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Apprendimento nel cavallo, quali rinforzi dare? Tutto dipende dalla sua personalità

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Questo studio è il primo a dimostrare […] che lo stress influenza le performance dell’apprendimento in modo differenziato in base al tipo di rinforzo e all’interazione con la personalità.” – Mathilde Valenchon – Ph.D University of Strasburgo (FRA).

Impatto dello stress, rinforzo positivo e negativo, influenza della personalità individuale. Questi i nuovi elementi introdotti nella ricerca scientifica che approfondisce, ancora una volta, le complessità dell’apprendimento nel cavallo domestico.

Pubblicata lo scorso 5 maggio 2017 sulla rivista scientifica open-access Plos One il lavoro di ricerca porta la firma di Mathilde Valenchon, etologa specializzata in psicologia sperimentale, scienze cognitive e comportamentali dell’Università di Strasburgo, la seconda più grande di Francia, e dei colleghi del French National Institute for Agricultural Research (INRA).

Come lo stress influisca sui processi di apprendimento è una questione rilevante per la scienza comportamentale, ma è stata finora studiata solo in una serie limitata di specie (principalmente primati e roditori). L’intento è sempre stato quello di determinare quanto questo agisca realmente sulle prestazioni cognitive e se lo faccia in qualità di stimolo o di danno per le prestazioni stesse.

Come funziona per i cavalli e dove entra in gioco la loro personalità?

L’obiettivo della ricerca di Mathilde Valenchon è esplorare quanto, nel cavallo domestico, gli effetti dello stress sull’apprendimento possano variare a livello individuale, caratteristica che risulta già da tempo legata proprio alla personalità.

Perché i cavalli si sono rivelati i migliori soggetti per uno studio di questa tipologia?

Perché in questa specie è stato delineato un modello di personalità multidimensionale, con ben cinque dimensioni indipendenti: paura, relazione con l’uomo, gregarietà, attività locomotoria e tattile, sensibilità, sulla base delle quali, utile a questo esperimento, è stato realizzato un test della personalità.

I protagonisti del test:

60 esemplari femmina di razza Welsh, di età media 9 anni, allevate presso l’INRA e vissute insieme nel tempo che ha preceduto l’esperimento; alloggiate durante lo stesso in box adiacenti con lettiera in paglia, portate quotidianamente in grandi paddock in gruppi casuali di tre, per quattro ore, con mangime concentrato ogni sera e fieno e acqua disponibili a volontà. Divise in gruppi da quindici esemplari ciascuno, ognuna è stata condotta in un box preparato ad hoc per lo svolgimento della prova. Una volta all’interno ad ognuna è stato richiesto, attraverso un segnale visivo di un operatore umano, di muoversi in direzione di due comparti appositamente predisposti, rispettivamente alla destra e alla sinistra di quello di partenza, limitando entrambi gli accessi con barriere di legno alte 15 cm.

Un cavallo durante il test: foto ©journals.plos.org

Rinforzi positivi e negativi: le reazioni

Due gruppi hanno imparato a completare la richiesta con un rinforzo positivo, gli altri due con un rinforzo negativo e in due condizioni particolari: successivamente all’esposizione ad una fonte di stress esterna (persone che parlano ad alta voce, abbaiare di cani, suonerie telefoniche, introduzione di oggetti sconosciuti o di un getto d’acqua e così via) e in assenza della stessa. Il risultato è stato evidente e, in sintesi, ha sottolineato gli effetti promettenti del rafforzamento positivo, che possono essere riversati poi sull’allenamento, sul benessere dell’animale e sul suo rapporto con l’uomo. I risultati hanno anche dimostrato una condizione che potrebbe stupire alcuni di noi: l’uso di ricompense alimentari come rinforzo potrebbe non essere adeguato in condizioni stressanti. La perdita di motivazione alimentare indotta da una fonte di stress, potrebbe infatti rendere inefficiente il rinforzo e costituire stress ulteriore.

Lo studio ha rivelato come lo stress sia un fattore fondamentale per comprendere come gli animali differenzino le loro prestazioni sulla base della propria personalità, come ne siano più influenzati esemplari più timidi e paurosi rispetto alla più emergente capacità di ragionamento di soggetti invece più coraggiosi. La previsione infatti di come animali particolarmente paurosi, rispetto ad altri più sicuri di sé, reagiscano nell’affrontare una sfida nell’apprendimento richiede una valutazione del livello di stress e della sua natura che è fondamentale.

Con quindici animali per gruppo purtroppo sono state rilevate solo alcune variazioni nelle performance legate alle differenti personalità. Per una rilevazione completa infatti l’ideale sarebbe ripetere lo studio su diverse centinaia di esemplari, obiettivo forse difficile da realizzare per la specie equina. Il collegamento coerente tra personalità e abilità di apprendimento è stato però rilevato, e alimenta e promuove un concetto fondamentale: l’utilità del rinforzo positivo nell’allenamento.

La ricerca, finanziata dall’Istituto Francese di Equitazione (IFCE) e di cui abbiamo fornito solamente una piccola anticipazione in relazione alla sua vasta complessità, può essere liberamente consultata sulla piattaforma Plos One, nella sua interezza: clicca sul link: Stress affects instrumental learning based on positive or negative reinforcement in interaction with personality in domestic horses.

©Maria Cristina Bongiovanni – riproduzione riservata; foto di copertina ©Alessandro Benna

 

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Redazione EQIN
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