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Il passo è la madre di tutte le andature – con Equitare Casa Editrice

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12 marzo 2017 – #focus

Il passo è la madre di tutte le andature” (Philippe Karl). Chiunque monti a cavallo sa bene che, tra le tre andature, il passo è considerato quella più difficile a causa della mancanza di impulso. Il passo, andatura a quattro tempi, senza tempo di sospensione, è infatti il movimento più lento del cavallo (raggiunge una velocità che varia da 5 a 7 km/h): viene definita andatura simmetrica perché l’appoggio dei due anteriori avviene secondo intervalli di tempo regolari, e basculata perché il cavallo compie un movimento in verticale con il collo per darsi la spinta necessaria a portarsi avanti anche con il resto del corpo. Il cavallo al passo poggia gli arti uno per volta, uno dopo l’altro; sono quindi individuabili quattro tempi: anteriore destro, posteriore sinistro, anteriore sinistro e posteriore destro. Servizi 4Come rilevato da Giancarlo Mazzoleni nel suo “Il passo” – Quaderno 3 “La pratica”, edito qualche anno fa da Equitare Casa Editrice, in questa andatura “la mancanza di impulso del cavallo diventa per i principianti utile e non svantaggiosa, perché si è costretti a muovere il proprio corpo in sintonia con quello dell’animale, aumentando e controllando la capacità di spinta della propria muscolatura lombare per mantenere l’andatura. Solo lavorando al passo riusciremo a percepire, o a far percepire all’allievo, il movimento dei posteriori del cavallo, sensazione assolutamente indispensabile per conseguire il controllo del cavallo con l’assetto e non con le redini” (pag. 30).

Tuttavia, la progressione dell’addestramento del binomio rende il passo un’andatura fondamentale, da gestire e non da subire: “l’unico passo che mantiene integra la schiena del cavallo è il passo di spinta che coincide esclusivamente con l’aggroppamento” (pag. 40). Per capire cosa questo significhi, Mazzoleni indica una distinzione tra le due principali modalità in cui un cavallo si muove al passo; chiunque, con un po’ di attenzione, può facilmente rilevare:

  • il passo nel cavallo che “nuota”: Un cavallo non addestrato, o montato nel suo “equilibrio naturale”, si mette in equilibrio come meglio lo aggrada: prevalentemente propende a trasferire in ogni caso il proprio baricentro in avanti e, dal punto di vista della dinamica naturale, è portato a mettere in atto una catena cinetica che attiva la trazione anteriore, cioè ad usare prevalentemente gli anteriori per generare lo spostamento.
  • il passo nel cavallo che “spinge”: un cavallo ben addestrato mostra un equilibrio ben distribuito sui quattro arti, il suo baricentro tende infatti a spostarsi sul treno posteriore. A differenza del movimento al passo del cavallo che “nuota”, dopo aver eseguito il primo movimento con l’anteriore esterno, muoverà il posteriore interno, a cui seguirà la spinta che manda in avanti la massa. In questo modo si avvia il processo di alternanza di ingaggio e spinta dei posteriori (trazione posteriore), in cui gli anteriori hanno solo funzione di sostegno e direzione.

Iniziare ma soprattutto non trascurare nemmeno in seguito, cercando di sviluppare con attenzione le potenzialità di questa andatura in tutte le discipline – non solo in quella del dressage, permetterà ad ogni cavaliere di affrontare più agevolmente in seguito le altre andature e dunque l’abbreviarsi della strada del suo apprendimento, sempre lunga e mai facile. Per questa ragione, come sostenuto da P. Karl, il passo ben eseguito è la madre di tutte le andature; dal passo sono constatabili, se esistenti, le vere doti equestri di un cavaliere, l’armonia del binomio da cui emaneranno gradualmente tutte le potenzialità del cavallo, che, come afferma Mazzoleni in chiusura del suo utilissimo Quaderno 3 La Pratica, di cui consigliamo vivamente la lettura, “sono sempre molte più di più di quelle che riteniamo possa avere”.

I Quaderni “Pratica” by Equitare: Nati come dispense tecniche per i corsi di formazione degli istruttori equestri, i Quaderni di Pratica basati sul Metodo di Equimozione e Isodinamica per Equitare con Sentimento hanno l’obiettivo di analizzare l’equimozione secondo le attività dinamiche e le modalità cinetiche la cui conoscenza permette al cavaliere di impostare in modo migliore la propria posizione a cavallo. Tale attenzione giova al benessere di cavallo e cavaliere. Questi Quaderni sono il frutto della ricerca più recente sull’isodinamica, unitamente agli insegnamenti dei grandi maestri del passato e alla proposta del tutto inedita del mimo equestre, tecnica che consente al cavaliere di migliorare la gestualità del proprio corpo, col doppio obiettivo di rendere più chiare le sue richieste e di adeguarsi alla fisicità del cavallo per rispettarne l’integrità psichica e fisica. Qui si propone un’ottica in cui il cavallo è un compagno di gioco, di avventura, di piacere, non da sfruttare, spremere e poi gettare, ma da amare e rispettare, trovando con lui una piacevole collaborazione per rendere la nostra vita più gradevole, senza necessariamente ferire la sua. Cercare la soddisfazione nella crescita della comprensione reciproca del fare in sella.

© Riproduzione riservata; nella foto di copertina: il cavaliere belga (salto ostacoli) Rik Hemeryck al passo in campo prova

 

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Redazione EQIN
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