I primi cavalli in volo verso Tokyo 2020: ma come si svolge il trasporto aereo?

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Mancano ormai pochi giorni al via delle Olimpiadi di Tokyo (24 luglio – 7 agosto per gli eventi equestri): È già in volo, in direzione di Tokyo la compagna di gara del dressagista azzurro Francesco Zaza, Wispering Romance, femmina baia hannoverana di 18 anni. Partita da Liegi (Belgio) nelle prime ore del mattino di oggi, mercoledì 14 luglio, l’hannoveriana arriverà in Giappone dopo uno scalo tecnico a Dubai per consentire al Boeing 777 Cargo, sui cui viaggiano tutti i cavalli, di effettuare il rifornimento del carburante.
Sono in molti a chiedersi come i cavalli che parteciperanno alle Olimpiadi raggiungeranno, o hanno già raggiunto (la prima ad arrivare, martedì 13 luglio, è stata Calanta, cavalla della dressagista austrialiana Mary Hannacavalla) la capitale giapponese, e a quali condizioni.
Naturalmente le distanze da percorrere sono diverse a seconda della nazione ma la quasi totalità degli atleti a quattro gambe ha volato o si accinge a farlo per via aerea. Dopo una breve attesa a terra nei confortevoli box di Liegi, i campioni vengono caricati a coppie in ampi cassoni (come se fossero dei piccoli van a due posti appositamente costruiti per il loro trasporto aereo) che attraverso le pedane elevatrici del Cargo System, vengono caricati sull’aereo, disposti e assicurati in due file lungo la fusoliera pressurizzata.
Ma il volo rimane l’ultimo step prima di altre importanti tappe che i cavalli si trovano ad affrontare prima dell’evento olimpico. Parliamo della quarantena, quest’anno più che mai imposta dall’epidemia di EHV-1 (rinopolmonite). Esistono dei veri e propri “piani di quarantena” imposti dal regolamento, con strutture adeguatamente attrezzate e soprattutto sorvegliate costantemente da personale veterinario. I cavalieri invece dovranno completare tre test Covid-19 (PCR) prima del loro arrivo all’aeroporto di imbarco, oltre a test giornalieri e monitoraggio della temperatura corporea.
Il trasferimento dei cavalli per via aerea ha sempre suscitato molti interrogativi nei lettori e nelle righe a seguire tenteremo di dare delle risposte alle domande più frequenti:
Uno degli interrogativi più ricorrenti è se i cavalli vengano sedati (e anche molto) in occasione del viaggio: non si direbbe ma, in realtà, solitamente no, poiché trattasi generalmente di equidi abituati a questo tipo di trasferimenti, sotto la sella di riders impegnati spesso in competizioni internazionali che costringono all’uso di questo mezzo; per questi animali è come affrontare un normale dislocamento con un camion cavalli con la sola differenza (positiva) di godere di maggior attenzioni e cure per la loro sicurezza.
Specie per le tratte lunghe sappiamo quanto sia importante per la salute del cavallo che l’intestino sia sempre in movimento e per questo motivo, e qui rispondiamo ad un altro quesito gettonato, vengono alimentati anche durante il volo: solo fieno e acqua naturalmente. Non mangime “solido”, quindi, per abbassare drasticamente il rischio coliche; in merito all’assunzione di liquidi questa viene monitorata in maniera particolare vista l’importanza che riveste la corretta idratazione per il benessere dell’animale; questo anche in considerazione del fatto che molti cavalli anche al minimo disagio cessano di abbeverarsi (a chi non è successo che in concorso il proprio cavallo rifiutasse di bere?).
Il compito di chi vigila è fornire il dato all’atterraggio a chi prenderà “in carico” il cavallo così da fugare ogni possibile (e temibile) pericolo di disidratazione. Ricordiamoci che al di là dell’aspetto affettivo i cavalli di cui stiamo parlando hanno un valore economico ragguardevole per cui il “vettore” e l’organizzazione che vigila sulla salute dei trasportati ha una bella responsabilità sulle spalle.
Contrariamente all’immaginario i cavalli non vengono “appesantiti” da protezioni che invece sono ridotte al minimo, così come coperte e quant’altro (nella stagione fredda), poiché il cargo che li contiene è scrupolosamente climatizzato e i soli rischi saranno nella fase di accesso ed uscita dell’equide dalla carlinga dell’aereo, considerati inferiori ad un bendaggio maldestro che purtroppo sappiamo può sempre avvenire. Non c’è paragone con il trasporto via nave che purtroppo non troppo raramente è stato macchiato da vere e proprie tragedie come quella che avvenne proprio un anno fa sul traghetto Moby Aki [+ info leggi qui].
Per quanto riguarda il “carico e scarico” valgono le stesse variabili di un normale trasporto con van e/o camion: la maggior parte dei cavalli entrerà felicemente ma ci sarà sempre qualche soggetto che farà i capricci. Al pari di quanto avviene per i trasporti terrestri anche qui si cercherà di intuire in anticipo le inclinazioni caratteriali dei singoli “passeggeri”, organizzando l’accesso in maniera che ad iniziare ad entrare siano i cavalli più sicuri e mai quelli ansiosi che per processo imitativo entreranno più facilmente una volta che i “coraggiosi” saranno dentro.
Adesso non ci resta che augurare ai nostri amici un buon volo in attesa di vederli affrontare i percorsi olimpici nelle tre discipline, certamente senza neppure essersi resi conto del lungo viaggio che li ha portati così lontani da casa. Per quanto riguarda la rimanente parte cavalli degli italiani questi dall’11 luglio stanno ancora effettuando il periodo di quarantena ad Aachen (Germania) che durerà sino al 18 luglio prossimo. La squadra italiana di Completo – composta da Susanna Bordone, Stefano Brecciaroli, Vittoria Panizzon e Arianna Schivo – prenderà il volo per Tokyo il prossimo 19 luglio da Roma. Nella stessa giornata i cavalli partiranno da Liegi. Per il salto ostacoli, infine, il 25 luglio spiccheranno il volo alla volta di Tokyo, rispettivamente da Roma e Liegi, Emanuele Gaudiano e Chalou seguendo naturalmente gli stessi piani di volo dei compagni di squadra.
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(14 luglio 2021) © A. Benna – riproduzione riservata; fonti: horseandhoud.co.uk; FISE; foto di copertina : da ig Lazcar International flying horse © lazcarintl