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Il linguaggio del cavallo: le emozioni nei loro nitriti

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12 settembre 2017 #focus

Il linguaggio specifico del cavallo, chiarissimo per i suoi compagni di specie, spesso lo è assai poco per noi umani: per stabilire una corretta e proficua relazione con il nostro compagno, va da sé la necessità di interpretare adeguatamente i segnali comunicativi non linguistici che egli ci rivolge, utilissimi per capire il suo stato d’animo e la sua disposizione nei nostri confronti. Quando l’uomo interagisce con i cavalli dovrebbe infatti conoscere il loro linguaggio per poter ottenere buoni risultati da questo contatto interspecifico, e dunque l’instaurarsi di una proficua relazione: senza comunicazione reciproca, non può darsi alcun rapporto. Soprattutto, quando parliamo di comunicazione, dobbiamo per prima cosa comprenderne il significato; applicare questo concetto ai cavalli significa addentrarsi, seppur con i passi esitanti dei non esperti, nell’universo etologico: “comunicare con i cavalli significa comunicare con una specie geneticamente ed evolutivamente diversa da noi, che ha un mondo percettivo e necessità etologiche molto diverse dalle nostre” (P. Baragli, M. Pagliai, “Cavalli allo specchio“, Pisa University Press, p. 41). Infatti questi animali comunicano tra loro e con noi tramite segnali acustici, chimici, tattili e visivi. I segnali della testa e del corpo sono le forme di comunicazione più usate tra i cavalli in libertà, dove anche l’olfatto svolge un ruolo molto importante. Cominciamo ad esplorare un po’ più nel dettaglio alcuni tra i segnali non linguistici più comuni, partendo dal nitrito, indicatore fondamentale delle emozioni del cavallo.

Infatti, già nel 2015 i ricercatori del Ethology and Animal Welfare Unit dell’ETH Zurich’s Institute of Agricultural Science hanno pubblicato su “Scientific Reports” i risultati di uno studio, intitolato “Segregation of information about emotional arousal and valence in horse whinnies” (+info: clicca qui), il cui obiettivo era quello di tradurre i nitriti dei cavalli analizzandone le frequenze e riconoscendone due principali: «Una frequenza – spiega Elodie Briefer, a capo del progetto – può indicare se il cavallo sta provando un’emozione positiva o negativa, mentre l’altra rivela l’intensità dell’emozione provata». I cavalli modulano infatti la loro “voce” secondo diversi timbri, in base alle emozioni provate; ecco i principali esempi.

Corto e rauco, soffio: si tratta di un segnale di ispezione e difesa di fronte alle novità (un altro cavallo), caratterizzato da un’emissione d’aria dalle froge (le narici del cavallo, ndr) e relativa ispezione olfattiva. In un primo incontro tra cavalli caratterizzato da una certa aggressività, questo suono trasmette il seguente messaggio: “Fammi vedere chi sei, se mi sei simpatico, non provocarmi”. In questo modo, il cavallo suggerisce che se l’altro non desiste, ci sarà una rappresaglia da parte sua (preceduto dallo sbattere forte di un anteriore al suolo) o la nascita di una nuova amicizia: in quest’ultimo caso, i cavalli inizieranno a muoversi insieme, al trotto o al galoppo.

Sbuffo: «si tratta di una vibrazione d’aria molto forte e sonora, emessa in direzione di qualcosa di sconosciuto che suscita profonda incertezza. Osservando gli atteggiamenti corporei (muscoli tesi, pronti allo scatto, orecchie puntate in direzione dell’oggetto), si può definire questo segnale una sorta di richiamo lanciato ai membri del proprio branco di fronte a qualcosa che suscita in ugual misura preoccupazione e curiosità. E’ una sorta di invito alla prudenza formulato più o meno così: “c’è una cosa nuova qui, che potrebbe essere anche pericolosa. Andiamo a vedere ma cerchiamo di stare attenti”» (M.L. Galli, “Il cavallo e l’uomo, Equitare, p. 42).

Schiocco: Segnale di allarme emesso a tonalità molto alta, vero e proprio sintomo di panico: tutti i muscoli del cavallo sono tesi, l’occhio sbarrato, le sue froge dilatate al massimo, spesso comincia anche a sudare abbondantemente: nulla sembra poterlo distogliere da questa condizione, tanta e tale è la concentrazione sull’oggetto/evento/persona/animale che gli ha scatenato questa condizione di paura.

Basso e gutturale: il cosiddetto nitrito di saluto, leggermente vibrato, di cui l’animale si serve per esprimere la sua amicizia, come se dicesse: “Vieni qui”. E’ un suono che il cavallo emette quando il suo compagno è vicino e riconoscibile e può essere avvertito anche da 30 metri di distanza. Lo si sente quando un cavallo saluta un suo simile in segno di benvenuto, ma lo si sente spesso anche all’ora dei pasti, quando il groom gli serve fieno e pietanza. In questi casi è stato definito nitrito “implorante”, ma in realtà si tratta piuttosto di un saluto, come se il cavallo dicesse: “Ciao, sono contento di vederti”. E’ lo stesso suono con cui accoglie il suo padrone all’arrivo in scuderia, spesso riconoscendolo anche solo e semplicemente dal rumore dei suoi passi.

Nitrito ad alta intensità: si tratta di una modalità vocale piuttosto frequente, «finalizzata a mantenere i contatti a distanza con i propri conspecifici e in definitiva a salvare l’unità del branco. Tale ipotesi trova conferma nella struttura sostanzialmente duale propria di questo messaggio. Potremmo, infatti, tradurla in questi termini: “io sono qui, voi dove siete?” cui risponde un “ti ascoltiamo, siamo qui!”» (Galli, cit., p. 44). Ovviamente il cavallo nitrisce anche in scuderia: avrete certamente osservato che questo suono è quasi sempre “un segnalatore di assenza”, come indicato da M.L. Galli: del compagno del box a fianco, dei cavalli a paddock con cui ha trascorso qualche ora, o anche del proprietario: si tratta sempre di manifestare l’esigenza di avere vicino un compagno particolarmente caro.

La durata del nitrito, le caratteristiche dall’alta frequenza e la posizione corporea del cavallo durante l’emissione vocale sono quindi preziosi indicatori del vissuto emozionale del nostro cavallo: in linea di massima, le emozioni positive sembrano essere trasmesse da modulazioni vocali più basse e brevi, con frequenze alte più tenui e la testa abbassata, mentre quelle negative in generale sono più lunghe e con una frequenza alta più intensa: tutto il corpo del cavallo contemporaneamente manifesta lo stato di tensione e di allarme.

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