Le regole d’oro sull’acqua di Kay Neatham, responsabile di scuderia per Marcus Ehning

04 maggio 2017 – #focus
«Se ti trovassi bloccata su un’isola e potessi avere con te solo cinque oggetti per i tuoi cavalli, che cosa sceglieresti per loro?» «Una lima per i piedi, sella, briglie, carote e un orsetto di peluche»
Tanta cura e amorevolezza nascoste in poche parole: a parlare è Kay Neatham, responsabile di scuderia per il cavaliere tedesco Marcus Ehning, fuoriclasse detentore del record di atleta più vincente in finale di Coppa del Mondo (2003, 2006 e 2010).

Marcus Ehning e Kay Neatham ©Noelle Floyd
Kay, nata a Basingstoke in Inghilterra, lascia il suo paese per raggiungere la Germania all’età di 17 anni, con i cavalli e una professione accanto a loro già nel cuore. Per realizzare il suo sogno di partecipare ai Giochi Olimpici, vincere un Gran Premio, legare il suo nome a quello dei primi dieci cavalieri al mondo ed essere la migliore in qualcosa, i suoi obiettivi devono evolversi e lei ha tutte le capacità perché questo possa accadere. Oggi Kay Neatham ha più di vent’anni d’esperienza come groom internazionale, gli ultimi sette dei quali trascorsi con dedizione al fianco di Marcus e dei suoi meravigliosi cavalli, con cui dal dicembre 2009 gira il mondo con un grande moto alla base: l’amore per questi animali.
Dal temperamento calmo ma divertente, dalla professionalità e tenacia indiscusse, con lei riscopriamo l’importanza di un bene prezioso, componente fondamentale della sua routine quotidiana professionale e che, per tutti, fa la differenza tra la vita e la morte: l’acqua.
Quanti secchi d’acqua si riempiono durante una carriera professionale? Considerando l’esperienza di Kay: tre giornate di concorso per ogni evento, con tre cavalli da seguire per ogni appuntamento e cinque secchi d’acqua da 15 litri a testa; moltiplicando quanto ottenuto per 20 anni si raggiunge un numero notevole, 567.000 litri d’acqua. Portati a mano, senza versarne neanche una goccia.
«L’utilizzo del secchio per il rifornimento di acqua per i cavalli è, a mio parere, il modo migliore per farli stare bene.»
Forse perché, per la prima volta durante un viaggio in Florida, Kay ha potuto osservare cavalli che disponevano di due secchi all’interno del loro box, con un ingegnoso sistema per poter rifornire rapidamente e in semplicità ogni recipiente, che veniva rimosso dalla sua collocazione solo durante la pulizia regolare della scuderia. «È il metodo ideale per permettere ai cavalli di avere sempre una bevuta che sia per loro soddisfacente.»
Kay Neatham non è una grande sostenitrice dell’abbeveratoio automatico, per il quale il cavallo deve premere su qualcosa, generalmente una tazza piuttosto piccola, cercando di ottenere quanta più acqua possibile «non è un metodo naturale, che può concorrere per me, alla migliore idratazione.»
Un cavallo può sopravvivere dai 20 ai 25 giorni senza nutrirsi, con sola acqua a disposizione, ma soltanto 3-4 giorni senza abbeverarsi. Successivamente gli organi vitali iniziano a cedere, comportando danni irreparabili per l’intero organismo.
Tutto, in ogni caso, dipende dalle circostanze e dalle condizioni ambientali. La necessità di assumere acqua sarà naturalmente più presente in condizioni di elevato caldo, quanto meno marcata in condizioni di freddo e basse temperature «quando in concorso fa davvero freddo, molti cavalli sono più inclini a bere se l’acqua è tiepida.»
Mantenere il giusto grado di idratazione di un cavallo è sempre un compito fondamentale per il groom, sul quale non si insiste mai abbastanza. Con solo il 3-4% in meno di acqua corporea rispetto al valore normale, il cavallo può considerarsi disidratato.
«Una soluzione ideale è quella di appendere un secchio d’acqua in aggiunta all’abbeveratorio classico presente in box.» «Anche il fieno bagnato può essere un metodo ottimale per assicurare un’assunzione supplementare di umidità al sistema digestivo. Un cavallo richiede infatti enormi quantità di acqua per la digestione, attraverso un sistema che si asciuga facilmente. In molti casi questo porta alla colica, che può essere facilmente scongiurata con una maggiore attenzione alla quantità di acqua che il nostro cavallo consuma.»
I cavalli, esattamente come noi, per essere in salute necessitano inoltre che l’acqua sia pulita: un altro accorgimento importante è certamente quello di mantenere puliti da ogni genere di sporco e impurità i recipienti nel quale essa è contenuta.
