Steve Guerdat: “Victorio è un cavallo completamente diverso da quello che pensavo che fosse”

07 aprile 2022 #news
Il campione in carica – il fuoriclasse elvetico Steve Guerdat – durante la sua brillante carriera ha vinto per ben tre volte la Finale della Longines FEI Jumping World Cup™. Nell’intervista divulgata alla stampa dalla FEI, il cavaliere ha avuto modo di parlare delle sue speranze per la Finale 2022 in scena a Lipsia, in Germania, questa settimana.
Come si prospetta la Finale di questa stagione?
“Il mio cavallo (Victorio des Frotards) sta bene. Da qualche settimana sembra essere nel giusto stato mentale e fisico e sono felice che stia per scendere in campo in questa Finale. Sono soddisfatto di aver lavorato al meglio con lui prima di venire qui e di averlo ora in buona forma.
L’ho portato ad Arezzo (Italia) per due settimane solo per allenarsi. Avevo 15 cavalli lì e avevo in programma di tornare a casa durante la seconda settimana per lavorare con lui. Alla fine ho pensato che fosse meglio portarlo ad Arezzo e sono stato davvero contento di averlo fatto perché è stato molto bello montarlo in campagna e allenarmi lì. Gli ho fatto fare solo qualche piccolo salto per tenerlo in forma e poi è tornato a casa venerdì scorso. Poi lunedì abbiamo saltato un po’ a casa… ed ora eccoci qui“.
Quali sono i punti di forza del tuo cavallo (Victorio des Frotards)?
“Victorio des Frotards è un cavallo completamente diverso da quello che pensavo che fosse quando decisi di prenderlo! Ha avuto molto successo nei 2 stelle con un cavaliere francese ed io ho pensato che potesse essere un ottimo secondo cavallo, un soggetto da gare a tempo. Quando ho provato a vincere delle categorie di 1.45m sono rimasto sorpreso dal fatto che alla fine non fosse così semplice saltare con lui. Inoltre, Victorio, dimostrava di avere molto più margine di quello che credevo. Inizialmente pensavo semplicemente fosse molto rispettoso nei salti e che non avesse un gran margine, poi ho scoperto che in realtà aveva tantissimo margine e che non era poi così attento e preciso. Ci abbiamo messo del tempo per andare d’accordo e per capirci. Abbiamo dovuto fare esperienza insieme nella categorie più impegnative e di altezza superiore, ma da quel momento lui ha sempre fatto un buon lavoro.
Tuttavia, faccio ancora fatica ad averlo concentrato e presente in campo in maniera costante. Un giorno vince un Gran Premio che non mi aspettavo vincesse, saltando alla grande, e poi la settimana dopo salta meno bene e vince ancora. Poi magari salta super ma chiude con quattro penalità, otto penalità o non so dire in anticipo come sarà. Ecco perché sono felice che sia in forma ora, ma mentirei se dicessi che sono fiducioso al 100% riguardo a questa settimana.”
Questa è la tua 14^ Finale di Coppa del Mondo: non ti annoi mai?
“No! Affatto! Per me la Finale di Coppa del Mondo è sempre stata qualcosa a cui ho ambito, fin da quando ero molto giovane e agli inizi della mia carriera… per tutta la stagione invernale le Coppe del Mondo e la Finale erano il momento clou dell’anno. Quando ero bambino era un sogno pensare di prendervi parte, e partecipare oggi mi fa sentire fortunato in quanto posso fare ciò che sognavo sin da bambino!”
Vincere tre Finali con tre cavalli diversi… quanto è fantastico?
“Non mi piace guardare al passato, ma se lo faccio mi dispiaccio di più per aver perso l’occasione di portare a casa due vittorie con il mio miglior cavallo, Nino. Per ben due volte – insieme a lui – sono sceso in campo in barrage puntando alla vittoria e invece sono arrivato secondo quando avrei dovuto vincere in entrambe le occasioni. Quando guardo al passato non penso alle tre vittorie che ho portato a casa, ma penso alle due che mi sono perso! Questa settimana sono qui e sono elettrizzato tanto quanto lo ero la prima volta!”
Diventare padre (di Ella che ora ha 12 mesi) ha cambiato qualcosa?
“Ovviamente ha cambiato le cose. Ora ho molte più responsabilità e ho mia figlia a cui badare. La vita dopo un figlio non è più la stessa, a volte mi sento in colpa a dirlo ma credo che sia perché ho avuto così tanti cavalli eccezionali con i quali avevo un rapporto così forte che mi sembra di essere già stato padre prima! È diverso ovviamente, ma devi guardarli sempre con ammirazione e prenderti cura di loro. Penso a loro giorno e notte come faccio ora con mia figlia”.
Cosa hai imparato con Victorio?
“Quando l’ho preso avevo grandi speranze e poi le ho più o meno perse. Poi però ho pensato che no, dovevo trovare un modo per capirlo, per essere più paziente con lui e non dovevo essere arrabbiato perché commetteva un errore ma dovevo imparare a come poter essere un cavaliere migliore per lui al fine di capirlo meglio. Non sono suoi gli errori, è solo che io non lo sto capendo nel modo giusto. Mi ha insegnato a non essere testardo e ad essere più aperto sul come devo lavorare con lui se voglio comprenderlo al meglio.”
