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Nei social network “Equitazione Accademica” da un’idea del Col. Paolo Angioni

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17 luglio 2017 #focus

Nel cuore di Torino, fra i tanti tesori che la città sabauda custodisce, ve n’è uno noto a pochi, forse a nessuno: la biblioteca equestre privata più grande d’Italia.

Un’elegante boiserie che incornicia una grande finestra sui portici del centro storico racchiude un immenso patrimonio in carta stampata. Tutto intorno, nella sala raccolta, fotografie in bianco e nero in cornice che ritraggono l’uno accanto all’altro i nomi da sempre più importanti del panorama equestre, alcuni ancora con noi oggi, altri che hanno lasciato un vuoto incolmabile.

Coppe e riconoscimenti raccontano silenziosamente la storia di vita e di sport del Colonnello Paolo Angioni, classe 1938, allievo del Generale Francesco Amalfi, allievo diretto di Caprilli fino alla sua scomparsa e di Piero d’Inzeo, medaglia d’oro nel concorso completo a squadre ai Giochi Olimpici di Tokio del 1964, preparatore di cavalieri di completo e di pentathlon moderno, a cavallo con il Cadre Noir di Saumur e con Nuno Oliveira.

«Lei ama i libri?». Sfogliando la copia originale di “Ecole de Cavalerie” di La Guerinière «un libro meraviglioso, credo il più bel libro di equitazione che esista», sulle note di Franz Liszt e di Claude Debussy, inizia una chiacchierata di approfondimento su un progetto importante a cura del Colonnello Angioni stesso, che sta a lui molto a cuore: la divulgazione della cultura equestre. Una divulgazione che il colonnello sceglie oggi di veicolare attraverso i mezzi di comunicazione più utilizzati, alla portata di tutti e, per certi aspetti, nel bene e nel male, più efficaci: i social network.

Nasce infatti poche settimane fa su Facebook «una piattaforma che per me è formidabile», afferma Angioni, il gruppo chiuso Equitazione Accademica (clicca qui) che raccoglie oggi quasi 400 membri, destinati a crescere rapidamente e che porta in sé, come primo passo verso la condivisione e come primo regalo la traduzione a sua cura dal francese con testo a fronte del libro scritto dal Generale l’Hotte “Questions Equestre”, «un libro da studiare»: lo potete scaricare gratuitamente da questo link.

L’opera è a visione e libera disposizione di tutti i partecipanti alla discussione, che vuole essere l’inizio di un processo di conoscenza per fare un po’ di chiarezza: «l’addestramento in Italia viene chiamato dressage, ma dressage vuol dire un sacco di cose, di conseguenza chiamare dressage l’addestramento è sbagliato, perché il lavoro vero e proprio di addestramento nasce in Italia, così come i primi libri» spiega Angioni.

Il gruppo aspira a diventare un punto di riferimento, un luogo di confronto «dove porre domande e ottenere risposte in merito agli sviluppi dell’equitazione detta “accademica” per chiarire la storia e migliorare la cultura equestre in ambito italiano».

Per aderire è sufficiente inoltrare la richiesta di adesione con un click e attendere che l’iscrizione sia convalidata dal Colonnello: da quel momento in poi si farà parte di un nuovo spazio di conoscenza per la quale Questions Equestre è il punto di partenza, la base da cui nasce l’idea: “Questa non è altro che la fedele traduzione di quanto il generale l’Hotte ha scritto nel suo capolavoro.” Col. c. Paolo Angioni- il resto è in divenire.

© M.C. Bongiovanni; riproduzione riservata; foto courtesy © Col. Paolo Angioni;

didascalia foto di copertina: “Anno 1960, maggio. Luogo: parco della Palazzina di Caccia dei Savoia a Stupinigi. Concorso Ippico Internazionale Ufficiale. Si diceva C.H.I.O. = concours hippique international officiel. Il francese era la lingua allora maggiormente usata dalla F.E.I. = Fédération Equestre International. Il concorso si svolgeva ogni anno a Roma in Piazza di Siena. Ufficiale vuol dire che se ne svolge uno solo all’anno per nazione. A Piazza di Siena a settembre si sarebbe svolta l’olimpiade di salto individuale e per non favorire i cavalieri e i cavalli che a maggio avrebbero partecipato al concorso di Roma nella stessa Piazza di Siena, la F.E.I. decise di spostare il concorso. E’ stata scelta Torino, bellissima scelta che ha avuto molto successo. Il cavallo che salta si chiama Adanò, purosangue nato in Francia nel 1951 da Majanò che da due anni avevo trasferito dalle corse (lo montavo in cross) ai concorsi di salto, ottimo saltatore, molto generoso ed elegante” (Col. P. Angioni).

 

 

 

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Redazione EQIN
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