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Violento scuotimento della testa o headshaking: quando è patologia

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17 gennaio 2018 #focus

È una calda giornata primaverile, sei in scuderia pronto per il lavoro in sella, sali, cominci a fare due passi e il tuo cavallo inizia a scuotere la testa, con movimenti orizzontali, verticali e rotatori improvvisi. Forse hai messo male la testiera, o qualche altro finimento. Torni in scuderia, scendi, controlli finimenti e imboccatura… tutto in ordine. Risali. Non fai neanche in tempo ad arrivare in campo che ricomincia, sembra infastidito da qualcosa… mosche e moscerini non ce ne sono, ma pare proprio voglia scrollarsi qualcosa di dosso; si gratta le narici sugli arti anteriori in maniera frenetica; provi a fare due tempi di trotto a redini lunghe per non infastidirlo e vedere se cambia un po’ il suo atteggiamento … sembra vada meglio, ma poi ricomincia, pure peggio, a scatti, senza un apparente motivo.
Il comportamento atipico appena descritto è definito headshaking (letteralmente: scuotimento della testa), e raggruppa proprio un insieme di movimenti della testa del cavallo in apparente assenza di stimoli esterni. Abbiamo raggiunto la dott.ssa Giulia Fiocchi, medico veterinario, per saperne qualcosa di più:

Vi sono differenti cause riferibili a questa particolare sintomatologia, che come comune denominatore avrebbero la sovrastimolazione della branca sensitiva del nervo trigemino, inclusi anche il nervo sfenopalatino e l’infraorbitale. Da tale sovra stimolazione dipartirebbe un riflesso motorio dando origine alla descritta risposta comportamentale. Il tipico movimento di headshaking è talvolta accompagnato dallo sfregamento compulsivo delle narici sugli arti anteriori e/o da starnuti ripetuti, scolo dal naso e lacrimale, fino ad arrivare alla paralisi facciale”.


“La manifestazione della sintomatologia è maggiormente rinvenuta durante la primavera e l’estate, in compresenza di fattori scatenanti come la luce, il polline, gli insetti e la polvere, che aggravano ulteriormente i segni clinici. Questo comportamento può essere persistente o intermittente sia durante l’esercizio fisico, sia a riposo“.

Se individuata, la patologia può compromettere l’esito di una visita di compravendita?

Spesso l’headshaking è difficile da individuare, in quanto la sintomatologia non è costante e potrebbe passare inosservata durante la visita. Qualora si presentasse in compravendita ovviamente è una patologia che incide molto sul responso, soprattutto perché potrebbe anche essere responsabile della sicurezza del cavaliere, tanto quanto una patologia cronica dell’apparato muscolo-scheletrico“.

Si tratta di una patologia tuttora sotto approfondimento di studi – continua la dott.ssa Fiocchi – ma le principali cause sembrerebbero essere collegate a disordini delle vie respiratorie (riniti), dell’apparato uditivo, dell’occhio (melanocisti iridea), del sistema nervoso (mieloencefaliti, herpes virus latente nel ganglio trigeminale, traumi, instabilità cervicale, nevralgie…), e ai tessuti duri e molli della regione trigeminale (osteoartropatia temporoioidea, micosi delle tasche gutturali, melanomi parotidei, ecc.).
Quando non è possibile attribuire una causa specifica si parla di headshaking idiopatico. Tra le proposte eziopatologiche più recenti dell’headshaking idiopatico si considera maggiormente la nevralgia del trigemino, comparando ciò che accade in medicina umana, si considera maggiormente la nevralgia del trigemino, il cui rivestimento di mielina danneggiato altera la conduzione nervosa, attivando una risposta dolorifica che riconduce alla sintomatologia clinica. Il danno nervoso potrebbe essere causato da un aneurisma o da un anomalo decorso di un’arteria, le cui continue pulsazioni causerebbero microtraumi al nervo, generando quindi un cosiddetto conflitto neuro-vascolare”.

“Nel cavallo le cause di danneggiamento del trigemino che possono dare origine a tale nevralgia sono per esempio un’eccessiva pressione delle capezze, testiere e/o imboccature troppo strette o mal disposte o banalmente la presenza di allergeni che durante l’esercizio fisico vengono spinti dall’aumentato flusso d’aria, esaltando la sintomatologia.
Altri recenti studi hanno messo in correlazione l’headshaking con la sindrome umana di ACHOO (Autosomical Dominant Compelling Ophtalmic Outbust o “starnuto fotico riflesso”), ovvero un’anomala associazione tra il nervo ottico e la branca mascellare del trigemino che attiverebbe il riflesso dello starnuto. Infatti, in alcuni soggetti con sindrome di headshaking si è notato come la sintomatologia regredisca al buio e, viceversa, si presenti maggiormente in presenza di uno stimolo luminoso.

Come si individua questo problema e quali sono le principali terapie?

La diagnosi di questa sindrome da parte del veterinario spesso è difficoltosa in quanto trattasi di patologia spesso intermittente. Infatti, oltre all’esame obiettivo generale e particolare dell’animale, è di fondamentale importanza ottenere una buona raccolta dati da parte del proprietario al fine di poter differenziare la causa del disturbo. In caso di sospetta forma idiopatica l’utilizzo di maschere, retine nasali o lenti oculari possono aiutare in una conferma diagnosticaRelativamente alle terapie possiamo distinguere trattamenti gestionali, trattamenti farmacologici e, qualora i precedenti risultassero inefficaci, trattamenti chirurgici“.

È essenziale quindi controllare l’integrità e il corretto uso dei finimenti, disinfestare l’ambiente dagli insetti e limitare il più possibile la presenza di polveri e allergeni. L’utilizzo di maschere e nose-net può generalmente alleviare i sintomi. Il trattamento farmacologico deve essere prescritto e gestito dal veterinario curante, adattato al cavallo e specifico per tale diagnosi.
L’alternativa chirurgica ha una prognosi variabile a seconda del trattamento utilizzato e del soggetto, e non dà garanzie di risoluzione della sintomatologia, in quanto i cavalli con headshaking potrebbero aver ormai associato il comportamento alla sola vista degli strumenti di lavoro, innescando una scarsa collaborazione anche in assenza del fattore scatenante il dolore. Questa componente psicologico-comportamentale non deve essere tralasciata in quanto, come ho già indicato, questa sindrome potrebbe avere un riscontro molto pericoloso per l’incolumità del cavaliere“.

© Giulia Fiocchi – riproduzione riservata; articolo a cura di S. Scatolini Modigliani; foto © horseandhound.com

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