La Fiera delle vanità | Il Moralizzatore Equestre

28 ottobre 2017 | Il Moralizzatore Equestre
Non me ne vogliate, amici. Ma che cavolo andate a fare a Verona? A parte la puzza di sugna e patatine fritte e l’immane calca di gente (non tutta avvezza all’uso del deodorante o anche solo del sapone), cosa andate a fare? Se voglio strusciarmi addosso a una bella figliola posso sempre prendere la metropolitana M1 in Duomo. Si, certo, ci sono un sacco di stand di attrezzature, ma nulla che non sia comodamente a portata di click, e soprattutto nulla che Tombini non possa procurarti direttamente in concorso o in maneggio, col vantaggio di poterlo anche cambiare se non va bene. Allora dev’essere qualcos’altro. Che siano le dimostrazioni? Ecco, quelle meritano. Per esempio, nel rettangolo iberico (padiglione 9) ci sono i frisoni. Davvero eh. Per un genetista è una cosa interessantissima: pensate le implicazioni mediche di questa mutazione genetica in grado di trasformare i frisoni in PRE… Cioè, un giorno potremmo realizzare il sogno di metamorfosi di Michael Jackson!! E che dire delle molteplici lezioni di doma etologica, etica, naturale, indiana e, dulcis in fundo, mongola? Tutti vestiti da mandriani con il cavallo scalzo (attenzione a non confondere il Mustang Roll con il Bon Roll, con tutto quell’effluvio di salamella!!) e alle prese con la desensibilizzazione del cavallo (stick, corda, sacchetti e mostri pelosi). Ma anche qui, gioie mie, la stessa cosa l’ho vista in 200.000 video di You Tube nonché alla fiera di Travagliato, e lì c’era pure la gara di Ape tuning, che in quel di Verona ve la sognate. E allora cosa? Il Jumping? Concordo che è una figata pazzesca: ciao Steve, ciao Kevin, ciao Penelope, ciao “Amicicci” del Global, video, selfie, autografo, colpo di fulmine matrimonio, prole, “tu stai a casa coi bambini ai cavalli ci penso io”. Ma signori, per pagare benzina, autostrada, entrata, pranzo (non dimentichiamoci che 8 olive ascolane te le fanno pagare 10 euro ragazzi!!!) e biglietto del Jumping devo vendere un rene. Ok, per quest’anno ce la posso fare (ne ho 2….) ma l’anno prossimo?? Che poi, a ben guardare, le gare me le posso vedere tranquillamente da casa, comodamente seduto sul divano, davanti al camino acceso, sorseggiando un bicchiere di Pettirosso Arpepe del 99. Ma cos’è allora??? L’ebrezza, il brivido di rischiare la vita in mezzo alle carrozze, ai butteri, agli “ibberici” che tamponano i pedoni aprendo la folla a spallate come Tom Brady (se non sapete chi è, in ginocchio sui ceci fino a domani!)? Ma andiamo a Pamplona se vogliamo emozioni forti e incontri adrenalinici che dimostrino la nostra maschia virilità, santiddio. Se no è il classico “vorrei ma non posso”. E allora, cos’è??? cos’è che vi piace di sta benedetta fiera?? Io davvero non ne ho idea, perché coloro che amano i cavalli li possono frequentare tutto l’anno in pace, in ambienti sereni e rispettosi, senza aspettare di farsi 400 km per infilarsi in un vortice di bolgia e frastuono che senza dubbio disturba e infastidisce proprio quelli che dovrebbero essere gli unici protagonisti della manifestazione (i cavalli, per chi non l’avesse intuito). Non mi resta che pensare che Verona piaccia proprio per questo, perché è un casino, una calca, una sfilata come quella che fanno le ragazze il sabato pomeriggio, passeggiando su e giù per i negozi del centro. Verona è una vetrina. E come tale, va bene giusto per i manichini.
© Il Moralizzatore Equestre / Equestrian Insights – riproduzione riservata; illustrazione di copertina ©EqIn

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