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Appiombi del cavallo, questi sconosciuti? Qualche indicazione

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30 settembre 2017 #focus – in collaborazione con Tempest Italia

Mancino, cagnolo, giuntato dritto, giuntato basso, giuntato alto e chi più ne ha più ne metta: per approfondire l’articolato argomento riguardante gli appiombi del cavallo, è utile prima di tutto prendere confidenza con alcuni concetti base che riguardano l’equilibrio dell’animale, la sua conformazione e il suo centro di gravità, le sue proporzioni ed infine il suo assetto. Focus sull”appiombo”.

Il termine “appiombo” è proveniente dall’architettura (la parola indica la direzione della linea verticale e deriva dal nome dello strumento – il piombino, costituito da un piombo sospeso a una cordicella – usato dai muratori per controllare la verticalità dei muri). In veterinaria indica la direzione che devono avere le linee direttrici degli arti dell’animale in rapporto al suolo, siano gli arti stessi considerati nel loro insieme o nelle loro diverse regioni, affinché il corpo venga sostenuto nel modo più solido e più favorevole all’esecuzione dei movimenti. Va da sé che per valutare correttamente gli appiombi è necessario che l’animale sia piazzato ed è indispensabile che il piano di appoggio sia orizzontale.

Cavallo piazzato

In pratica, il giudizio sulla regolarità degli appiombi si dà valendosi di linee verticali immaginarie, dette linee di appiombo, che partono da determinati punti esterni del corpo del cavallo e scendono fino a terra. Gli appiombi si esaminano davanti e di fianco sugli arti anteriori, di dietro e di fianco sugli arti posteriori. Gli appiombi in un cavallo possono essere normali (regolari) o difettosi (anomali o irregolari).

Tuttavia, come ci indica il dott. Ettore Ballardini – veterinario e ippiatra, responsabile Tempest Italia, “il corpo del cavallo, come quello di ogni altro essere vivente, risulta composto da una serie di leve, pulegge, molle che funzionano secondo le regole che governano la meccanica. Tuttavia, a differenza di quanto avviene per le macchine, il calcolo preciso della potenza impiegata per compiere i movimenti e della resistenza incontrata è praticamente impossibile. Neppure in condizioni di riposo è facile stabilire con assoluta certezza equilibrio e centro di gravità dell’animale. Inoltre, durante il movimento, diversi fattori possono diminuire la stabilità del cavallo – difetti di appiombo, condizioni del percorso, del carico ecc… – e comunque la stabilità diminuisce con l’aumentare della velocità, quando il cavallo deve dunque compiere uno sforzo maggiore per mantenere l’equilibrio“. L’appiombo di un arto è regolare quando il centro di appoggio e il centro di sospensione dell’arto stesso sono sulla stessa verticale, e quando il piano mediano dell’arto è parallelo al piano mediano del corpo. È irregolare in ogni caso diverso.

Prosegue Ballardini: “La conformazione ideale, ipoteticamente perfetta, non esiste. Si è infatti soliti parlare di “conformazione tipo”, che è da intendersi quale riferimento didattico: è l’insieme delle forme e dimensioni che il cavallo dovrebbe avereQuesto non significa che un cavallo la cui conformazione si discosti da quella ideale (altrimenti detta “anomala”) non possa fornire prestazioni eccellenti: gli esempi concreti abbondano tra i soggetti in tutte le discipline equestri. Tuttavia, nella conformazione normale tutte le strutture vengono sollecitate in modo armonico. Quando la conformazione di un cavallo si discosta in modo importante dalla norma, si verificano ipersollecitazioni, soprattutto in determinati settori articolari e/o delle strutture tendinee, e dunque è maggiormente frequente la possibilità di traumi e patologie“.

Sempre con la guida di Ballardini, andiamo dunque ad individuare i principali “difetti” di conformazione del cavallo, grazie ad alcune utili immagini; partiamo dagli arti anteriori (clicca sull’immagine per ingrandire) 

Vista frontalmente, la linea che scende dalla punta della spalla del cavallo dovrebbe idealmente suddividere l’arto in due parti uguali e le due linee ideali dei due arti dovrebbero essere parallele. Valutando lateralmente l’appiombo dell’arto anteriore, la linea immaginaria dovrebbe partire dall’estremità della spina scapolare, bisecare l’arto fino a tutto il nodello, arrivare tangente ai bulbi e terminare posteriormente ai talloni“. Proseguiamo quindi con le anomalie rilevabili dagli arti posteriori (clicca sull’immagine per ingrandire) 

Le caratteristiche ideali di un cavallo con buona conformazione degli arti posteriori sono la robustezza, i garretti larghi e lisci, la muscolatura della coscia ben sviluppata e affusolata verso la tibia e le ossa del tarso. La linea ideale di appiombo parte dalla tuberosità ischiatica, è tangente alla faccia plantare del metatarso e termina al suolo 8-10 cm dietro ai talloni. Da dietro, la linea ideale divide esattamente l’arto in due parti uguali“. Un’ulteriore valutazione in merito agli appiombi dev’essere dedicata alla conformazione dell’asse digitale e l’asse del piede del cavallo, che rispetto al suolo disegnano un angolo:

“Gli angoli nei diversi soggetti possono avere valori diversi – anche per l’intervento dell’uomo – sono, in una conformazione ideale, dai 45 ai 50 gradi per gli anteriori e dai 50 ai 55 gradi per i posteriori”. Valgono inoltre valutazioni diverse tra anteriori e posteriori: negli anteriori, se l’asse digitale è più inclinato del dovuto, in modo che la verticale di appiombo cade al suolo molto indietro ai talloni, l’animale si dice obliquo giuntato, ed è anche generalmente lungo giuntato; se l’asse digitale è più diritto del normale in modo che la linea di appiombo cade avanti ai talloni, dentro lo zoccolo, allora l’animale si dice diritto giuntato, ed è anche generalmente corto giuntato. Quando il pastorale si raddrizza in modo da mettere il proprio asse in continuazione con quello dello stinco o da fare con esso angolo posteriore, allora si ha l’arrembatura. Per ciò che invece riguarda i posteriori, i piedi si dicono mancini se sono girati con le punte degli zoccoli all’infuori delle verticali, cagnoli se girati con le punte in dentro. se l’asse digitale è più inclinato del normale, si ha l’animale obliquo giuntato, per lo più anche lungo giuntato; se l’asse digitale è più diritto del normale, si ha l’animale diritto giuntato, per lo più anche corto giuntato.

Per un ulteriore approfondimento: clicca qui: “Equilibrio e APPIOMBI: Esiste il Cavallo Ideale?”

© Redaz. con la collaborazione del dott. Ettore Ballardini – Riproduzione riservata; illustrazioni articolo: ©Tempest Italia

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