Cosa rende speciale il gareggiare di nuovo a Lipsia?
“Il primo ricordo speciale che mi viene in mente quando penso a Lipsia è la mia prima vittoria in una categoria “grossa”. Avevo 16 anni, avevo vinto una macchina e non potevo guidarla! Avevo battuto Marcus Ehning, Hugo Simon e Ludger Beerbaum in barrage. È un ricordo straordinario. Questo concorso – il CSI5*-W di Lipsia – ha una storia molto importante e, ovviamente, viene subito da pensare a Christian Ahlmann e Taloubet Z, vincitori nella incredibile Finale di Lipsia nel 2011.”
Quali sono i tuoi obiettivi per i prossimi giorni?
“Devo fare un po’ i conti con una nuova situazione. Mentirei se dicessi che sono arrivato qui al top della forma e sicuro al 100% di riuscire ad impormi. Al momento sto avendo un periodo un po’ negativo, ho dei cavalli fantastici in lavoro ma sono ancora troppo giovani, quindi ho un po’ di distacco rispetto agli altri concorrenti.
Venard de Cerisy ha fatto molto per me lo scorso anno, quindi ho dovuto concedergli una pausa durante l’inverno perché in questa stagione prenderà parte ai grandi eventi outdoor. Maddox è invece difficile da gestire nei campi indoor. Di conseguenza, nei mesi scorsi ho avuto a disposizione Victorio, ma non abbiamo conseguito molti successi.
Avevo molti cavalli in Spagna e in Italia, e sto cercando di mettere insieme la prossima generazione. Credo che i soggetti a mia disposizione siano molto promettenti, ma se si guardano i miei risultati negli ultimi 4-6 mesi, non sono stati eccezionali. Non è facile perché per quanto mi piaccia andare a cavallo mi piace anche vincere. Ci sono state molte domeniche brevi con poche ore di sonno, pensando a come migliorare e cambiare il lavoro da fare. È una situazione nuova. Penso che la ruota giri per tutti, ma io sono pronto a combattere e prenderò il tutto alla giornata, facendo del mio meglio e vedendo cosa questo porterà in futuro”.
Senti molta pressione?
“No, sono solo felice di essere qui e di prendere parte alla Finale, è davvero emozionante! Le Finali di Coppa del Mondo sono sempre qualcosa di fantastico per me, ed è ancora così. Non è una questione di pressione, ma più una questione di fiducia, che al momento non sento mia al 100%. Devo montare meglio di come ho fatto negli ultimi mesi. Victorio ha vinto cinque Gran Premi a 5 stelle – quindi so che può farcela – ma io ho commesso troppi errori e spero ora di averli esauriti!”
Chi sono i tuoi favoriti per la vittoria della Finale di questo 2022?
“Martin Fuchs (SUI), Harrie Smolders (NED) e McLain Ward (USA).”
Hai spesso detto che il britannico John Whitaker (campione nel 1990 e nel 1991) è il tuo idolo, quali sono le cose che ammiri di più di lui?
“La sua abilità a cavallo. Lui fa tutto in modo semplice e lo fa anche sembrare tale. A me quasi sembra che John non sappia cosa sta facendo: si siede in sella e fa funzionare tutto alla perfezione. Parla la stessa lingua del cavallo e questa è la cosa più bella che si possa ottenere nel nostro sport. È ancora meglio di vincere“.
Come descriveresti il tuo rapporto con Victorio?
“Per me è un po’ complicato, ma potrebbe essere più facile per qualcun altro. Ecco perché non diventa mai noioso: perché si continua ad imparare e, ogni giorno ad ogni evento, Victorio mi insegna qualcosa di nuovo. È come con le persone. A volte c’è una connessione fin da subito e a volte non c’è mai. A volte con lui sento un feeling al 70% o all’80%, ma non credo che raggiungerò mai il 100%. Tuttavia, ci combiniamo abbastanza bene: il giusto per avere successo. Non molti cavalli hanno vinto cinque Gran Premi a 5 stelle nella loro carriera, ma lui per me lo ha fatto. Quindi mi ha già dato molto”.
Cosa dovrebbe aspettarsi un cavallo quando è sotto la sella di Steve Guerdat?
“Concentrazione. La cosa principale che dico quando alleno qualcuno è che una volta che si è a cavallo si deve essere concentrati al 110% e lo si deve essere sul cavallo. Questo perché tu cavaliere hai deciso di portarlo fuori dal suo paddock e di mettergli una sella e di cavalcarlo in quel preciso momento. Di conseguenza, il minimo che si possa fare è di essere al 100% in armonia con lui e di essere concentrati, in modo tale da non dover ripetere salti o esercizi perché non si era attenti. Non mi piace esagerare e non credo di chiedere troppo ai miei cavalli. Cerco sempre di essere molto meticoloso quando sono in sella, per una questione di rispetto nei loro confronti”.
© M.Vettori; riproduzione riservata; fonte: comunicato stampa FEI/L.Parkes; foto Steve Guerdat (SUI) e Victorio des Frotards winners of the Longines FEI Jumping World Cup™ 2020, Bordeaux- France © FEI /Richard Julliart