ATTENDI...

Cosa vuoi cercare?

EQUESTRIAN INSIGHTS Ricerche e studi

Paddock Paradise, dove il cavallo ha tutta la possibilità di espressione dei suoi comportamenti naturali

Condividi:
Print Friendly, PDF & Email

19 febbraio 2018 #focus

Ci è capitato di riflettere più volte e sotto diversi aspetti sulla necessità di badare a restituire ai nostri cavalli “domestici” un po’ della loro libertà affinché essi possano soddisfare in maniera equilibrata le loro necessità etologiche. Il cavallo è per sua natura un animale predato ed è quindi più a suo agio in spazi aperti che gli concedano possibilità di movimento e una via di fuga qualora ne avvertisse il bisogno; soprattutto, è un animale sociale che allo stato naturale vive in branco: dunque la socializzazione con soggetti della stessa specie è oltremodo importante. Verso la metà degli anni ottanta, Jaime Jackson, maniscalco statunitense, si è trovato a dover ferrare dei Mustang cavalli selvaggi del Great Basin, Nevada​. Nell’accostarsi a questa razza egli ebbe modo di constatarne, con stupore, la notevole prestanza fisica e l’ottimo stato di salute che superava di gran lunga il benessere di cui godevano i cavalli “domestici”, nonostante le condizioni di vita selvagge dei Mustang; le sue considerazioni e deduzioni vennero poi avvallate da dati oggettivi. Jackson iniziò dunque a studiare i movimenti e le abitudini di questi cavalli con lo scopo di proporre un’imitazione del loro stile di vita per i cavalli domestici, definito in seguito Paddock Paradise. Quella del Paddock Paradise sembra dunque essere una soluzione ottimale: oltre ad essere relativamente economica per ciò che riguarda la sua realizzazione, permette anche di prevenire i più comuni disturbi del cavallo, da quelli relativi all’apparato digerente a quelli che interessano gli arti e gli zoccoli.

prospera centro equestre

Per avere un’idea più chiara del Paddock Paradise, su preziosa indicazione del nostro partner Andrea Bellodi de “La Prospera Centro Equestre” / Oq Horses, ci siamo rivolti al sig. Dario Arcamone​, insegnante della ISNHCP (Institute for the Study of Natural Horse Care Practices), professionista delle cure naturali dello zoccolo – NHC (Natural Horse Care) ​presso ​per l’AANHCP (​Association for the Advancement of Natural Horse Care Practices​) che ha realizzato in Italia questo “percorso a tappe” per i suoi cavalli, certificato nel 2010 con Jaime Jackson.

Salve Dario, due parole per presentarsi ai nostri lettori per poi venire direttamente a raccontarci del Paddock Paradise. Che cos’è nel dettaglio questa struttura, secondo quali logiche è gestita e che impegno, in termini di manutenzione, richiede?

Principalmente, io pareggio e cerco di diffondere un modo diverso di vedere il benessere del cavallo attraverso le cure naturali dello zoccolo (dieta e gestione naturale-paddock paradise). Non nascondo che è estremamente faticoso: tutti vogliono un cavallo naturale ma quasi nessuno poi vuole mettere in pratica i fondamentali! Il Paddock Paradise rappresenta il caposaldo delle Cure Naturali del Cavallo di Jaime Jackson, che comprendono anche la Dieta ed il Pareggio Naturale. Come avete già indicato, tutto è nato dallo studio diretto dei Mustang del Great Basin, esempi di Equus caballus che vivono allo stato selvaggio e in un contesto ambientale particolare, che rispecchia l’ambiente evolutivo di questa specie e permette a questi cavalli di vivere e mantenersi sani e forti. Quindi, nel tentativo di migliorare il più possibile il benessere fisico e mentale dei nostri cavalli domestici e di preservarli dalle molteplici patologie che il mondo equestre ben conosce, il Paddock Paradise ricrea certe importanti caratteristiche dello stile di vita equino che Jackson ha individuato in natura. Il Paddock Paradise è un sistema di gestione all’aperto 24h/7gg., dove i cavalli vivono in gruppo. Ma non è affatto e semplicemente un “enorme paddock con tanti cavalli”, perché gli spazi devono essere organizzati e ben gestiti per creare le motivazioni al movimento. Al tempo stesso, serve anche limitare il libero accesso all’erba (dato che l’erba verde è un sicuro fattore di rischio per la laminite). Ecco perché in un Paddock Paradise si riconoscono sempre dei corridoi, che consentono ai cavalli di muoversi lungo percorsi anche molto estesi, senza però avere la disponibilità continua di un prato.  Vari punti di interesse promuovono il movimento attraverso questi percorsi. Ci sono ad esempio le feeding station, cioè delle postazioni dove i cavalli trovano il fieno in apposite reti, e varie postazioni sono dislocate all’interno di un Paddock Paradise; in ognuna ci sono più reti, affinché i cavalli possano mangiare insieme senza dover competere per il cibo (vedi foto seguente).

