Imparare a “funzionare”: il libro “Equestrian Mental Coaching” di Giuliano de Crescenzo

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Oggigiorno sappiamo quanto sia importante, nell’affrontare le sfide non solo sportive ma anche della vita, il nostro modo di porci davanti alle situazioni: la maniera di pensare condiziona la vita di ognuno in quanto genera emozioni che modificano il comportamento di ogni essere umano.
Mental Coach soprattutto in ambito sportivo agonistico, Giuliano de Crescenzo, cavaliere di 2° grado ed istruttore, propone nel suo libro “Equestrian Mental Coaching” un metodo dedicato al rapporto con un altro essere vivente e pensante, il cavallo, esclusività della nostra disciplina.
“Il metodo nasce dalla fusione delle mie esperienze, come cavaliere e istruttore, con gli studi fatti in ambito di life sport coaching e programmazione neuro-linguistica […] a differenza del coaching classico che si concentra prevalentemente sul miglioramento delle performance, offre in primis gli strumenti necessari per essere persone motivate, efficaci e serene e fornisce soluzioni concrete alle specifiche problematiche equestri”.
Nonostante ci sia la consapevolezza di dover cambiare approccio per risolvere i nostri problemi, spesso apportiamo cambiamenti solo in elementi accessori, senza pensare che, prima di tutto, a dover cambiare è il nostro modo di porci davanti alle situazioni, quindi il nostro approccio alla vita, in generale. “Questo significa cambiare le convinzioni e le abitudini che fino ad oggi si sono rivelate “limitanti” con altre più efficaci, positive e potenzianti. Il modo di pensare condiziona la nostra vita, le persone intorno a noi e, nel nostro caso, i cavalli che montiamo e di conseguenza le nostre performance”. “Gli altri libri di coaching sportivo mettono al primo posto la performance, io penso che nel nostro sport i risultati dipendano prima di tutto da chi si è veramente.
Il percorso nel volume è suddiviso in tre fasi: crescita personale, relazione con il cavallo, miglioramento delle performance.
Ad oggi l’esigenza degli atleti è quella di imparare a gestire pressioni e stress prima della competizione. “ Il concetto cardine sul quale si basa il mental coaching è che i pensieri determinano i risultati, in quanto condizionano azioni, decisioni e gli atteggiamenti generali dell’atleta”. De Crescenzo nel suo volume parla di atteggiamento positivo intendendo la capacità di concentrarsi sulla difficolta prima di pensare subito ad una soluzione. ”Se la valutazione non è obiettiva, la soluzione non sarà efficace”.
Per creare l’interazione tra uomo e cavallo a suo avviso il primo, soggetto proponente, dovrà sostituire il concetto di comprensione a quello di dominanza, e il secondo, il compagno sportivo, dovrà fidarsi di un essere che in natura considera pericoloso e abituarsi a vivere e concentrarsi in situazioni potenzialmente rischiose.
Il nostro sport, quello equestre, è caratterizzato da dettagli unici, che lo contraddistinguono da altre attività agonistiche, per esempio il fatto che uomini e donne competono nelle stesse categorie, che non ci sono differenziazioni per età o per abilità del cavallo che si monta. Per questo l’autore ci invita a paragonarci solo a noi stessi nel corso del tempo. “Spesso il primo passo verso il raggiungimento dei nostri obbiettivi consiste nel farsi le domande giuste. […] un vero cavaliere è consapevole dei rischi e attua strategie utili per gestirli”. “La performance è solo l’ultima fase utile per ottenere il risultato […] questo deriva soprattutto dalle scelte che hai fatto in precedenza.”
De Crescenzo parla anche di responsabilità, nel senso proprio della parola, ovvero la possibilità di determinare il risultato: tutto quello che ci serve è dentro noi stessi, e il primo passo è liberarsi delle scuse che ci poniamo, in quanto autolimitanti. Ci dice inoltre che non dobbiamo puntare alla perfezione che è di per sé rigida, ma tendere all’equilibrio del binomio: “eccellenza non è perfezionare, ma funzionare”.
Ecco quindi standard e obiettivi, per i quali “avere le idee chiare su cosa vogliamo raggiungere idealisticamente ci fornirà informazioni ed elementi preziosi sui quali modellare il nostro comportamento, le nostre scelte, i nostri pensieri”. A tal proposito l’autore propone l’idea dell’ “obiettivo SMART” (semplice), ovvero che quello che per ognuno è Specifico, Misurabile, capace di individuare un’Azione, Realistico e definibile in un periodo di Tempo preciso.
Nel libro viene tracciato un percorso che guarda dentro a se stessi prima di mettersi in relazione con l’ambiente che ci circonda; è importante parlarsi con le giuste parole senza denigrarsi ma motivandosi; da qui la proposta di sostituire il “solo se” con l’”anche se” nel momento in cui ci si raffronta con situazioni avvenute che, per gli errori e gli imprevisti, non devono essere catalogate come disastrose, ma come contrattempi: eliminare il “non”, cambiare il “perché devo” con il “perché voglio”. “Nelle parole di un uomo c’è tutto ciò che egli pensa al di là di ciò che dice”.
L’autore individua l’importanza dell’essere “qui e ora”: “L’equitazione è uno sport ritmico. Il cavallo con il suo movimento produce levate e battute, come nella musica. Il non riuscire a stare a tempo con lui non dipende solo dalla nostra attitudine e dall’allenamento, ma a suo parere è dovuto soprattutto alla difficolta di concentrarsi “[…] essere nella falcata che si sta compiendo, non anticipare la prossima né rimanere nella precedente”. Egli propone pertanto una tecnica definita “Bolla di energia” che aiuta a rimanere concentrati, entrare in sincronia con il cavallo, migliorare la posizione ed, infine, la performance: “un ecosistema di energia positiva e concentrazione nel quale potrai rimanere immerso anche quando intorno c’é il caos totale”.
Nel libro De Crescenzo, attraverso esempi concreti, spiega come gestire ogni fase che porta alla gara, a partire dall’allenamento a casa fino ad arrivare al come gestire la vittoria e la sconfitta. Pone l’attenzione anche sull’assetto fisiologico dandoci degli spunti su come supportare il nostro corpo (battito cardiaco, respirazione, peristalsi) ai fini del raggiungimento del miglior risultato.
Nel libro è posta grande attenzione alla “visualizzazione”, ricordando ai lettori che “il cervello non distingue un evento reale da uno vividamente immaginato [come invece facciamo noi]; invece di subire questa caratteristica puoi prendere il controllo e sfruttarla per allenare e preparare la tua mente a una competizione futura […]; la negatività di un pensiero non sta nel pensiero stesso, quanto nel significato che gli dai”.
© Serena Scatolini Modigliani; riproduzione riservata; copertina foto © EqIn