I purosangue italiani a rischio svalutazione

19 ottobre 2021 #news
Drastico calo di cavalli allevati per il settore dell’Ippica, che fa le spese con un sistema obsoleto, lento e farraginoso soprattutto nel pagamento dei Premi. L’On Maria Chiara Gadda chiede “una radicale riforma del settore”.
Insoddisfatta e preoccupata per il settore dell’ippica l’On. Gadda che, nella sua interrogazione (riguardante “iniziative urgenti per recuperare il ritardo accumulato nel pagamento dei premi nelle competizioni ippiche”) osserva come “il continuo protrarsi dei ritardi e i mancati pagamenti dei Premi al traguardo espongono l’Italia ad una sostanziale svalutazione dei purosangue italiani da corsa allevati”. La Parlamentare ha riferito che le aste hanno mostrato “una forte flessione delle presenze di acquirenti stranieri e dei prezzi medi, salvata soltanto da una produzione di puledri italiani ancora attestata su alti standard”. “La diminuzione dei cavalli allevati – dai 2000 soggetti del 2012 agli attuali 670 solo per il galoppo – e la chiusura di molte aziende agricole e scuderie hanno provocato migliaia di perdite di posti di lavoro soprattutto nel settore agricolo”- ha affermato.
Nel dettaglio: “I riflessi economici della pandemia hanno fortemente colpito numerosi settori produttivi, e tra di essi anche quello dell’ippica; si sono aggravate le fragilità di sistema emerse nel corso dell’ultimo decennio per le quali è urgente un concreto piano di rilancio; le chiusure determinate dalle misure di contenimento e gli effetti che tutt’ora si protraggono, hanno altresì minato la competitività del settore anche a livello internazionale relativamente agli scambi commerciali per allevatori, scuderie e indotto; un tema fra tutti rischia però, di creare gravissime conseguenze per le imprese sul fronte economico-finanziario, minando definitivamente la sostenibilità della filiera dell’ippica; i cronici ritardi registrati nel pagamento dei premi al traguardo in favore degli operatori ippici nazionali e stranieri da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, hanno ormai assunto una dimensione molto lontana persino dalla prassi di circa tre mesi intercorrente tra l’effettuazione della corsa e il pagamento dei relativi premi; i pagamenti degli operatori italiani con fattura sono fermi a novembre 2020 e le liquidazioni degli operatori esteri sono a ancora più datate; simili ritardi recano un considerevole danno d’immagine al nostro Paese, inducendo gli operatori stranieri ad abbandonare il nostro territorio in ragione della scarsa affidabilità che contraddistingue il sistema dei pagamenti; […] tale contesto di incertezza rischia di ingenerare tensioni tra i lavoratori che rischiano di perdere occupazione, e sta pregiudicando ormai gli investimenti nel nostro Paese da parte degli operatori, con conseguente ulteriore perdita di gettito e di prestigio internazionale che vanificherebbe gli sforzi sin qui fatti da un settore eccellente del made in Italy”.
In risposta all’interrogazione, il Sottosegretario del MiPaaf con delega all’ippica, Francesco Battistoni, ha riferito che, per corrispondere in maniera adeguata ai pagamenti ad oggi ancora insoluti, saranno inserite “risorse umane aggiuntive per la mappatura delle diverse fasi”. Oggi le fatture da pagare sono 200 al mese mentre la capacità massima operativa è di 40 fatture settimanali. Intanto, ha assicurato, “sono state avviate le procedure di liquidazione delle fatture liquidabili del 2020 che, in assenza di osservazioni, saranno pagate dall’Ufficio centrale di Bilancio entro 30 giorni”. Si conta, ha concluso il rappresentante del Governo, “di arrivare a regime entro metà novembre e di completare la liquidazione delle fatture del primo trimestre del 2021 entro il prossimo gennaio”.
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