Il cavallo pauroso: come gestirlo?

10 gennaio 2018 #focus
Il vento, un rumore inaspettato, un oggetto “fuori posto”, ossia un oggetto che non è dove solitamente dovrebbe essere, qualcosa che si muove velocemente o all’improvviso.
Quando abbiamo a che fare con un cavallo, specie se pauroso, sappiamo che cose “semplici” come queste possono trasformarsi in un problema. Il cavallo è per natura un animale predato e se nei confronti dell’uomo (nel caso in cui non abbia tra i suoi ricordi eventi traumatici a lui legati) sviluppa generalmente un senso di curiosità, è invece immediatamente pronto alla fuga da qualsiasi elemento percepito come pericolo. I suoi sensi, e in particolar modo la vista, sono sviluppati in questa direzione, coprendo il suo campo visivo ben 340° su 360, rispetto ai soli 180° dell’uomo.
Del modo in cui vede un cavallo abbiamo già parlato (clicca qui): vale tuttavia la pena di ricordare che i suoi occhi, posizionati lateralmente sulla testa, gli consentono una vista panoramica composta da due visioni monoculari, dove ciò che vede l’occhio sinistro non corrisponde a quanto osservato dall’occhio destro, comunicando così le informazioni ai due emisferi differenti del cervello, e da una visione binoculare, dove per una piccola porzione, un arco di circa 65-70°, le due viste monoculari si sovrappongono. Qui già una risposta al comportamento: la visione monoculare rende possibile rilevare la presenza di pericoli, ma non permette di percepire la profondità e quindi l’effettiva distanza. La prima reazione sarà dunque di fuga dal pericolo eventuale fintanto che, una volta lontano, grazie all’attivazione della vista binoculare, il cavallo sarà in grado di valutare effettivamente l’entità di ciò che lo ha spaventato. A rendere tutto più complesso, due punti ciechi nel suo campo visivo, un triangolo di terreno che arriva fino a 2 metri dal muso (e per il quale giocano un ruolo fondamentale e di ausilio le importanti vibrisse, di riconosciuta importanza e per questo oggi oggetto di tutela) e la zona immediatamente a lui posteriore.
Quando istinto alla fuga, preoccupazione e mancanza di serenità spesso non sono solo singoli episodi dettati dalla natura dell’animale, ma costanti del comportamento che inducono la perdita completa della sua attenzione e una preoccupazione generale e preventiva di chi si trova quotidianamente a condurlo, alcuni proprietari sono portati a ricorrere alla somministrazione di integratori calmanti quale soluzione.
Prima di procedere in tal senso però, bisogna considerare come ogni cavallo sia un soggetto individuale, con un proprio temperamento e un carattere unico, nei confronti del quale non deve mai prevalere il desiderio di repressione senza comprensione. La risposta alla paura, infatti, non è la stessa per tutti i cavalli: non vi sono ancora fonti che attestano un’ereditabilità genetica della condizione, ma sicuramente si trova ad essere influente l’ambiente in cui il cavallo è nato e vissuto.
Secondo fattore rilevante: la dieta. Nel cavallo facilmente eccitabile, teso o nervoso, basare la dieta su fibre e olio piuttosto che su mangimi a base di cereali potrebbe essere un valido aiuto. I primi infatti sono conosciuti come fonti di energia a lento rilascio, hanno pertanto meno capacità di contribuire a episodi di eccitazione rispetto all’energia che fornisce l’amido contenuto nei cereali. Soltanto quando la dieta sarà correttamente bilanciata sulle esigenze del cavallo in termini di nutrimento e calorie e sulla base della sua età delle condizioni generali in cui verte allora, e solo sotto stretto controllo veterinario, se persisteranno le condizioni di stress e ansia che destano preoccupazione per la sua gestione in sicurezza, potrà essere presa in considerazione la possibilità di integrare l’alimentazione con un supplemento calmante, di tipo farmacologico od omeopatico, ma considerando sempre un assunto fondamentale: nessun problema comportamentale andrebbe mai affrontato principalmente, o peggio ancora unicamente, per via farmacologica.
Al momento di scegliere il prodotto più indicato per il nostro compagno, in special modo se atleta, bisognerà tenere conto di quali sostanze sono considerate proibite e la cui assunzione in vista o durante una competizione è considerata doping. Ricordiamo a tal proposito un importante approfondimento (clicca qui) realizzato grazie alla collaborazione di Lorenza Mel, avvocato penalista cassazionista del Lido di Venezia, specializzata in diritto sportivo e tra i massimi esponenti per quanto riguarda l’uso e l’abuso di sostanze proibite. Per la massima chiarezza e al fine di raggiungere lo scopo principe, cioè lo sport pulito, nell’apposita sezione Anti-doping Rlues predisposta sul sito della Federazione Equestre Internazionale (FEI) sono presenti le liste delle sostanze Banned e di Medicazione aggiornate al 2018, alle quali fare riferimento per la somministrazione corretta dei farmaci.
Qui, presenti alcuni prodotti di uso più “comune” i cui principi attivi risultano vietati o controllati e per i quali è dunque bene porre la massima attenzione nella somministrazione: Kavmos e Prequillan, cioè Acepromazina (Banned Substances), impiegati come tranquillante sedativo e preanestetico, derivato fenotiazinico ad azione sedativa, ipnotica, anticonvulsivante e di potenziamento degli anestetici generali, barbiturici in particolare. La sua azione diretta sul sistema nervoso centrale si manifesta tramite il blocco della dopamina, catecolamina neurotrasmettitrice. A differenza degli altri derivati fenotiazinici, possiede una maggiore azione analgesica ed è dotata di attività vagolitica e miorilassante; Domosedan, il cui principio è la Detomidina (Controlled Medication), che induce potente sedazione, in modo uniforme in tutti i tessuti, ma senza essere ipnotica ed elimina il dolore.
Oltre che l’affiancamento al veterinario, che non deve mai mancare in caso di somministrazione di farmaci, consigliamo di ricordare e seguire il forte e chiaro messaggio della Fédération Equestre Internationale (FEI): “In caso di dubbio, non dare nulla al tuo cavallo.”
© M.C. Bongiovanni; riproduzione riservata; foto in copertina © A. Benna / EqIn