Eugenia Mola Di Larissé: arte equestre con gesti dedicati in tempi di pandemia

21 maggio 2020 #focus
Continuando anche il percorso di approfondimento nel mondo della rappresentazione artistica dei cavalli, in precedenza abbiamo avuto occasione di addentrarci nel mondo della rielaborazione caricaturale del fumetto (+info: clicca qui).
L’astrazione tuttavia, lasciando da parte linee morbide e scherzose, può arrivare a raggiungere forme raffinate e preziose, come quelle delle silhouette dei cavalli ad acquerello di Eugenia Mola Di Larissé. Un’artista, pittrice e fotografa, ben conosciuta nel panorama artistico equestre, con all’attivo numerose esposizioni nazionali e all’estero, pubblicazioni e illustrazioni di volumi e grafiche a tema equestre (anche per etichette vinicole!), nonché collaborazioni con numerose riviste, tra le quali abbiamo finalmente il piacere di poterci annoverare.
In questi giorni di lenta riapertura l’abbiamo infatti raggiunta, purtroppo ancora solo virtualmente, per gettare un piccolo sguardo nel suo atelier, dal quale è uscita poco tempo fa una lodevole quanto interessante iniziativa. Ma iniziamo dal principio.
[A.S.]: Nata a San Candido, nell’incantevole panorama della Val Pusteria ai piedi delle Dolomiti, è lì che è nata anche la passione dell’equitazione e il suo percorso artistico?
[E.M.L.]: “Le Dolomiti hanno sicuramente influenzato la scelta dei colori che mi porto dentro da sempre, pensando alla roccia rosata e alle tonalità dei blu del cielo. Quando andavo con i miei genitori a San Candido, a trovare i nonni, correvo libera nei campi mentre facevano i tagli del fieno e poi salivo sul carro in cima al mucchio d’erba quando il cavallo rientrava alla stalla. Era un grande cavallo da tiro, paziente e saggio. C’è qualcosa di suo nei miei cavallini anche se sono sempre in movimento, allegri, giocosi”.
[A.S.]: In particolare i suoi acquerelli descrivono una figura del cavallo astratta, sinuosa e a tratti caricaturale. Cosa la ispira in queste rappresentazioni?
[E.M.L.]: “Mi piace la sintesi, pochi tratti che esprimano movimento e diano forma a una figura. Sono autodidatta nel disegno, non ho fatto scuole specifiche, i miei cavalli scivolano sulla carta con gesti istintivi. Vivo da anni in mezzo ai cavalli, è una passione che ho sin da piccola – in sella a cinque anni su una pony di nome Zara – e che si riflette molto nel mio modo di vivere e nelle scelte. Sicuramente la memoria di ciò che vedo trova poi forma. Vengo comunque da un ambiente di cultura, mio padre in particolare era un appassionato d’arte e letteratura. In camera avevo le litografie di cavalli di Bruno Cassinari, artista che ho avuto la fortuna di conoscere a Milano in una giornata di neve. E i suoi cavalli sicuramente sono stati d’ispirazione”.
[A.S.]: Tratti simili agli acquerelli si riconoscono nei cavalli di “Un gesto del cuore. Mascherine d’autore: Cavalli di Eugenia Mola di Larissé”. Questo è il nome dell’iniziativa presentata lo scorso mese sulla pagina Facebook dell’artista, che ha decorato delle mascherine chirurgiche con figure di equidi voluminosi, ma nel contempo aggraziati. Ci racconti questa iniziativa?
[E.M.L.]: “Il periodo di chiusura e limitazione della libertà per l’emergenza di Covid19 è stato piuttosto pesante nonostante avessi la possibilità di stare all’aria aperta e di poter fare due passi con i miei cani. Non mi è mai successo di stare però lontana dal mio cavallo Charlie per periodi così lunghi, anzi ho sempre limitato al massimo i giorni di vacanza.
Il cavallo per me rappresenta la libertà e ciò che ispira la mia creatività. Le mascherine sono nate per gioco. Una sera in cui ero un po’ triste, ne ho disegnata una con i primi pennarelli che avevo sotto mano, poi l’ho pubblicata su FB per ridere.
Non mi aspettavo tanto entusiasmo e tante richieste. Così ho deciso di proporre agli amici un gioco: “Un gesto del cuore” rivolto ad animali e piante, in cambio di una “mascherina d’autore – cavalli”. Sono piccole opere disegnate a mano su mascherine in realtà di breve durata se usate, ma resta comunque un ricordo e certamente un sorriso per chi le riceve. Nonostante le difficoltà del periodo tutti hanno scelto un gesto del cuore semplice, ma carico di emozioni: chi ha recuperato una pianta sradicata e abbandonata, lavorando con vanga e una pala per ripiantarla e ridarle vita; chi ha trovato nel giardino della nuova casa una tartaruga uscita dal letargo; chi ha regalato un sacchetto di fagioli al vicino e si è visto consegnare uova e pane il giorno dopo per ringraziamento; chi porta le uova prodotte dalle galline di casa ai colleghi di lavoro che non le trovano sul mercato … e tanti altri piccoli gesti che si sono tradotti in momenti di gioia. Anche mia mamma, novantenne, quando le ho portato una mascherina mi ha detto: “anch’io voglio fare un gesto del cuore”, “ne fai già tanti, non ti preoccupare”, “allora ti telefono questa sera, ecco il mio gesto”, mi ha sempre telefonato tutte le sere!
Preparare le venti mascherine fatte di cavallini felici è stato per me un lungo e piacevole mantra. Il tempo è volato. Presto sarò di nuovo dal mio Charlie”.
In un periodo che ricorderemo per l’onnipresenza di presidi sanitari come disinfettanti, termometri e barriere di plexiglas, non mancherà l’immagine dell’immancabile mascherina, già simbolo della pandemia. Un oggetto che nell’immaginario comune sarebbe altrimenti rimasto relegato all’asettica atmosfera ospedaliera, non poteva esimersi dal subire il tocco artistico. Mola di Larissé lo ha declinato nella sua vena artistica equestre, aggiungendo una particolare forma di scambio: essa supera il “baratto” di oggetti, per diventare invece una condivisione di attenzione per l’altro. Questo, come altri piccoli gesti, ci ricordano che oltre alla salute fisica vi è quella interiore, curabile anche col beneficio dell’arte.
© Antonio Sforacchi; riproduzione riservata; tutte le foto © Fb Eugenia Mola di Larissé