Feeding Station del Paddock Paradise

Altri punti di interesse sono i ricoveri (capanne per ripararsi da sole e pioggia), o l’acqua, o zone d’ombra se si dispone di un boschetto, una zona per il bagno di sabbia che io ancora non ho ma che ho visto personalmente da Jackson ed è apprezzatissima dai cavalli….  Per impegni di manutenzione, è necessario caricare regolarmente le reti del fieno e portarle alle varie feeding station (per ogni Paddock Paradise ce ne devono essere diverse), il trasporto delle reti alle varie postazioni può essere ottimizzato utilizzando un piccolo mezzo motorizzato con il quale circolare all’interno del Paddock Paradise stesso. È poi necessario rimuovere le deiezioni con una certa regolarità, così come in un normale paddock, e gestire eventuali problematiche di ristagno acquoso e fango invernale, a seconda delle caratteristiche del territorio.

Quali sono i cambiamenti lampanti che ha riscontrato nei cavalli che prima erano accuditi in scuderia o stanziati in paddock tradizionali ed ora sono passati al Paddock Paradise?

Cavalli​ più sereni, ma al tempo stesso più vitali, se il gruppo in cui vengono inseriti è equilibrato. Con le feeding station si riducono in modo sorprendente comportamenti aggressivi da competizione per il cibo… Poi per quanto riguarda gli zoccoli, ovviamente scalzi, c’è un’evidente naturalizzazione della loro forma. (vedi foto seguente: l’esempio di una mia bardigiana, “naturalizzata”  che  vive nel Paddock Paradise).

Il Paddock Paradise può essere proposto a qualsiasi tipo di cavallo, a chi lo consiglia e chi no?

Il Paddock Paradise, come concetto e potenzialità, è adatto a qualsiasi cavallo. Nei fatti, gli unici cavalli a cui non lo proporrei sono quelli fisicamente molto compromessi per lesioni irrecuperabili, a meno che non si possa creare loro un Paddock Paradise con caratteristiche ridimensionate alle loro possibilità locomotorie.

Il fatto che il percorso sia tracciato e dunque obbligato non può essere fonte di stress per il cavallo? Fino a che punto questi è libero di esprimersi?

Se un Paddock Paradise è ben concepito, i percorsi non devono assolutamente essere fonte di stress per i cavalli perché, al contrario, questo tipo di ambiente dovrebbe proprio rispondere alle loro esigenze comportamentali naturali e dunque risultare molto più stimolante rispetto ad un recinto vuoto e “statico”.  Laddove i corridoi/percorsi di un paddock creassero stress, significa che si tratta di un tentativo mal riuscito di imitazione del concetto Paddock Paradise, senza averlo compreso veramente. Il Paddock Paradise rappresenta l’ambiente domestico dove il cavallo ha la massima possibilità di espressione dei suoi comportamenti naturali.

Per avere informazioni più dettagliate i link utili sono www.paddockparadise.net a cura di Jaime Jackson e www.paddockparadise.eu link europeo di Bjorn con cui Dario Arcamone fa formazione per conto della AANHCP in Europa e non solo.

© S. Scatolini Modigliani – riproduzione riservata; foto copertina ©ecoequine.wordpress.com ; foto articolo: courtesy D. Arcamone

TAG

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE:

1 Commento

Scrivi un commento

Redazione EQIN
INVIA
Il sito è protetto da copyright!