Come si sceglie il cavallo giusto? | Il Moralizzatore Equestre
07 ottobre 2017 | Il Moralizzatore Equestre
Il mondo equestre è pieno di ragazzine/i viziate/i che continuano a cambiare cavallo per capriccio, non appena sorge qualche problemino. Non c’è niente di male in questo, fanno girare un po’ l’economia (soprattutto per le tasche degli istruttori) e i pezzenti come me possono comprare a poco i loro dignitosissimi scarti.
Ma che facciamo se non abbiamo il grano per fare la stessa cosa? Se non possiamo permetterci di spendere una barca di soldi per sostituire il nostro cavallino con uno più fico?
A parte tentare col gratta e vinci nella speranza di una improbabile botta di c… non abbiamo che da rassegnarci a tenere quello che abbiamo, oppure venderlo (il più delle volte svenderlo) e cercarci una mezzafida mentre aspettiamo di mettere via due lire per un nuovo acquisto (con il quale ripetere l’iter e trovarci di nuovo nella stessa situazione).
Quindi, se come me siete dei poracci, l’unica strada è quella di scegliere BENE sin dall’inizio il cavallo da comprare, di modo da non arrivare al punto di volerlo abbandonare in autogrill pur di disfarsene.
Ma come si sceglie il cavallo giusto?
Eh, bella domanda. Prima di illustrarvi un paio di regole d’oro, devo fare una breve premessa.
Perché ragazzi, ve dovete fa ‘n piccolo esame di coscienza.
Forse non avete capito che, in equitazione, tutto dipende da voi.
Per un cavaliere che vuole davvero imparare, che desidera migliorarsi, che ama lavorare su se stesso e sul binomio non c’è nessunissimo problema, possono andar bene molti, moltissimi cavalli, purché siano sani e con la mente pulita. Alla fine, se il cavallo è caldo sarà un’occasione per imparare a stare calmi, a dosare gli aiuti. Se è freddo a mettere le gambe e a lavorare sul galoppo. Se è ipersensibile bisognerà essere gentili e fare interventi leggeri, montando con l’assetto. Insomma, ogni cavallo andrà bene perché servirà per sperimentare, migliorare e far propri i segreti dell’equitazione (che poi sono solo 3, mica mille).
Devo però dirvi che i cavalieri così sono pochi. La maggior parte non ama mettersi in discussione. Tutti vogliono sempre essere perfetti o quasi. Si deprimono quando non riesce qualcosa o quando fanno male un esercizio, e invece che mettersi d’impegno e incaponirsi e provare e provare e provare (perché solo sbagliando si impara) preferiscono dare la colpa al cavallo o rinunciare. E lì, tutto diventa complicato. Perchè l’orgoglio non permette loro di imparare, di cambiare.
Per questi cavalieri, al mondo esistono pochissimi cavalli.
Se hanno la mano da muratore bisogna procurare un cavallo con bocca insensibile e rovinata, che sopporti ogni strattone. Se sono dei cagoni bisognerà trovare un cavallo col galoppo a dondolo, sotto cadenza, che si trascini di là dai salti come un muflone moribondo anche se arriva da fermo con quello sopra appeso alle redini.
E bisogna sperare che il cavallo perfetto (che l’istruttore vi ha trovato facendo 12.000 telefonate, 180 trasferte, 12 milioni di viaggi a vuoto) sia anche con un cuore enorme e continui a sopportare impassibile gli stessi errori per sempre. Si perché se non si lavora su se stessi, se non si è disposti a mettersi in gioco, a criticarsi, a fare figure di merda… beh, non si migliora. Sappiatelo. NON SI MIGLIORA.
Ultima cosa, cari amici, il TEMPO. Se non ce l’avete, lasciate perdere. Un cavallo non diventa vostro perché c’è scritto il vostro nome sul passaporto. Se non lo montate spesso (preferibilmente tutti i giorni) resterete sempre due estranei.
Detto ciò, valgono alcune regole d’oro.
1) comprare un cavallo che con Zuva salta le 130 NON vi farà saltare le 130. Se siete amatori, scegliete un cavallo che ha fatto le gare che vi interessano con un amatore.
2) comprate preferibilmente i cavalli che stanno nel vostro maneggio o da vostri amici o che conoscete bene. In questo modo eviterete fregature su salute, vizi, scherzetti vari.
3) controllate sempre da dove vengono i cavalli, chi li montava prima, dov’erano scuderizzati e informatevi bene anche sui risultati.
4) visita di compravendita SEMPRE, con lastre e referto per iscritto.
E da ultimo, amici, cercate di non sopravvalutarvi. Siate onesti con voi stessi e con gli altri, che il vecchio col cappello è già un pericolo sulla Panda, figuriamoci alla guida di un Ferrari!!
© Il Moralizzatore Equestre / Equestrian Insights – riproduzione riservata; illustrazione di copertina ©F. Barilari
Nota del Direttore: inauguriamo oggi in Equestrian Insights la rubrica con contributi inediti de “Il moralizzatore Equestre”, nella speranza che questa idea vi piaccia quanto piace a noi: crediamo fermamente nella potenza critica, ma costruttiva, di questa bella scrittura.