“Il cavallo. 4.000 anni di storia. Collezione Giannelli” fino al 19 agosto nella Pinacoteca cantonale ticinese

14 giugno 2018 #focus
Il tema che la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Cantone Ticino) affronta nel suo consueto appuntamento con il collezionismo quest’anno si presenta di particolare interesse per gli amanti del cavallo: è in corso infatti Il Cavallo: 4.000 anni di storia. Collezione Giannelli, a cura di Alessandra Brambilla e Claudio Giannelli, importante rassegna che incarna la passione verso oggettistica e immagini a tema equestre. Fino al prossimo 19 agosto nella Svizzera Italiana sarà infatti possibile ammirare una selezione rappresentativa delle migliaia di cimeli accumulati da Claudio Giannelli, predestinato figlio di un ufficiale del Savoia Cavalleria, tutti a tema equestre: si tratta di una delle Collezioni di settore più importanti al mondo, che testimonia una forte passione ed uno sconfinato amore per il cavallo attraverso un artigianato che sa diventare grande arte.
Numerose imboccature, alcune rarissime, altre preziose, altre eccessive, costituiscono il corpus principale della mostra: di epoca mesopotamica, greca, romana, medievale e rinascimentale, con alcuni pezzi che risalgono addirittura al 1.400 a.C., le serie che riuniscono i morsi italici e quelli dell’antico Luristan (regione montagnosa degli Zagros), presenti nella Collezione, sono considerate ineguagliabili per la loro rarità e loro bellezza. Si scopriranno tra i morsi vere e proprie sculture artigianali che rappresentano anche cervi, capre, sfingi, animali di fantasia, volute, piante, fiori, e che attraversano ampie aree geografiche (dalla Persia all’Europa, dalla Mesopotamia all’antica Roma) e un lunghissimo periodo storico (i primi risalgono al 1.400 a.C., i più recenti al XIX secolo). Come indicato nel Comunicato Stampa della Mostra (StudioEsseci), “il sottotitolo dell’esposizione sottolinea come siano “appena” 4.000 gli anni che hanno visto il fiero quadrupede diventare “Equus frenatus” (“cavallo imbrigliato”), ovvero un cavallo regolato nei suoi movimenti e nella sua andatura attraverso il morso.
Quattromila anni possono sembrare molti ma sono un battito di ciglia se rapportati ai 4 milioni e più di anni di storia del genere Equus, che ha dato origine a tutti i cavalli contemporanei, agli asini e alle zebre. Risale a circa 700 mila anni fa il genoma del più antico cavallo che sia stato finora sequenziato. Si tratta di un Equus lambei, le cui ossa sono state rinvenute nel terreno perennemente ghiacciato del territorio canadese dello Yukon. Tra i 40 e i 50 mila anni fa, si colloca la comparsa del cavallo domestico (Equus caballus) di oggi si contano circa 400 razze diverse, con specialità di ogni tipo, dal traino alla corsa. Ancora più recentemente, appunto all’incirca 6’000 anni fa, i nomadi delle steppe asiatiche addomesticarono probabilmente i primi cavalli. E da quel momento, il rapporto tra l’uomo e l’animale si è fatto intenso, persino simbiotico. La mostra prende il via presentando proprio i manufatti di una di queste popolazioni, gli Sciti, che si muoveva in quei territori, per proseguire con gli eccezionali morsi provenienti dal Luristan, regione montuosa dell’attuale nord-ovest iraniano”.
Tra l’oggettistica esposta nella rassegna, si troveranno inoltre bardature, finimenti antichi, frontali, staffe e speroni, alcune selle di pregio, tutti oggetti di raffinata finitura, non d’uso abituale ma esempi, durante le parate, dell’importanza del cavaliere, mito iconografico dai tempi degli imperatori romani e di San Giorgio. Un certo numero di dipinti, incisioni, disegni, sculture e i primi volumi a stampa sull’animale, dai primi testi rinascimentali dei grandi maestri (Grisone, Pignatelli, Fiaschi, Ferraro, ecc.) all’Encyclopédie ivi compreso il rarissimo Trattato dell’imbrigliare di Cesare Fiaschi, stampato a Padova nel 1628, con le illustrazioni riservate all’equitazione. Infine, nella rassegna si scopriranno anche particolari e rari accessori quali ipposandali e falere d’epoca romana, staffe in legno scolpito sud-americane, campanelline da cavallo in bronzo mesopotamiche e molto altro ancora. Nella mostra non manca nemmeno un raro cavallo a dondolo di epoca settecentesca, appartenuto ad un rampollo di nobilissimo lignaggio (foto che segue).
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+Info
Il cavallo. 4.000 anni di storia. Collezione Giannelli
Pinacoteca Züst – via Pinacoteca Züst n.2, Rancate
aperta fino al 19 agosto
orari: da martedì a domenica 9/12, 14/17 (dall’1 luglio 9/12, 14/18)
biglietti € 10; ridotti € 8 (pensionati, studenti, gruppi)
sito web: www.ti.ch/zuest
© Redaz.; riproduzione riservata; foto e fonte principale: © Pinacoteca cantonale Giovanni Züst