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Vincere facile sì, senza barare però | Il Moralizzatore Equestre

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11 novembre 2017 | Il Moralizzatore Equestre

Ebbene, una delle novità più odiose introdotte dall’Unione Europea è la patente automobilistica a punti. Ogni cosa che fai, zac, ti tolgono 3, 5 o 10 punti. Bastano 2 multe per eccesso di velocità e sei fregato, hai finito i punti e ti tocca recuperarli o – nei casi peggiori – rifare tutto da capo. Una cosa veramente spiacevole, che tuttavia ci ha indotto tutti a rispettare un po’ di più il codice della strada.

Ebbene, udite udite. La patente a punti si può fare anche in equitazione. Si, lo so, state pensando ai famosi punti per prendere il 1° grado. Ma non mi riferisco a quelli. Mi riferisco ai cavalli. Le patenti a punti per cavalli. Il meccanismo è abbastanza semplice: man mano che fa curriculum e concorsi, indipendentemente da chi c’è sopra, il cavallo acquisisce un certo punteggio, proporzionale non soltanto ai buoni piazzamenti ottenuti ma pure ad altezza e difficoltà delle gare saltate. Per farla semplice, un cavallo che salta le gare da 110 cm avrà un certo punteggio (ad esempio 10) e quello che salta le gare da 145 cm ne avrà un altro (ad esempio 45).
Questa classificazione ha una serie considerevole di vantaggi, sia per i professionisti che per gli allievi. Ma avrebbe soprattutto il pregio di consentire un livellamento del “mezzo” impiegato nella competizione.
Mi spiego meglio. Se con la mia C1 faccio una gara di velocità contro una Porsche o con una Ferrari, non c’è molta storia. Quelle vanno da 0 a 100 in 4 secondi, io ci metto 10 minuti e ci arrivo solo col vento a favore e assumendo io stesso nell’abitacolo la tipica posizione aerodinamica a uovo. Sarebbe più giusto che la mia C1 si misurasse con una Yaris e che le supercar gareggiassero tra di loro.
Dovrebbe essere così anche in equitazione. Dovremmo poter competere tutti ad armi pari. Invece nella stessa categoria si trova il brocco ingranato, il cavallo medio e il crack. Mi pare un filino antisportivo, no? Come quella vecchia pubblicità, ve la ricordate? “Ti piace vincere facile – diceva – Bonci Bonci Bon Bon Bon”. Certo che mi piace vincere facile, ma non mi piace nemmeno barare. Vorrei potermi misurare in una gara per verificare e mettere alla prova il risultato del mio lavoro e le mie capacità, non esclusivamente la cilindrata del mio mezzo.
Non sarebbe fico? Nelle 115 solo cavalli che hanno curriculum in 115. E dopo un tot di zeri e un tot di punti in 15 si deve passare alle 20 (se si vuol partire in gara). Eh si che sarebbe fico. Sarebbe democratico. Sarebbe meritocratico. Sarebbe egualitario.
Ce lo menano sempre che lo sport deve unire, deve integrare. E invece l’equitazione non fa che estremizzare il divario che c’è, che esiste, tra le classi sociali.
Attenzione, io sono povero, è vero. Ma non ho niente contro i ricchi. Non penso che siano meno bravi o meno meritevoli dei poveri. Ed è proprio per questo che se sei ricco e ti puoi permettere un cavallo che ha saltato e vinto tante belle 140, io penso che dovresti saltare le 140 e non le 120. Se sai montare bene (e non vedo perché non dovresti saper montare bene), non avrai problemi con quell’eccezionale cavallo. Non è il caso che vieni a rubare le caramelle a noi che dobbiamo metterci il cavallo in spalla per fare zero in una piccola gara. Tanto guarda, io e te non saremo mai ad armi pari nemmeno se montiamo lo stesso cavallo. Tu potrai permetterti il doppio dei concorsi che posso permettermi io, facendo routine ed esperienza. Potrai avere 5 cavalli, mentre io solo Geppo Ronzinante. Potrai farti seguire tutti i giorni dai migliori istruttori, mentre io farò una lezione a settimana seguito da mio cugggggggino. Non saremo mai uguali lo stesso. Tu non diventerai più povero e io non diventerò più ricco. Però sarà ripristinato almeno in parte il senso dello sport, della competizione, dell’agonismo e le capacità personali, l’impegno e il talento avranno finalmente un qualche peso.
Ora ditemi: perché no? Perchè non si dovrebbe fare? Io un paio di idee le ho. E voi?

© Il Moralizzatore Equestre / Equestrian Insights – riproduzione riservata; illustrazione di copertina ©EqIn

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Redazione EQIN
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