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EQUESTRIAN INSIGHTS Salute e benessere del cavallo

Di che cosa si sta occupando oggi la ricerca veterinaria sui cavalli? Studi in corso secondo “The Horse” – Equine Health Care

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07 febbraio 2017 – #Equestrian Insights

A firma di M.N. Anderson è stato pubblicato oggi in thehorse.com – la guida on line per la salute degli equidi – il resoconto relativo al meeting veterinario “Kester News Hour – American Association of Equine Practitioners Convention” (svoltosi dal 03 al 07 dicembre 2016 a Orlando, in Florida), durante il quale ogni anno vengono presentati i principali studi in corso, con relativi risultati provvisori, negli ambiti specialistici della chirurgia, della riproduzione e della medicina generale per il cavallo.

Rob MacKay, professore presso l’Università della Florida, ha presentato una selezione di temi di ricerca in veterinaria, che vanno dalle indagini in corso intorno alle infezioni causate dall’herpes virus equino alla problematica nota come “Sindrome di Headshaking”. Per ciò che riguarda l’herpes virus, è noto che nel cavallo esistono quattro tipi di virus erpetici in grado di causare diverse malattie: l’Herpes virus Equino tipo 1,2,3 e 4 (EHV-1, EHV-2, EHV-3, EHV-4). Il tipo 1 è la forma neurologica più temuta: essa causa rinopolmonite, encefalite e aborto nelle fattrici dai sei mesi di gestazione. Durante le epidemie, il controllo delle infezioni e il trattamento sono di primaria importanza, ma il virus è ancora ben lungi dall’essere sconfitto: nessun farmaco affidabile e collaudato è disponibile per il trattamento o la prevenzione della malattia, motivo per il quale oggi, anche in Italia, non si vaccina praticamente più per prevenire le principali malattie dei cavalli connesse all’herpes virus. Tuttavia, un gruppo di ricercatori dell’Università di Zurigo, in Svizzera, durante un’epidemia di herpes virus che ha coinvolto 61 equidi, ha sperimentato un nuovo trattamento, con l’eparina, al 1° giorno di comparsa della febbre (prima del darsi di sintomi neurologici): il potente effetto anticoagulante della molecola parrebbe essere stato in grado di aiutare a gestire il controllo della diffusione dell’infezione. Questa ricerca però dovrà essere confermata da ulteriori indagini e studi, con campioni statistici più rilevanti.

Un altro dei temi affrontati durante il Convegno tenutosi ad Orlando riguarda il trattamento dell’ulcera gastrica nei cavalli (Egus): i veterinari che hanno a che fare con questa problematica e i proprietari che gestiscono i soggetti che ne soffrono dovrebbero sapere che per mantenere l’ulcera gastrica sotto controllo (diffusissima anche tra i puledri) è necessario trovare il giusto equilibrio tra farmaci (a base di omeprazolo), tipo e programma di alimentazione. Nel tentativo di fornire dati concreti sull’efficacia dell’omeprazolo per sopprimere l’acidità gastrica nel cavallo, i ricercatori australiani e britannici hanno monitorato per cicli continui di 23h il ph (che determina acidità i valori di acidità/basicità) dello stomaco di due campioni di equidi, entrambi trattati con il farmaco, ma con due diete diverse: una a base di fieno continuamente disponibile nell’arco delle 24h, l’altra costituita dalla normale alternanza di mangime e fieno, tipica della vita di scuderia. Il risultato ha mostrato semplicemente che l’omeprazolo funziona meglio se viene somministrato a stomaco vuoto, indipendentemente dalla dieta seguita: “Sospendere il fieno per due ore prima e dopo la somministrazione,” è la fondamentale indicazione che è stata tratta da questa importante indagine.

“Sicuro e promettente” è stato invece definito durante il Convegno il trattamento PENS Therapy (Percutaneous Electrical Nerve Stimulation) per la sindrome di Headshaking (letteralmente: “testa scossa”), che riguarda il comportamento atipico di alcuni cavalli: trattasi di tutti quei casi in cui il soggetto compie involontari movimenti ripetitivi con la testa (orizzontali, verticali o rotatori), apparentemente senza ragione, sintomatologia che diviene più grave a fronte di fattori scatenanti quali luce, polline e polvere; la causa riguarda l’infiammazione dei nervi facciali del cavallo. Tutti i cavalli con diagnosi di sindrome di Headshaking trattati con 3 o 4 cicli di PENS Therapy (sistema neuromodulatorio minimamente invasivo, usato anche per gestire il dolore neuropatico umano) hanno ben tollerato il trattamento. Su sette, sei dei cavalli sottoposti alla terapia hanno risposto positivamente al primo trattamento e sono tornati regolarmente al lavoro e alla vita che svolgevano prima della comparsa della sindrome di Headshaking. Cinque dei sette cavalli hanno continuato a rispondere positivamente ai trattamenti successivi, arrivando a raggiungere fino a 20 settimane di sollievo dalla sindrome dopo il quarto trattamento.

© Riproduzione riservata

Bibliografia: Walter J, Seeh C, Fey K, et al. Prevention of equine herpesvirus myeloencephalopathy – Is heparin a novel option? Tierärztl Prax 2016;44:313-317.
Sykes BW, Underwood C, Greer R, et al. The effects of dose and diet on the pharmacodynamics of omeprazole in the horse.Equine Vet J 2016; DOI: 10.1111/evj.12630.
Roberts VLH, Patel NK, Tremaine WH. Neuromodulation using percutaneous electrical nerve stimulation for the management of trigeminal-mediated headshaking: A safe procedure resulting in medium-term remission in five of seven horses. Equine Vet J 2016;48:201-204.
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Redazione EQIN
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