«La prima cosa che faccio quando arrivo in concorso» racconta Kay «è cercare il rubinetto dell’acqua e iniziare a riempire i secchi.»
Ogni cavallo ha poi le sue abitudini «Dopo un viaggio, che sia stato lungo o breve, ogni cavallo ha a disposizione la sua acqua. Ci sono cavalli che, una volta scesi dal camion, bevono molto e altri che invece non bevono affatto. Personalmente ho avuto pochi cavalli che non desiderassero bere, per alcuni è sufficiente aggiungere una manciata di mangime nel secchio per invogliarli, altri devono essere portati a fare esercizio per stimolare la sete e la voglia di bere. Ad altri ancora piace semplicemente avere qualche ciuffo di fieno nel secchio per tuffarvisi; questo può essere difficoltoso per mantenere l’acqua pulita, ma è un modo davvero sano per integrare i liquidi nell’alimentazione.»
«Generalmente non controllo che i cavalli bevano, ma so esattamente chi ha bevuto e chi no, e se la quantità assunta sia normale per quel cavallo.»
Quali sono i segreti pratici di Kay Neatham?
«Appendo sempre i secchi con l’acqua sul lato anteriore del box, sempre due. Se si cambia l’acqua al mattino generalmente potrebbe essere necessaria un’integrazione durante la giornata, a seconda del tempo, dall’attività fisica prevista per il cavallo e così via. Successivamente la sera sciacquo e riempio i due secchi, per ognuno di loro.» Solo così Kay dorme sonni tranquilli, certa che i suoi cavalli abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno.
«È fondamentale, in ogni caso, non appendere i secchi troppo in alto. L’altezza corretta è quella che consente al cavallo di restare in piedi, con la testa leggermente abbassata, in una posizione naturale e rilassante, come se fosse al paddock.»
Il viaggio invece. Un momento in cui per molti cavalli è difficile bere.
«Raramente mi è capitato di occuparmi di cavalli che bevessero a lungo durante un tragitto, ma ad ognuno insegno a bere almeno in minima parte, aggiungendo una manciata di mangime in un piccolo secchio d’acqua. Tutti amano il cibo e ai piccoli bocconi che galleggiano sulla superficie di un secchio è generalmente difficile resistere!»
«Fino ad oggi sono riuscita ad insegnare a tutti i miei cavalli a bere durante un viaggio, anche in piccole quantità. Provo a dar loro da bere ogni quattro ore e conosco ormai chi ha necessità di bere prima e chi dopo.» Segni di disidratazione, spiega Kay, si hanno quando è possibile osservare cavalli scendere dal camion che sembra abbiano perso peso, o con la linea dello stomaco tirata, perché l’organismo prende altrove i fluidi di cui ha necessità in primo luogo per il sistema digestivo e poi per gli organi. «Un altro metodo per agevolare l’assunzione di liquidi durante il viaggio è quello di appendere una piccola quantità di fieno bagnato. Personalmente lo faccio sempre durante le ultime due o tre ore di un viaggio lungo, quando l’organismo inizia generalmente a fare ricorso alle sue riserve. Questo è utile anche contro la noia e generalmente la quantità distribuita non finisce mai prima dell’arrivo, così che io possa avere la sicurezza che ognuno mangi la sua razione controllata. Masticare è poi per loro fonte di rilassamento, è qualcosa che fanno naturalmente quasi tutto il giorno in natura.»
Ma la presenza di acqua corrente non è sempre scontata in concorso, può capitare anzi, di non trovarsi nelle condizioni più agevoli in questo senso, soprattutto in caso di manifestazioni che si svolgono al centro di grandi città, dove a causa di disguidi tecnici può venire a mancare l’acqua contemporaneamente negli abbeveratoi e alle docce.
Questo influisce, non in un ultimo, sulla possibilità di lavorare con il cavallo, in mancanza delle condizioni idonee al suo benessere. Ed essere un responsabile di scuderia competente significa pianificare ogni cosa nel dettaglio, anche il rifornimento.
«A volte anche la pressione dell’acqua nei tubi può essere un problema. Nella mia esperienza ho imparato a pianificare il momento migliore per andare a riempire i secchi d’acqua per i miei cavalli, in un tempo utile prima che la pressione diminuisca troppo o che ci siano troppe persone in attesa al rubinetto. L’acqua dunque, si, può essere causa di una buona o di una faticosa giornata. Fa la differenza fra un cavallo sano e uno in cattivo stato di salute ed è necessaria per la nostra felicità personale quotidiana.»
La regola numero uno è certamente questa: mai sottovalutare l’importanza dell’acqua pulita, in un secchio pulito, per ogni cavallo.
© Maria Cristina Bongiovanni – Riproduzione riservata foto e testo; fonti principali articolo: worldofshowjumping.com, noellefloyd.com