Botticelle Roma, nuovo capitolo: i cavalli ricoverati in scuderie fatiscenti
29 settembre 2017 #news
Altro capitolo infelice della lunga storia legata alle Botticelle, le tradizionali carrozze romane trainate da cavalli: rischiano infatti di venire processati per maltrattamenti i 41 vetturini. Secondo l’accusa avrebbero ricoverato gli animali in strutture non idonee, anguste e fatiscenti, all’interno dell’ex mattatoio, a Testaccio. Il problema non è nuovo: per risolvere la questione delle vecchie scuderie al Testaccio, il Campidoglio all’epoca del sindaco Alemanno e poi di Marino, decise di realizzare delle Scuderie all’interno di Villa Borghese, “ma i lavori sono stati bloccati perché non avrebbe dovuto essere concesso il permesso di costruire all’interno della Villa per via dell’inestimabile patrimonio arboreo” (fonte: LaStampa.it).
«Apprendo con soddisfazione la decisione del pm Galanti di inviare a processo tutti i vetturini delle botticelle romane a significare che le nostre denunce erano fondate», afferma il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli. «Nella precedente l’Amministrazione Marino – ricorda – il nostro legale depositò formale denuncia-querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per maltrattamento animale. Alcuni nostri attivisti avevano documentato con immagini fotografiche gravi ed evidenti irregolarità come la dimensione dei box, la temperatura, l’igiene, la ventilazione, il rumore e gli impianti tecnici. I cavalli, inoltre, sarebbero costretti nei box, durante le ore di riposo, legati. Riposo reso particolarmente difficile vista l’ubicazione a pochi metri del Villaggio globale dove si organizzano costantemente eventi musicali dal vivo fino a notte fonda».
«Ora chiediamo al sindaco Raggi – conclude il presidente del Partito Animalista Europeo – di mantenere l’impegno assunto in campagna elettorale di abolire subito questo incivile servizio di trasporto pubblico così come indicato nel programma politico del M5s di Roma, motivo per cui molti cittadini romani le diedero fiducia. Non ha più alibi e l’incriminazione della Procura è un ottimo assist».
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