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Ippoterapia, quando i cavalli ci aiutano

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03 gennaio 2018 #focus

Superare grazie ai cavalli un grande dolore, un grave problema, un deficit: stiamo parlando di ippoterapia, o Terapia con il Mezzo del Cavallo (TMC), pratica introdotta in Italia nel 1975 dalla dottoressa belga Danièle Nicolas Citterio che ha contribuito all’inserimento per scopi terapeutici del meraviglioso animale attraverso l’opera dell’Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre (ANIRE). In breve, l’ippoterapia si basa sulla relazione e l’interazione uomo-cavallo a livello neuro-motorio e su di un piano neuro-psicologico. L’ippoterapia è una terapia impartita da professionisti in cui vengono sfruttate tutte le qualità del cavallo per trattare o migliorare problemi di salute, di tipo emozionale, intellettuale o fisico, abbracciando aree come l’equitazione, la salute e l’educazione. Nell’insieme delle pratiche terapeutiche il cavallo, con le sue straordinarie doti di sensibilità, di adattamento, di intelligenza, è ritenuto una “straordinaria medicina“. Il cavallo diviene quindi un importante strumento per aiutare pazienti a superare il difficile percorso psicologico e fisico che va dalla diagnosi al cammino terapeutico.

L’ippoterapia si declina in diverse aree di lavoro e programmi, tra i quali possiamo distinguere alcuni principali macro settori:

  • L’equitazione terapeutica, che consiste nel prendersi cura del cavallo. Vengono realizzati anche diversi esercizi di equilibrio mentre si monta a cavallo. Questa tecnica è specificamente indicata per persone con disabilità fisiche, intellettive o sensoriali.
  • L’equitazione adattata e sociale, un’altra area di lavoro in cui si monta a cavallo essenzialmente per realizzare un’attività ludica con fini sportivi. Altamente consigliata per le persone affette da qualsiasi tipo di disabilità, che siano però in buono stato fisico e che possano controllare il cavallo.
  • Infine esiste l’equitazione “assistita” dedicata a chi, a causa dei propri deficit, non è in grado di montare autonomamente a cavallo. Qui si ricorrere all’aiuto di esperti che assistono in ogni momento i disabili. Tramite questo programma si lavora sul tono muscolare, la psicomotricità, la comunicazione, la socievolezza e l’autostima.

Sul finire dello scorso novembre abbiamo dato notizia circa la mission del nuovo percorso di riabilitazione con il cavallo per i malati oncologici, nato grazie alla volontà e all’impegno della Lega Tumori di Siena (+ info: clicca qui). Inoltre, a fianco del cavallo, con gli stessi obiettivi terapeutici e di assistenza alle persone con difficoltà, in un nuovo progetto terapeutico è stato ufficialmente riconosciuto anche il cane (+info clicca qui): questo per portare solo alcuni esempi sulla sempre crescente importanza del cavallo terapeuta a fianco dell’uomo. Abbiamo quindi chiesto alla dott.ssa Maria Lucia Galli, iscritta all’Ordine Professionale degli Psicologi e all’Ordine Professionale dei Giornalisti (con Rodolfo Galdi dirige l’Agenzia di Informazione Indipendente Cavallo2000, nostra media partner), Servizi 6che da anni si occupa di cavalli proponendo e sostenendo un approccio volto al recupero dei valori materiali e immateriali che la storia della cultura umana ha tratto, mutuato e assorbito dalla realtà “cavallo”, alcune specifiche circa il potere di questi animali in ambito psico-riabilitativo: “come ormai molti studi confermano, il cavallo è capace di attivare a livello inconscio molti vissuti primari, che hanno cioè a che fare con le prime relazioni madre-bambino. Sono vissuti di accoglienza e di contenimento, particolarmente importanti per persone che abbiano di recente subito delle ferite del sé-corporeo e questo è particolarmente vero nel caso di malattie oncologiche. Salire su un cavallo significa tornare ad essere cullati, ma significa anche vedersi restituire la percezione del proprio corpo, un corpo che operazioni e cure hanno ferito ed indebolito e che il cavallo ci riconsegna nella sua interezza. Ovvio come tutto questo, così come l’attivazione di vissuti di gratificazione, siano di fondamentale importanza per favorire un percorso di guarigione”.

© D.M. e B.S.; riproduzione riservata; in copertina foto ©Pinterest

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Redazione EQIN
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