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Uno studio fa il punto: bitless versus imboccatura

Bitless: uno studio fa il punto sulla
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Drastico calo dei comportamenti legati al dolore nei cavalli montati senza imboccatura

Il dolore negli animali è definito come una sensazione di avversione causata da un danno effettivo o presunto; uno stato mentale negativo. Il piacere è definito come l’adempimento di un impulso biologico per il comfort e la sicurezza; uno stato mentale positivo. L’attuale pensiero sul benessere degli animali (Mellor 2015) fa riferimento al “piacere” come ad un’ esperienza affettiva positiva. Il termine “affetto” descrive l’emozione (sentimento), positiva o negativa. Comprende la “motivazione”, ossia l’impulso di un animale di avvicinarsi o allontanarsi da uno stimolo, cioè la stereotassi.

Utilizzate sin dall’età del bronzo, le imboccature di metallo sono state accettate come parte dell’equipaggiamento dell’equitazione e non sono state sottoposte ad una revisione/controllo fino a tempi piuttosto recenti. Tre studi hanno confrontato il comportamento del cavallo montato, con e senza imboccatura. In primo luogo, due cavalli di 2 anni non domati in un periodo di addestramento di base di 10 giorni senza imboccatura si sono comportati “almeno altrettanto bene, se non meglio” di due cavalli lavorati per lo stesso tempo con un filetto. In secondo luogo, quattro cavalli maturi, nel loro primo test senza imboccatura, hanno mostrato un comportamento che statisticamente è andato via via migliorando durante la sessione di lavoro. In due test simultanei di quattro minuti (prima con imboccatura, poi senza), i punteggi dei cavalieri sono aumentati da una media di 37 (“abbastanza male”) a 64 (“soddisfacente”). Infine, uno studio su 16 cavalli utilizzati per scopi terapeutici ha mostrato comportamenti significativamente più negativi quando venivano montati con l’imboccatura e comportamenti positivi quando invece questa non c’era.

Poiché le imboccature sono state considerate attrezzature standard per millenni, sono ampiamente considerate anche oggi indispensabili ed eticamente giustificate. Stando così le cose, viene citata un’opinione dei ricercatori che si occupano di benessere: “La maggior parte dei cavalli mostra una chiara evidenza comportamentale di avversione per l’imboccatura, che varia da lievemente irritante a molto doloroso” (Mellor e Beausoleil 2017). Gli stessi autori sostengono che la prova dell’avversione è a disposizione di tutti coloro che osservano mettendo a confronto un cavallo con la bocca aperta, il movimento della testa e l’angolo della mascella ristretto di molti cavalli con imboccature più o meno severe; e l’assenza di questi comportamenti nei cavalli selvatici e nei cavalli domestici, quando vengono montati senza imboccatura.

Queste le premesse da cui sono partiti il dott. W.R. Cook del Dipartimento di Scienze Cliniche dell’Università del Massachusetts (USA), in collaborazione con il dott. M. Kibler del Dipartimento di Matematica e Scienze del Washington College (Chestertown, Maryland, USA) che hanno effettuato le analisi statistiche per lo studio, portato a termine nel 2018.

Ecco come si è svolta questa ricerca, basata su questionari è stato incentrata sulla valutazione del comportamento del cavallo da parte di ciascun proprietario/cavaliere, con e senza imboccatura. In sostanza, hanno esaminato il numero di segni comportamentali di dolore in ciascuno dei 66 cavalli oggetto dello studio quando lavorati con il morso rispetto al numero di indicatori negli stessi cavalli quando montati senza.

Il questionario si è basato su sei anni di feedback da parte di 605 cavalieri che erano passati da una testiera con imboccatura ad una senza. Il feedback proveniva da 106 domande con risposte sì/no sul comportamento del cavallo e sui segni di dolore e 10 domande che affrontano i sentimenti di ogni cavaliere riguardo alla monta. Ognuno ha dovuto completare il questionario due volte: la prima di valutazione con imboccatura e la seconda senza.

Per l’esperimento si sono offerti come volontari cavalieri e proprietari dal Nord America, dalla Gran Bretagna, dall’Australia, dall’Austria, dalla Francia e dai Paesi Bassi. L’età dei 66 cavalli andava da un minimo di 3 ad un massimo di 24 anni, con una media di 10. Le razze sono state diverse: Purosangue Inglese, Purosangue Arabo, Tennessee Walking Horses, Appaloosa, Cavalli da salto ostacoli, Clydesdales ed altre. I test hanno riguardato 39 castroni, uno stallone e 25 femmine. Molti dei soggetti erano impegnati in dressage (22), seguiti dal pleasure (21), dal trail – riding (13), completo e salto ostacoli (5). Tutti montati all’inglese.

La riduzione di ciascuno dei 69 segnali di dolore tra i 66 cavalli senza morso variava dal 43% al 100%. Cook e Kibler hanno affermato che il dolore dovuto all’uso di un’imboccatura ha avuto un effetto negativo sulla propriocezione, ovvero sull’equilibrio, sulla postura, sulla coordinazione e sul movimento.

Il benessere di 65 cavalli su 66 è migliorato rimuovendo l’imboccatura, ossia riducendo le emozioni negative (dolore) ed aumentando la possibilità di provare emozioni positive (piacere)”. Discutendo le loro scoperte, la coppia di studiosi ha affermato che i cavalli mostrano quella che è nota come stereotassi, ossia sono innatamente programmati per cercare di eludere il morso.

Ne consegue che il mantra dell’equitazione che richiede a un cavallo di ‘accettare l’imboccatura’ è mal concepito. Aspettarsi che un cavallo accetti un corpo estraneo in bocca è un’aspettativa biologicamente irrealistica” ha concluso Robert Cook, un veterinario che ha pubblicato molti articoli, principalmente sulle malattie della bocca, dell’orecchio, del naso e della gola del cavallo, sia su riviste scientifiche che di settore. È promotore di uno stile di monta senza imboccatura che porta il suo nome.

Certamente, a fronte dell’innegabile risultato del succitato studio (ossia che i cavalli non solo non provano piacere verso l’imboccatura, ma addirittura fastidio e dolore) va di pari passo con la constatazione che rimuovere determinate abitudini dalla tradizione di monta non è affatto facile; il percorso in bitless tuttavia è possibile anche per i cavalli che fanno sport di alto livello, e dunque è ovviamente auspicabile che in futuro si guardi sempre più verso questa direzione.

Bibliografia: Behavioural assessment of pain in 66 horses, with and without a bit, W. R. Cook M. Kibler, https://doi.org/10.1111/eve.12916

(28 gennaio 2023) © L. Ruffino; rev. B.S.; – riproduzione riservata; foto: M. Petterson con Chloe F montata in hackamore © A.Benna/EqIn

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Redazione EQIN
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