i cavalli). Mi son quindi detto, senti, io intanto provo a mettere la mia esperienza a disposizione di tutti, poi vediamo cosa nasce. 13141147_1544109099218960_1034976292_nNon è stata una cosa programmata per farne un business, anzi, diciamo così: oggi ho tutta l’intenzione di arrivare a farne un grande business perché se da un lato sono stanco di lavorare gratis, dall’altro le energie se ne vanno (e la mia stanchezza viene subìta principalmente dai cavalli, perché poi finisce che non ho più la forza e l’energia per rapportarmi a loro nel modo giusto, mi demoralizzo, e via di seguito…). Ci sono quelli che ancora oggi semplicemente aspettano che io pubblichi qualche materiale gratuito (e non li biasimo, ho conosciuto nella mia vita la difficoltà economica), altri che mi sostengono (molti, devo dire) e contemporaneamente altri invece che, come hai detto tu, criticano perché vendo i miei dvd e pretenderebbero che io continuassi a lavorare gratis, mettendo in toto a disposizione quel che faccio. Al di là del fatto che ogni professionalità andrebbe pagata, ai detrattori voglio dire che il fatto che io possa arrivare ad essere tranquillo economicamente, oltre a permettermi di svolgere serenamente il mio lavoro, potrebbe anche consentire di migliorarlo e svilupparlo, dando corpo e concretezza a tutta una serie di idee che ho nel cassetto e che non vedo l’ora di realizzare. 13115469_1544108645885672_380700241_nIo cerco sempre di avere un dibattito ed un confronto con tutti coloro che lo cercano e lo desiderano; ovviamente, dato che sono 20 anni che faccio questo mestiere (non è una vita, ma 20 anni sono sempre 20 anni), conosco certi personaggi, li ho visti all’opera, so quello che fanno con i cavalli, so come siano “costruiti sul nulla”, con poca esperienza, dunque onestamente preferisco di gran lunga relazionarmi e confrontarmi con quelli che hanno ore ed ore di sella come ce le ho io, o perlomeno con studiosi (etologi ecc.) che possano arricchire la mia esperienza, anche sotto aspetti più teorici. Da parte mia, leggo e studio tantissimo. Certo, verso alcuni che hanno costruito solo ed esclusivamente sui libri la loro esperienza con i cavalli, beh, qui credo si crei uno scarto tra me e loro difficilmente colmabile. Anzi, diciamo pure che verso di loro mi sc… (si può dire mi sc….???). [no, non si può dire, Ndr].

Proseguiamo e concludiamo questa lunga intervista – che altrimenti rischia di diventare davvero troppo noiosa, e poi Vedani si arrabbia – con un audio-video, nel quale Francesco spiega i principi di base del metodo Vedani – Ars Equitandi:

CLICCA QUI per vedere il video

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Redazione EQIN
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